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Quando mi sveglio, ho già un bel sorriso che mi incornicia le labbra.

Sono felice come non lo ero da praticamente una vita, e questo solo grazie a Daniel e la sua dolcezza.

È la prima volta in assoluto che un ragazzo si interessa a me, e che lo fa spontaneamente, e questa idea mi lascia davvero elettrizzata.

A quanto pare, là fuori, c'è qualcuno che potrebbe apprezzarmi per quello che sono e per me non è una cosa così scontata, perché so i problemi che ho dovuto affrontare quando ero piccola, la malattia che mi ha distrutto l'infanzia.

Se questa cosa con Daniel dovrebbe mostrarsi più profonda di quella che immagino, dovrò dirgli del mio passato, perché una delle regole base che mi hanno insegnato in collegio è che la sincerità è sempre la chiave di un buon rapporto.

E a me piacerebbe davvero tanto averne uno con Daniel.

Sospiro, cercando di distogliere la mia attenzione dai suoi capelli brillanti, o dal suo sguardo profondo, perché sto già arrossendo soltanto pensandoci.

Mi alzo dal letto, andando subito a lavarmi e cambiarmi i vestiti, scegliendo un maglioncino e una gonna nera con i collant dello stesso colore.

So che anche oggi dovrò passare la mia giornata su i libri, ma fa davvero freddo, e non ho voglia di ammalarmi ad un mese dal test.

E se poi mi venisse a trovare Daniel? Non potrei sicuramente farmi trovare con il naso gocciolante e il viso pallido.

Okay, basta pensare a Daniel.

Scendo in cucina, e mi sorprendo nel non vedere nessuno.

Marc forse è già a lavoro, ma Jenna? Non è normale che non sia qui a servirmi la colazione.

Mi avvicino al tavolo ancora imbandito, e noto che sul mio piatto c'è un foglietto.

Tesoro,
Sono andata in paese a prendere alcune cose per sta sera: verranno i Peters da noi.
Tranquilla, prenderò un vestito nuovo anche per te.

Jenna.

Sgrano gli occhi, non potendo crederci: Jenna ha invitato la famiglia di Daniel qui.

Cosa potrebbe pensare? Che forse ho una cotta per lui e che i miei genitori vogliono aiutarmi ad attirare la sua attenzione?

Mio Dio, che vergogna.

Metto via i piatti, non riuscendo nemmeno a fare colazione al pensiero di ciò che mi aspetterà questa sera.

Afferro solo un pezzo di pane e torno nella mia stanza, trasferendo i miei pensieri su Daniel verso i libri di chimica.

È una materia che non apprezzo poi così tanto, e non riesco a concentrarmi come vorrei, e così la mia mente continua a vagare intorno a me.

Dopo due ore, sono ancora ferma alla stessa pagina.

"Mio Dio." Sibilo, ormai totalmente infastidita per questi rumori che sento provenire dalle pareti.

Non posso più sopportarli, perché so che se non riesco a trovare un po' di pace non riuscirò mai a passare questo esame.

Ormai nervosa, mi alzo dal letto, andando verso lo sgabuzzino che ho di fronte alla stanza.

Provo ad osservare la centralina della caldaia, provando a capire se qualcosa non va e, anche se non mi sento proprio un'esperta in idraulica, ogni spina e filo sembra essere ben saldato al suo posto ed ogni luce sembra accesa per un buon motivo.

Sento di nuovo quel rumore, quasi come presa in giro del mio non capire che cosa sta succedendo, e alzo gli occhi.

Così facendo, mi accorgo della piccola catenella che penzola sopra la mia testa con un'aria davvero invitante.

Provo a concentrarmi mentre sento di nuovo quel rumore, e mi accorgo con sorpresa che non viene dal mio fianco, ma da sopra la mia testa.

Ancora incredula, decido di afferrare la catenella, tirandola con forza verso di me, così facendo una scaletta scende proprio davanti a me, permettendomi l'accesso al granaio.

Non ricordavo nemmeno che ne avessimo uno.

Scalo con qualche difficoltà la piccola scaletta, ritrovandomi subito in un posto angusto e pieno di polvere e muffa.

Mi strofino il naso, già sentendo gli acari infastidirmi le vie nasali, proprio come la puzza.

Questo posto sta davvero andando in rovina, e forse dovrei chiedere ai Collins di darci una sistemata.

Mi guardo intorno, notando i vecchi libri impolverati, i giochi risalenti alla giovinezza dei miei genitori e un vecchio materasso da cui compare qualche molla.

Faccio alcuni passi, cercando di non cadere e rompermi qualcosa, e poi mi arrampico sul piccolo balconcino che permette di osservare con più facilità il panorama dalla piccola finestra rotonda.

È davvero uno spettacolo bellissimo, perché posso vedere tutte le campagne colorate in base alle foglie e agli ortaggi coltivati e, poco più lontano, vedo i comignoli delle case di Bokah.

È davvero bellissimo.

Sospiro, cercando di rilassarmi sfruttando la vista pacifica di quel panorama mozzafiato.

Qualcosa mi tocca la spalla con gentilezza e, quando mi volto, spaventata, non riesco a credere ai miei occhi.

Sorride, e i suoi occhi sembrano scoppiare dalla gioia.

"Finalmente sei tornata, ti stavo aspettando."

Out of the window {Cody Christian}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora