Capitolo 18

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"Marinette! Marinette!"
Il suono delle parole che la chiamavano si fecero più intense fin quando la ragazza non riprese i sensi.
La figura di un ragazzo con i capelli color dell'oro e gli occhi verde smeraldo, anche se un po' spenti dopo i lunghi giorni passati al buio, cominciò a delinearsi davanti a lei.
"A-Adrien" disse con un filo di voce.
Nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo che il ragazzo la strinse forte a sé in un abbraccio.
"Credevo che non ti avrei più rivista" sbottò lui di colpo.
Marinette si mise seduta in quel pavimento freddo di pietra e si guardò intorno.
La luce proveniva solo da una piccola finestra che dava sulla strada davanti alla casa di Lila; l'aria era umida e pesante.
Gli occhi della corvina incontrarono quelli di Adrien: "O mio Dio Adrien" gli passò prima la mano sulla guancia e poi tra i capelli biondi e lo strinse nuovamente trattenendo le lacrime "stai bene".
"Dobbiamo uscire di qui" fece lei.
"Credi che non ci abbia già provato? Plagg non era in grado di trasformarmi e sono rimasto qua."
La ragazza fece uscire dal colletto della giacca il piccolo esserino che andò incontro al suo possessore: "Ah e così stai dando tutta la colpa a me?!"
"Beh in effetti..." ridacchiò Adrien.
Plagg fece finta di non aver sentito e si posò sulla spalla di lui.

Una luce verde mista all'argento avvolse Adrien e apparve Chat Noir.
Gli occhi di Marinette brillarono e incontrarono quelli felini del suo fidanzato che ammiccò un sorriso.
"Cataclisma" Alzò la mano verso l'alto e la chiuse in un pugno.
La ragazza sapeva bene cosa sarebbe successo e si era spostata un po' verso la porta e lontano dal muro ma lui le disse comunque: "Stai indietro."
Chat Noir andò a posare il palmo della mano al muro con la finestra e quello andò all'istante in mille pezzi inondando la stanza di luce.
Ai due, soprattutto al ragazzo, ci vollero alcuni secondi per abituare lo sguardo all'ambiente esterno.
Quel buco nel muro dava in un vicolo laterale che non portava a niente e non sfociava in nessun'altra strada quindi era completamente vuoto, nessuna persona passava di lì.

L'eroe fece un passo avanti uscendo nel vicolo e si voltò indietro prendendo la mano a Marinette e aiutandola ad oltrepassare quelle macerie. Poi sollevò dolcemente la ragazza e con un balzo saltò sopra ad un muro lì vicino per darsi lo slancio e riuscire finalmente a salire sul tetto del palazzo di fronte.
Da lì era tutto in discesa, era finalmente libero e sarebbe stata una passeggiata riportare Marinette a casa sana e salva.
Vedeva il balcone della casa della sua ragazza in lontananza e, mentre i colori del tramonto tingevano di rosso le case dei parigini, si diresse verso di questo.

Il frastuono l'aveva allarmata, infatti aveva lasciato cadere a terra il bicchiere di succo d'arancia che aveva in mano e si era precipitata giù per le scale che portavano a quello squallido scantinato.
Lila fece fare alla chiave un giro nella serratura e spalancò con forza la pesante porta di ferro.
Un bagliore la avvolse, non era abituata a vedere quella stanza alla luce.
Davanti a sé si ritrovò un enorme buco nella parete che dava nel vicoletto fuori da casa sua. Si sporse un po' uscendo dalla stanzetta, lo scricchiolio dei detriti più piccoli sotto i suoi piedi. Ormai era finita, erano scappati; mille modi su come potevano aver fatto ad uscire le passarono per la testa e alla fine di ognuno giungeva alla conclusione che dietro la loro fuga ci doveva essere per forza lo zampino di Ladybug e Chat Noir, ma come?
Adesso non importava più, non aveva più in pugno Adrien e soprattutto Marinette.
Chiuse così forte le mani in dei pugni e poco dopo dovette distendere di nuovo le dita a causa della pressione che stava esercitando sulla sua stessa pelle. Era furibonda.
Non sarebbe tornata a scuola il giorno dopo, sarebbe stato troppo umiliante anche perchè era certa che i due ragazzi appena fuggiti avrebbero raccontato a tutti quanto era realmente accaduto. L'unica cosa da fare era sparire dalla circolazione.

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Marinette affondò la testa nel cuscino facendo profondi respiri, quasi incredula si essere a casa.
Guardò l'orologio: erano quasi le undici e il giorno dopo avrebbe avuto scuola.
Prese il cellulare, il bagliore le illuminò flebilmente il viso e cominciò a scorrere i messaggi che aveva ricevuto quel pomeriggio.

Adrien l'aveva lasciata sul balcone, ma non si era soffermato: era sfinito e aveva voglia di tornare finalmente a casa sua, dove la sua 'copia malvagia' gli aveva lasciato il posto poichè Lila l'aveva fatta sparire subito dopo che aveva scoperto di non aver più alcun tipo di potere sui due.

Marinette aspettò cinque minuti dopo che il ragazzo se ne andò e dopo essersi guardata attorno sospettosa, si trasformò in Ladybug, atterrò nel vicolo di sotto ed entrò in casa sua dalla porta principale. Sarebbe stato strano se i suoi genitori l'avessero vista peovenire dalla sua camera quando sapevano che era uscita.
La corvina salì le scale due alla volta arrivando alla porta che dava sul salotto. Salutò velocemente i suoi genitori declinando l'invito di unirsi a loro per la cena. Filò dritta in camera e andò a farsi una doccia.


Non lontano da lì, nella sua camera Chloé guardava fuori dalla finestra col fermaglio di Queen Bee in mano.
Si alzò di scatto e afferrò la piccola scatoletta nera e rossa dove l'aveva trovato e ce lo posò.
Poi sussurrò un debole: "Non ce la faccio" e poggiò la scatolina sul comodino accanto al letto.

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Marinette andò in contro ad Adrien che aveva appena salito i gradini che portavano al portone della scuola e lo abbracciò forte. Lui ricambiò l'abbraccio.
Tutti vedendoli pensarono semplicemente che, dopo il litigio che avevano avuto, si erano riappacificati e non si fecero troppe domande.

Quando tutti gli studenti ebbero preso posto in classe, ci fu il modo di vedere che un banco era rimasto vuoto, più precisamente quello occupato da Lila.
Marinette diede un veloce sguardo ad Adrien che era visibilmente preoccupato, non per il fatto di cosa poteva essere successo a Lila, ma piuttosto per cosa questa poteva avere in mente.
"Dopo scuola andiamo a controllare." Disse il biondo a voce bassa e la ragazza annuì, anche se a malincuore.

Dopo le lezioni si diressero verso quella casa che ormai conoscevano bene.
Il buco nel muro in quel vialetto secondario era ancora lì ed entrarono proprio da quello.
La porta di ferro era stata lasciata aperta dando libero accesso alla casa.
Con loro grande stupore l'arredamento che un giorno prima era presente nelle stanze era sparito quasi del tutto e la penombra popolava la casa, era uno scenario quasi macabro.
Dopo un giro della casa, per loro grande sollievo, constatarono che non c'era nessuno: Lila se n'era andata.

A Marinette arrivò un messaggio, era Alya che le aveva inoltrato una stories da instagram. Proveniva dal profilo di Lila ed era un video: lei all'aeroporto che spiegava che stava ritornando in Italia per una questione urgentissima di lavoro, in quanto si spacciava per modella. La ragazza diede un'occhiata ad Adrien divertita e gli porse il telefono facendolo scoppiare in una grande risata.
Nella stories successiva Lila aveva scritto 'State tranquilli amici miei, tornerò presto. Vi voglio bene.'

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"Ladybug!"
La voce di Chloé echeggiò nelle orecchie della supereroina che interruppe il suo giro di ronda ed atterrò nella grande terrazza con piscina sopra l'hotel del sindaco.
Chloé si alzò, fece qualche passo verso di lei ed allungò la mano dove teneva la scatolina e singhiozzando disse : "Non posso più farlo. Mi dispiace."

Ho aggiornato yee!
Come vi state passando la quarantena? Spero tutto bene, un bacio.
Se avete domande fatele pure!
(Scusate per eventuali errori)

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