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«ℚ𝕦𝕖𝕝 𝕔𝕙𝕖 𝕤𝕖 𝕟𝕖 𝕧𝕒, 𝕝𝕒𝕤𝕔𝕚𝕒 𝕤𝕖𝕞𝕡𝕣𝕖 𝕤𝕡𝕒𝕫𝕚𝕠 𝕒 𝕢𝕦𝕒𝕝𝕔𝕠𝕤𝕒 𝕕𝕚 𝕟𝕦𝕠𝕧𝕠: 𝕤𝕠𝕟𝕠 𝕝𝕖 𝕝𝕖𝕘𝕘𝕚 𝕦𝕟𝕚𝕧𝕖𝕣𝕤𝕒𝕝𝕚.
𝔼 𝕟𝕠𝕟 𝕡𝕖𝕟𝕤𝕒𝕣𝕖 𝕞𝕒𝕚 𝕔𝕙𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕔𝕚 𝕤𝕚𝕒 𝕡𝕚𝕦̀ 𝕟𝕦𝕝𝕝𝕒 𝕕𝕚 𝕓𝕖𝕝𝕝𝕠 𝕡𝕖𝕣 𝕥𝕖, 𝕤𝕠𝕝𝕠 𝕔𝕙𝕖 𝕕𝕖𝕧𝕚 𝕤𝕞𝕖𝕥𝕥𝕖𝕣𝕖 𝕕𝕚 𝕥𝕣𝕒𝕥𝕥𝕖𝕟𝕖𝕣𝕖 𝕢𝕦𝕖𝕝 𝕔𝕙𝕖 𝕧𝕒 𝕝𝕒𝕤𝕔𝕚𝕒𝕥𝕠 𝕒𝕟𝕕𝕒𝕣𝕖.
𝕊𝕠𝕝𝕠 𝕢𝕦𝕒𝕟𝕕𝕠 𝕚𝕝 𝕥𝕦𝕠 𝕧𝕚𝕒𝕘𝕘𝕚𝕠 𝕤𝕒𝕣𝕒̀ 𝕥𝕖𝕣𝕞𝕚𝕟𝕒𝕥𝕠, 𝕒𝕝𝕝𝕠𝕣𝕒 𝕗𝕚𝕟𝕚𝕣𝕒𝕟𝕟𝕠 𝕝𝕖 𝕡𝕠𝕤𝕤𝕚𝕓𝕚𝕝𝕚𝕥𝕒̀, 𝕞𝕒 𝕗𝕚𝕟𝕠 𝕒 𝕢𝕦𝕖𝕝 𝕞𝕠𝕞𝕖𝕟𝕥𝕠, 𝕝𝕒𝕤𝕔𝕚𝕒 𝕔𝕙𝕖 𝕥𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕔𝕣𝕠𝕝𝕝𝕚, 𝕝𝕒𝕤𝕔𝕚𝕒 𝕒𝕟𝕕𝕒𝕣𝕖.»

Era tutto molto strano.
Avevamo passato la mattinata fuori, in un ristorante fuori città. Ci eravamo comportati come due normali fidanzati avrebbero fatto, ma non lo eravamo, non lo saremo mai stati.
Passare così tanto tempo con lui mi faceva accantonare per un po' tutto il dolore che mi aveva causato per dare spazio a tutto ciò che di bello continuava a dirmi. Ero ormai dell'opinione che le parole non servissero a molto ma le sue continuavano ad avere un grande effetto su di me, riuscivano sempre ad essere le parole giuste dette al momento giusto e mi facevano sentire capita, compresa.
Mi sentivo in bilico tra ciò che era giusto fare e ciò che sentivo, e quello che sentivo non era affatto giusto. Ma i sentimenti sono così, non puoi domarli. Arrivano e neanche te ne rendi conto. Avrei dovuto seguire il suo consiglio, prendermi un po' di tempo per far sì che la questione entrasse nel dimenticatoio del mio cervello e non influisse così tanto sulla mia vita.
La mia mente iniziò ad essere invasa da questi pensieri, così decisi di farmi riaccompagnare a casa.

Durante il tragitto non proferii parola, ero persa nei miei pensieri e anche lui se ne rese conto. Mi poggiò una mano sulla coscia, rabbrividii al suo tocco e alzai lo sguardo sul suo. Mi guardò confuso, oggettivamente andava tutto bene fino a qualche minuto prima.

<<A che stai pensando?>>distolsi lo sguardo.

<<Tutto questo è così sbagliato.>>sbuffai.

<<Per quale motivo dovrebbe essere sbagliato. Pensavo ti facesse star bene.>>in realtà erano più le volte in cui mi faceva star male che bene.

<<È così, ma sai anche tu che non durerà a lungo questo star bene.>>annuì, sapeva avessi ragione.

<<Sei tu che non vuoi fidarti.>>sgranai le palpebre.

<<Mi sembra di averti dato fin troppa fiducia, e guarda dove siamo finiti.>>gli feci notare.

<<Non ti sei mai fidata davvero.>>

<<Pensa se l'avessi fatto.>>espirò sonoramente.

<<Al mio posto ti saresti comportata allo stesso modo, te lo assicuro.>>feci una risata amara.

<<Al tuo posto avrei tenuto gli ormoni a bada.>>non mi rispose, la sera precedente mi aveva spiegato che litigare con me non gli faceva bene. Valeva per entrambi.

Alzai il volume dello stereo per coprire il silenzio che riempiva quell'auto. Mi guardò e azzerò di nuovo il volume della musica, lo guardai confusa.

<<Ti prometto che un giorno riuscirò a non darti tempo per pensare a cose brutte.>>mi fece sorridere.

A new beginning||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora