«𝕃𝕒 𝕧𝕖𝕣𝕚𝕥𝕒̀ 𝕖̀ 𝕔𝕙𝕖 𝕤𝕠𝕟𝕠 𝕒𝕣𝕣𝕒𝕓𝕓𝕚𝕒𝕥𝕒, 𝕝𝕒 𝕧𝕖𝕣𝕚𝕥𝕒̀ 𝕖̀ 𝕔𝕙𝕖 𝕞𝕚 𝕤𝕖𝕟𝕥𝕠 𝕚𝕟 𝕔𝕠𝕝𝕡𝕒, 𝕝𝕒 𝕧𝕖𝕣𝕚𝕥𝕒̀ 𝕖̀ 𝕔𝕙𝕖 𝕙𝕠 𝕡𝕒𝕦𝕣𝕒. ℍ𝕠 𝕡𝕖𝕣𝕤𝕠 𝕝𝕒 𝕞𝕚𝕒 𝕤𝕚𝕔𝕦𝕣𝕖𝕫𝕫𝕒 𝕖 𝕔𝕙𝕚𝕤𝕤𝕒̀ 𝕤𝕖 𝕥𝕠𝕣𝕟𝕖𝕣𝕒̀. 𝕃𝕒 𝕧𝕖𝕣𝕚𝕥𝕒̀ 𝕖̀ 𝕔𝕙𝕖 𝕓𝕒𝕤𝕥𝕒 𝕦𝕟 𝕤𝕠𝕝𝕠 𝕡𝕚𝕔𝕔𝕠𝕝𝕠 𝕖𝕣𝕣𝕠𝕣𝕖 𝕟𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕧𝕚𝕥𝕒 𝕔𝕙𝕖 𝕡𝕦𝕠̀ 𝕡𝕠𝕣𝕥𝕒𝕣𝕥𝕚 𝕒 𝕥𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕢𝕦𝕖𝕤𝕥𝕠. 𝕌𝕟 𝕤𝕠𝕝𝕠 𝕓𝕒𝕟𝕒𝕝𝕖 𝕖𝕣𝕣𝕠𝕣𝕖 𝕖 𝕦𝕟 𝕝𝕦𝕟𝕖𝕕𝕚 𝕤𝕖𝕣𝕒 𝕔𝕠𝕞𝕖 𝕘𝕝𝕚 𝕒𝕝𝕥𝕣𝕚 𝕡𝕠𝕥𝕣𝕖𝕤𝕥𝕚 𝕣𝕚𝕤𝕔𝕙𝕚𝕒𝕣𝕖 𝕕𝕚 𝕟𝕠𝕟 𝕥𝕠𝕣𝕟𝕒𝕣𝕖 𝕒 𝕔𝕒𝕤𝕒. 𝕌𝕟 𝕖𝕣𝕣𝕠𝕣𝕖 𝕖 𝕝𝕒 𝕟𝕠𝕥𝕥𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕥𝕚 𝕒𝕕𝕕𝕠𝕣𝕞𝕖𝕟𝕥𝕚 𝕡𝕚𝕦̀ 𝕔𝕠𝕞𝕖 𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒. 𝕃𝕒 𝕧𝕖𝕣𝕚𝕥𝕒̀ 𝕖̀ 𝕔𝕙𝕖 𝕝𝕒 𝕧𝕚𝕥𝕒 𝕖̀ 𝕡𝕣𝕖𝕫𝕚𝕠𝕤𝕒, 𝕖̀ 𝕔𝕒𝕥𝕥𝕚𝕧𝕒 𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕣𝕚𝕤𝕡𝕒𝕣𝕞𝕚𝕒 𝕟𝕖𝕤𝕤𝕦𝕟𝕠. 𝕊𝕡𝕖𝕣𝕒 𝕤𝕠𝕝𝕥𝕒𝕟𝕥𝕠 𝕔𝕙𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕒𝕔𝕔𝕒𝕟𝕚𝕤𝕔𝕒 𝕔𝕠𝕟𝕥𝕣𝕠 𝕕𝕚 𝕥𝕖. 𝕍𝕚𝕟𝕔𝕖 𝕤𝕖𝕞𝕡𝕣𝕖 𝕝𝕖𝕚.»
La mattinata era appena cominciata. Non avevo ancora le forze per alzarmi da quel comodissimo letto, né la voglia di iniziare una nuova giornata. I miei piani però furono distrutti.
<<Bella camera.>>sentii dire e per poco non cascai dal letto per lo spavento.
<<Che ci fai nella mia stanza?>>chiesi ancora stordita.
Anche di prima mattina..
<<Controllo se la sorella del mio amico sia ancora viva. Non voglio avere responsabilità.>>sollevai il busto dal letto e mi passai una mano sul viso.
<<Tralasciando il fatto che abbia 17 anni e non 7, ora che hai "controllato", puoi andare?>> chiesi mimando le virgolette.
Lo fissai per un po' e quando mi resi conto che non si sarebbe mosso da lì, decisi di scendere dal letto e lasciare che occupasse la mia camera. Detta così non ha senso ma non lo tolleravo. Feci per dirigermi verso la porta ma si mise davanti bloccandomi il passaggio. Alzai gli occhi al cielo.
<<Mi spieghi cosa vuoi?>>chiesi ancora irritata passando una mano tra i capelli.
<<Una risposta.>>lo guardai confusa.
<<Risposta a cosa Cameron? Dai lasciami passare..>>cercai inutilmente di spostare il suo corpo che sembrava essere ancorato al pavimento della mia nuova camera.
<<Hai detto di non pensare neanche di volermi conoscere. Devo metterti alla prova, no?>> assunse un'espressione soddisfatta.
<<Tu sei fuori di testa.>>indicai le sue tempie riuscendo a distrarlo.
Varcai la soglia della porta e lui si appoggiò allo stipite.
<<Sto solo scherzando, rilassati. E comunque mi devi un passaggio.>>disse in modo rapido.
Mi voltai e gli lanciai un'occhiata che lo fece sorridere. Certo che era carino.
<<Ti sei palesemente offerto di accompagnarmi, non sei stato obbligato.>> continuai a parlare scendendo le scale.
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A new beginning||Cameron Dallas
Fanfiction-Cos'hai? -Niente. -Perché te ne sei andata? -Perché volevo. -Mi manchi. -Tu no. -I tuoi occhi. -Cos'hanno? -Parlano. -E cosa dicono? -Che stai mentendo. -Tu sei matto. -E tu sei mia. -Pff. -Ce l'hai con me, ancora? -Conosci già la risposta. -Non pu...