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Peter dorme beato fra le mie braccia da ormai un'ora buona, ed io non riesco a smettere di sorridere mentre sento il suo respiro caldo colpirmi con delicatezza il volto.

E' così bello, con queste sue guance rosa e le labbra appena socchiuse: si vede che è perso in qualche bel sogno.

Alzo lo sguardo quanto sento picchiettare sul vetro e subito riconosco l'espressione nervosa di Bill dall'altra parte del vetro.

So cosa significa.

Sistemo Peter nella sua culla e mi liscio appena il camice prima di uscire dal reparto neonatale: Bill non dice nulla, ma so cosa sta pensando.

Forse è felice per me, ma non così tanto da riuscire a convincermi.

"Vado nel mio ufficio." Dico, e lui si limita ad annuire.

Non dico altro, andando dritta nel mio ufficio, obbligandomi a non perdere tempo davanti alla porta.

Se non entro ora non lo farò mai più.

Apro la porta, e lo vedo subito, proprio vicino alla mia scrivania, intento a frugare fra i miei documenti.

"Il tuo amico con la faccia da film horror mi ha detto di aspettare qui." Dice, quasi come se questo lo scusasse.

"Sei sempre stato curioso." Ribatto, chiudendomi la porta alle spalle, iniziando a togliermi il camice, sentendo subito la stanchezza della giornata.

"Stai male?" Chiede, avvicinandosi a me.

Scuoto il viso, facendo un leggero sorriso mentre lo osservo, sempre più vicino.

"Sono solo stanca." Dico, sistemando il camice sull'appendiabiti "Tu lavori?"

"Oh, si." Dice subito, sinceramente orgoglioso di sé "Ho fatto richiesta dal carcere e sono stato preso da una ditta edile. Niente di che, ma almeno risparmio sulla palestra."

Sorrido, passandogli una mano fra i capelli, sentendoli così morbidi e profumati: sicuramente ora vedono più spesso lo shampoo.

Cody ha gli occhi spalancati e sembra colpito dal mio insolito atteggiamento: in realtà non è il solo.

Sto solo cercando di fare come ha detto Bill, sto cercando di far funzionare le cose nonostante tutto, di provare a chiarire.

Dato che rinunciare a tutto questo mi ha fatto star male tanto vale riprovare a recuperarlo per vedere come vanno le cose?

"Mi piace questo tuo nuovo taglio, sembri un ragazzo civilizzato ora." Lo prendo in giro, allontanando la mia mano dal suo viso.

"Ora lo sono." Ribatte, subito, totalmente convinto "Mi sono anche diplomato."

Alzo un sopracciglio, sorpresa "Cosa?"

Cody annuisce, e lo vedo estrarre dalla tasca dei jeans un foglio spiegazzato che porta il timbro di una scuola pubblica.

"Ho iniziato a studiare non appena sono entrato." Spiega, mentre osservo, ancora sconvolta, il diploma di scuole superiori di Cody.

"Non me ne hai mai parlato."

"Doveva essere una sorpresa." Ammette, e noto del dolore dietro la sua voce "Sai, una delle prime cose a cui ho pensato quando sono entrato è stato ad un modo per sorprenderti. In positivo, intendo."

"E perché?" Chiedo, ancora confusa.

"Perché la prima sorpresa che ti ho fatto è stata orribile." Sputa, tutto d'un fiato "Lo so, l'ho capito e lo ammetto: per questo ci tenevo tanto a fare qualcosa di bello."

Lo guardo, e capisco subito che è sincero: e come non potrebbe? Da quando mi ha salvato dalla sua stessa pistola non ha fatto nient altro che cercare di rendermi felice, quasi come se non avesse altri scopi.

"Ti sbagli." Dico, sorprendendolo "La prima sorpresa che mi hai fatto è stata bella."

Sorrido, ridandogli il foglio, che lui prende con perplessità "Di che parli?"

Scuoto le spalle, serena "La prima sorpresa che mi hai fatto è stato per il mio compleanno: il libro dei fratelli Grimm, ricordi?"

"Oh, si." Sorride, e sembra quasi emozionato "Il mio preferito."

"C'è l'ho ancora, lo uso per i bambini della sala neonatale."

Non appena lo dico, inizio a provare uno strano imbarazzo, e Cody sembra notarlo, perché il suo sguardo cambia mentre si avvicina a me, sfiorandomi le mani.

"Lo so che sembrerò ripetitivo, ma mi sei mancata, Hannah."

Sospiro, abbassando lo sguardo verso le nostre mani, che si sfiorano senza mai toccarsi davvero.

Lentamente, stringo la mia mano alla sua: quasi sembra che le nostre dita siano state create apposta per unirsi.

"Ho tentato in tutti i modi di dimenticarti." Ammetto, con non so nemmeno quale forza "E' per questo che non ti ho più cercato."

Rialzo lo sguardo e gli occhi di Cody sono già nei miei, tristi e confusi.

"Questo l'ho capito." Dice, nervoso "Ma ciò che vorrei sapere è il perché."

E anche io vorrei saperlo: vorrei avere un vero perché, un qualche screzio di cui potermi lamentare e dietro cui difendermi, ma non ho niente di tutto questo.

"Era diventato troppo per me, Cody." Sussurro, tremolante "Fra scuola, lavoro, i viaggi e te..io sentivo che sarei scoppiata da un momento all'altro. Era come se non riuscissi più a respirare."

"Quindi ero un peso per te." Dice, e la sua mano si stringe contro la mia.

"Non eri tu, ma l'insieme, Cody." Provo a difendermi, angosciata "Perché non vuoi capire?"

"Io ci provo, Hannah, lo faccio davvero." Dice, e il suo tono non mi piace per niente "E ti ho aspettato, l'ho fatto per tutto questo tempo, e sai perché? Perché pensavo che anche tu lo stessi facendo, perché so come sei fatta, Hannah: hai sopportato tanto, lo abbiamo fatto entrambi, ma io ti ho reso debole, soprattutto quando si tratta di me. E mi dispiace per ciò che ti ho fatto, non faccio che rimpiangere ogni giorno il non essere semplicemente scappato via con te quella notte. Ma ora è troppo tardi, non c'è più spazio per i ripensamenti o per le altre sciocchezze."

Cody scioglie le nostre mani, ed è subito come se un precipizio si fosse formato fra noi.

Sono confusa e impaurita, perché lui sembra stra maledettamente serio.

"Che cosa intendi?" Chiedo, preoccupata.

Cody sospira, passandosi entrambe le mani fra i capelli, e poi torna a guardarmi, ed un leggero sorriso tradisce il suo viso.

"Vorresti uscire con me?"

Sgrano gli occhi, incredula.

"Come?"

"E' una domanda semplice, Hannah." ribatte, divertito "Vuoi uscire con me per un normalissimo appuntamento fra due persone normali?"

Sorrido, troppo sorpresa anche solo per respirare.

"Hannah, così mi preoccupi."

"Si." Dico, quindi "Si, va bene."

E Cody sorride, felice, ed io faccio lo stesso.

Out of the window {Cody Christian}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora