Capitolo 11

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Scusate per il disagio, ma sono riuscita a far funzionare la tastiera del computer, quindi ho scritto un parte in più del capitolo! Se avete già letto il capitolo potete direttamente leggere la fine('∀`)♡

ATTENZIONE!! CAPITOLO R18!

Come sempre la parte scritta da @empitzu sara' segnata da ### all'inizio e alla fine della parte. comunque spero che il capitolo vi piaccia XD.

###

Mi lascio trasportare lungo il corridoio dell'hotel, la presa forte della mano di Eren sul mio polso lascia intendere che non ho possibilità di scelta. Ancora confuso, osservo le porte numerate delle stanze passarci accanto, distorte e sfocate, come se le stessi guardando attraverso un velo di nebbia. Mi basta questo a realizzare che anche se volessi, non avrei la forza per prendere quel bel culo a calci.

-Se non avessi bevuto un paio di bicchieri di troppo, ti avrei già steso.-

Eren mi rivolge un sorriso compiaciuto, guidandomi verso la sua stanza.

-Ma lo hai fatto, ed ora sarò io a stendere te.- Il sorriso del moccioso si allarga alla vista della mia espressione smarrita. Non so bene che cosa stia succedendo, ma sento puzza di guai.

-Comincio a pensare che la faccenda mi stia sfuggendo di mano.- Borbotto tra me e me.

-Chissà- sospira il moccioso, facendo scattare la serratura della stanza. Mi fa cenno di entrare, e subito mi segue chiudendosi la porta alle spalle. Rimaniamo da soli, in silenzio. Lui mi guarda come se si aspettasse qualcosa. D'impulso sento il bisogno di incrociare le braccia davanti al petto, a disagio davanti a quello sguardo sfrontato che mi esamina mettendomi a nudo.

-Perché sono qui?- chiedo per rompere il ghiaccio.

Lui mi guarda accogliamo. -Per la scommessa?-

-Questo lo so, idiota. Voglio dire, perché tra tutto quello che potevi chiedermi, proprio questo. Di nuovo.-

-Perché io lo voglio.-

-Se ti aspetti che io faccia di nuovo quello che ho fatto la volta scorsa, scordatelo.-

Il moccioso trattiene a stento una risata, ed io non capisco cosa ci sia di tanto divertente dal momento che sono serissimo.-È questo che ti preoccupa? So che è piaciuto anche a te.-

-Non importa se mi è piaciuto o meno- mi affretto a rispondere -io non farò nulla. Mi hai chiesto di passare la notte con te. Bene. Io starò in questa metà della stanza, tu nell'altra.- Tolgo le scarpe, abbandonandole in un angolo per poi accoccolarmi, ancora vestito, su quella che ho appena rivendicato come la mia metà del letto. Il moccioso sospira. Spero di averlo scoraggiato abbastanza, ma non mi illudo. Da quel che ho potuto constatare, Eren non è tipo da mollare prima di aver ottenuto ciò che vuole.

-Molto bene allora.- lo sento dire alle mie spalle. -Facciamo così.- Lo sento armeggiare con i vestiti, sento la fibbia sganciarsi e il suono pesante della stoffa che cade a terra. -Non ti chiederò di fare nulla. Non ti obbligherò a fare nulla.- Avverto l'altra metà del letto deformarsi sotto al peso di un altro corpo, -Questa volta, farò tutto io.- Non ho il tempo di ribattere, un paio di mani si posano delicate sulle mie guance facendomi voltare quel tanto che basta, poi, un paio di labbra le sfiorano entrambe, lasciandomi di stucco. Mi aspettavo di essere attaccato, invece... c'è troppa delicatezza in questi gesti per essere considerato un attacco. Le sue mani mi accarezzano il viso, come se fosse fatto di porcellana ed avesse paura di danneggiarlo. Involontariamente, mi ritrovo a cercare il calore di quel contatto, quando lui tenta di allontanare il palmo dalla mia pelle, come un gatto ricerca l'affetto del padrone. Mi volto verso lui. Lo guardo con curiosità, mi ha sorpreso. Eren mi sorride, non il solito sorriso sfacciato, ma una espressione dolce che non mi sarei mai aspettato. In qualche modo, mi trasmette tranquillità. Forse è per questo che lo lascio avvicinarsi a me, con cautela, come se avesse paura di spaventarmi. Mi accarezza ancora, mi bacia le guance, il naso, ed infine, la bocca. Piano, delicato come una farfalla. Troppo delicato. Non ci vuole molto prima che io inizi a perdere la pazienza. Premo le mie labbra sulle sue, chiedo di più,e troppo tardi mi rendo conto che sono io ad agire, io, che avevo giurato che non avrei mosso un muscolo: ci sono cascato. Questa, è la vera natura di Eren. Sembra un angelo, invece è solo un diavolo con l'aureola. Il suo piano mi è chiaro, ma non riesco comunque a fermarmi. Più che altro, il problema è che non voglio fermarmi. Nemmeno quando le sue mani passano dall'accarezzarmi il viso a scendere lungo il mio petto, non lo fermo. Le lascio fare, lascio che accarezzino i punti giusti insinuandosi sotto alla camicia, permettano che avvertano il battito del mio cuore che è schizzato a mille. Poi le mani scendono, accarezzano anche le gambe, l'interno coscia, con una calma snervante. Il suo palmo mi sfiora l'inguine, senza toccarmi davvero. Mi fa ansimare, mi fa contorcere, ma non mi da abbastanza. Mi tortura, ma mi lascia libertà di scelta: se voglio qualcosa, me lo devo prendere da solo. E' umiliante, ma mi ritrovo a strusciarmi contro alla sua mano, a chiedere delle attenzioni che avevo dichiarato di non volere. Lui mi accontenta, toccandomi finalmente attraverso la stoffa dei pantaloni.

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