Capitolo 9

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Picchietto nervosamente le dita sul manico della poltrona in pelle. Guardo irritato il gruppo degli amici di Eren, intenti a parlare tra di loro e a ignorarmi completamente. Lui è seduto accanto a me, ma non accenna a voler spiccicare parola.

Mi ha portato nell'hotel in cui si trova la "base", a detta sua, del suo gruppo. Si trova a pochi isolati dal MGM Grand. Qualche anno prima avevo provato a farmi assumere in quel casinò pur non conoscendolo troppo bene, ma hanno riso quando mi hanno visto. Se ne sono pentiti una volta finiti all'ospedale.

È Sasha a ridestarmi dai miei pensieri, saltandomi al collo.

-Allora, Levi! Stavolta resti per giocare?-

-Certo che no, sono certo che neanche sa che cosa facciamo- ribatte al posto mio quel coglione di Jean, pur essendo fulminato da Eren non uno sguardo che dice 'non azzardarti a continuare'. Accanto a lui anche Marco cerca di farlo ragionare, intimandogli di non essere scortese e cose simili, ma il cavallo non gli dà conto.

-Non è forse così, Levi?- continua, ironico.

-Se il problema è questo,- replica Sasha. -Allora basta spiegare cosa facciamo no?- conclude, sorridendo poi a Eren.

Quando lui annuisce il volto di Sasha si illumina ancora di più.

-Noi contiamo le carte- rivela la ragazza con una semplicità che quasi mi spaventa.

-Sasha!- la riprende il ragazzo pelato, di cui al momento mi sfugge il nome. -Non puoi dirlo così facilmente a persone che conosciamo a malapena!-

-Dai, Connie! Se Eren l'ha portato qui significa che si fida di lui, quindi anch'io!- ribatte, come se fosse una cosa ovvia -Giusto, capo?- e quando si volta verso di lui Eren le fa un piccolo sorriso.

Pochi attimi dopo, con mio grande sollievo, il ragazzo pelato prende di peso Sasha e la stacca da me. Non so cosa accada negli istanti a seguire, so solo che d'un tratto tutti si alzano dalla stanza, seguendo Mikasa che borbotta qualcosa. Eren ed io siamo rimasti da soli.

Mi alzo di scatto e mi piazzo di fronte a lui, regalandogli la mia occhiataccia migliore. Questo non fa altro che allargare il suo sorriso.

-Hai barato- dico con tono grave.

Per alcuni attimi Eren resta in silenzio. Abbassa il volto di poco e resto scioccato quando mi accorgo che non sta sorridendo, ma sta imitando perfettamente l'espressione di un cane bastonato.

Per la sorpresa non mi accorgo di lui che allunga le braccia verso di me per poi stringerle attorno alla mia vita, impedendomi di fuggire. Il suo volto è premuto sul mio stomaco.

-Perdonami- chiede dolcemente, con gli occhi da cucciolo. Questa volta sono io a non riuscire a dire niente, non so perché ma arrossisco. Mi porto una mano al volto per nasconderlo. A quel punto il ragazzo sorride trionfante, comprendendo di averla vinta. La prossima volta non sarà così!

Alzo la mano tratta a pugno, pronto a dargli una lezione, quando il telefono nella tasca di Eren squilla. Lui sorride beffardo, mi ignora e risponde.

-Pronto?- domanda. -Ah, sei tu! Gli altri ti sono venuti a prendere! Saranno sicuramente davanti alla porta... Allora non lo so! Trovateli da sola... Comunque se non li trovi, noi siamo nella stanza 470... te lo spiego dopo, ciao!- La chiamata si conclude nervosamente. Sono un po' invidioso. Quanto mi piacerebbe saper fare arrabbiare Eren come la persona al telefono!

-È meglio se adesso ti spiego tutto- dice. -Come avrai capito, non tutti i membri del gruppo sono di Las Vegas. Per la precisione, solo io, Armin e Mikasa veniamo da fuori, mentre tutti gli altri vivono qui, o con la famiglia o per scappare da essa,- spiega, riportando poi il volto sul mio ventre. -In particolare questa ragazza viene da molto lontano e mettendo presente che frequenta un importante college non può venire qui spesso. Quindi quando può cerchiamo di andare al MGM Grand.-

-Ancora non ho capito perché avete bisogno di questa mocciosa- rivelo, ignorando il fatto che la stretta di Eren si è fatta ancora più forte.

-Uno dei due che è di turno per la sicurezza questa sera ha un debole per lei. È l'unico modo per distrarlo- chiarisce.

Quando il moccioso alza lo sguardo verso di me mi rendo conto che c'è una strana luce nei suoi occhi che non promette nulla di buono.
Infatti poco dopo si allontana e, strattonando il mio braccio, mi ritrovo alla sua stessa altezza. Penso subito di allontanarmi, ma il mio corpo non si muove. Intendo ad osservare con estrema cura il volto di Eren, è come se volessi stampare a memoria nella mia mente ogni singolo particolare.
Ed è proprio un dettaglio che attira la mia attenzione: le sue labbra perfette. Non riesco a distogliere lo sguardo, anche se il mio cervello mi intima di farlo. Lo sento, sento il suo respiro vicino al mio e il suo viso che quasi mi sfiora. Le nostre labbra si stanno per incontrare, ma... la porta della camera viene spalancata da Sasha.

Mi allontano di scatto e strabuzzo gli occhi. Cosa cazzo stavo per fare?

-L'abbiamo trovata!- grida, entusiasta, saltellando verso una poltrona. Fanno il loro ingresso anche gli altri mocciosi e, per ultima, compare una ragazzina persino più bassa di me. Mi guardo attorno, confuso, in cerca di conferma. Insomma, davvero questa piccoletta può distrarre una guardia di sicurezza?

Beh, devo ammettere che oggettivamente è molto carina. Capelli biondi, pelle chiara, occhi azzurri. Forse indossa troppi fiori, senza parlare dei bracciali e del fermaglio.

-Levi, è un onore presentarti Christa Lens!- dice con tono allegro Sasha.

-Levi, è un onore presentarti Christa Lens!- dice con tono allegro Sasha

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-Piacere- mi limito a rispondere sedendomi sulla poltrona.

-Bene, adesso che ci siamo tutti possiamo andare? Mi sto rompendo il cazzo a stare qui a non fare niente!- dichiara ad alta voce Jean. Si alza e tutti lo seguono.

***

Siamo di fronte al MGM Grand e precisamente davanti alla statua del leone. Mi guardo attorno, aspettandomi di vedere girare qualche guardia, e invece non c'è niente. È proprio come ha detto Eren: non sembra ci siano molte guardie in giro, ma almeno una all'esterno c'è sempre.

-Allora, ricapitoliamo- enuncia Eren, attirando verso di sé l'attenzione dei compagni. -Armin e Christa si occuperanno delle guardie di sicurezza mentre gli altri si disperderanno per i tavoli. Io e Mikasa giocheremo al primo tavolo che arriva ad un numero alto. Ricordatevi di non andare nella zona delle Slot Machine- raccomanda infine. Tutti si allontanano e io rimango da solo con Eren.

-E io?- domando, irritato, incrociando le braccia al petto.

-Tu vieni con me. Devi imparare come giocare e in più servirai per la mia copertura.- Spiega con un sorriso malizioso, prima di avvicinarsi a me. Di istinto indietreggio, ma sbatto contro la superficie dura della statua. Cerco di scappare, ma Eren preme il suo corpo contro il mio e le sue braccia, appoggiate contro la statua, mi impediscono di fuggire.

-Che stai facendo?- domando, ma quasi non riesco a finire che le nostre labbra si incontrano. In un primo momento di coscienza cerco di respingerlo, ma non ci vuole molto prima che il mio cervello si offuschi completamente. Non capisco più cosa sta succedendo e non so come le mie mani finiscono tra i suoi capelli. Lui mi slaccia la cravatta e mi libera dei primi bottoni della mia camicia.

Ci allontaniamo poco dopo. Sono sicuro di non avere proprio un bell'aspetto, in questo momento. Le mie labbra saranno arrossate, i capelli spettinati, e la camicia è totalmente stropicciata.

-Perfetto- dice Eren a denti stretti. -Ora sì che sembri la mia puttana.-

Questa serata non promette niente di buono, proprio per niente.

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