Capitolo 20

1.1K 28 32
                                    

"Io sono arrivato" Adrien ruppe il silenzio che si era creato durante la camminata verso casa.
Kagami alzò lo sguardo osservando l'enorme villa dietro il cancello di ferro altrettanto grande: "C'era da aspettarselo, una casa così grande rispecchia la grandezza del nome Agreste."
Adrien rise ancora.
"Allora ciao" fece il ragazzo e con una mano spinse il cancello per aprirlo.
"Senti" cominciò la ragazza dietro di lui "se ti va potremmo rivederci uno di questi giorni."
Il biondo si girò di scatto certo di non aver capito bene le parole di lei.
Passarono alcuni secondi che per i due sembrarono infiniti.
"C-certo" balbettò lui "come no, magari ti faccio conoscere dei miei amici, ti troverai benissimo."
"Oh, va bene" Kagami accennò un sorriso, Adrien non era certo che fosse così sicura: qualcosa gli diceva che non era quello che voleva sentirsi dire.
"Bene" fece un respiro "allora io entro altrimenti mi riterranno disperso".
Entrambi fecero una risatina nervosa e lei lo salutò con la mano.
Kagami continuò a camminare per qualche minuto poi, una macchina le si accostò vicino abbassando il finestrino.
"Buon pomeriggio signorina, sua madre mi ha detto di venirla a prendere visto che non l'ha sentita rientrare a casa." Disse una voce dall'interno dell'auto.
"Non ce n'era bisogno, mi sono trattenuta un attimo a parlare con una persona." Spiegò la ragazza mentre prendeva posto in uno dei sedili posteriori.
Appena entrò in auto, questa partì in tutta fretta, continuando a fare la stessa strada che poco prima Kagami stava percorrendo.
Aprì la borsa accanto a lei e prese in mano un'agenda nella quale segnò con una spunta la casella accanto alla scritta 'Lezione di scherma', poi puntò il suo sguardo fuori dal finestrino, sospirando.

Adrien entrò in casa e si diresse dritto verso camera sua.
Raggiunta la sua stanza abbandonò la borsa dello sport nel divanetto e di gettò sul letto di schiena, contemplando il soffitto.
Il ragazzo chiuse gli occhi, ripensando a quanto accaduto poco prima.
"Adrien" una voce lo chiamò da oltre la porta della camera "scendi, la cena è pronta."
"Non ho fame, Natalie," disse secco lui "magari scendo più tardi."
"Va bene, come vuoi."
Nel mentre si era messo seduto, ma sentendo i passi della segretaria di suo padre allontanarsi dalla porta si rigettò sul letto e sospirò.
Alzò il braccio sinistro, mettendo una mando in contrasto con la luce e osservando l'anello d'argento.
Continuò a pensare a ciò che gli era venuto in mente nello stesso istante in cui aveva visto Kagami fuori dalla palestra.
Tutto combaciava: i capelli corti e corvini, l'altezza, i tratti orientali del volto; c'era una sola cosa che non tornava, ovvero il fatto che era da poco residente a Parigi.
<Può essere una scusa...> Pensò Adrien <sì, di sicuro è una scusa. Pure io darei informazioni false pur di preservare ignota la mia identità.>

Il suo cellulare si illuminò per una notifica. Si trattava di una delle notizie giornaliere di Parigi: un nuovo attacco e stando alla fonte erano circa trenta minuti che Ladybug stava cercando di fermarlo mentre Chat Noir non si era ancora fatto vedere.
"Cazzo"
Adrien si alzò in piedi di scatto.

"ECCOTI FINALMENTE." Urlò Ladybug a squarcia gola.
"S-scusami" cercò una scusa credibile "stavo facen-"
"Non ha importanza, andiamo." Lo interruppe lei.
Dovette passare qualche secondo prima che Chat Noir smettesse di fissare la ragazza, quasi ammaliato come si vecchi tempi.
<Ma che gli prende...?> Pensò lei calandosi giù dal palazzo dove si trovava e tornando nel luogo dell'attacco <Era da quando si era messo con la vera me che non guardava più Ladybug in quel modo.>

Tutto andò a buon fine. La ragazza stava per andarsene ma lui la trattenne: "M'Lady..." iniziò a dire.
Lady un sgranò gli occhi sorpresa e quasi un po' stranita da questo modo di chiamarla che ormai non era più abituata a sentire da un bel po'.
"Chat cosa succede" ridacchiò nervosa "saranno secoli che non mi chiami con questo nomignolo..."
"Ah davvero...?" Fece lui cercando di sembrare il più naturale possibile.
Chat noir sembrò avvicinarsi per provare a prendere la mano di lei, ma la ragazza prontamente di scansò: "meglio che vada" fece.
"S-si... il controllo notturno lo faccio io?" Aggiunse "faccio un giro prima di tornare verso casa."
"Perfetto, mi hai salvata" sorrise Ladybug "ho una cosa importantissima da fare e devo scappare immediatamente."
Con la mano salutò il suo compagno e lui ricambiò il gesto.
La ragazza gli diede le spalle e in un attimo era già a volteggiare per i tetti di Parigi fino a raggiungere il suo balcone. Stando attenta che non ci fossero in giro occhi indiscreti, si detrasformò e si mise seduta su una delle sedie del balcone.
Ormai era sera, ma il brio non aveva abbandonato Parigi e la gran confusione per le strade continuava a farsi sentire.
Marinette si portò una mano alla testa: "cavolo che mal di testa, con tutto questo rumore non riuscirò neanche a concentrarmi."
Doveva finire al più presto un modello sul quale stava lavorando, ma aveva troppi pensieri per la testa. I rumori esterni erano solamente una scusa, la vera cosa a cui non riusciva a smettere di pensare era lo stano comportamento che Chat Noir, quindi Adrien, aveva avuto qualche minuto prima nei suoi confronti. Da quando loro si erano fidanzati ufficialmente nelle loro vesti civili non era mai successo che lui avesse avuto quell'atteggiamento 'intimo' che aveva con Ladybug prima. Era una sorta di rispetto nei suoi confronti e apprezzava che Adrien l'avesse nonostante non sapesse che Ladybug in realtà era proprio Marinette. Quindi adesso tutto ciò le risultò veramente strano.
"Prova a dormirci su Marinette, vedrai che non è nulla ed è stato solantente un caso." Si disse a se stessa.
Anche se non era del tutto convinta si addormentò.

La mattina dopo Marinette scese di corsa le scale di casa peerchè come al solito era in leggero ritardo. Entrò d'improvviso nella pasticceria dei suoi genitori, li salutò frettolosamente e varcò la porta. Uscì fuori forse troppo velocemente, infatti non si accorse neanche del ragazzo che stava appena entrando, andandogli contro. Caddero entrambi, ma lui fu il primo a rialzarsi e prontamente le tese la manovre aiutarla a rimettersi in piedi.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se non è lunghissimo 🥺❤️
Vi aspetto al prossimo!!!!
Se avete domande, dubbi o perplessità scrivete pure che cerco di rispondere sempre.
(Scusate per eventuali errori)

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

UNITI DALLO STESSO DESTINO || MiraculousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora