Capitolo 15

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Un pesante silenzio aleggia nell'aria. Lo sguardo malinconico del moccioso si presenta davanti ai miei occhi come uno spettacolo orribile, l'Eren che rideva sempre e mi innervosiva con quel suo sorriso malizioso sembra essere sparito. Mi avvicino al lui per cercare di confortarlo o almeno di aiutarlo, ma lui si allontana come scottato per poi andarsi a sedere sulla sedia opposta a me. Dopo un tempo che pare infinito Eren decide di parlarmi.

-Fin da piccolo, Zeke è sempre stato un ragazzo ribelle, desideroso di essere indipendente, così in breve tempo si unì a uno piccolo gruppo di ragazzacci. Un paio di rapire qua e là, niente di così pericoloso, ma poi negli anni le cose cambiarono. Quel piccolo gruppetto si trasformò in una vera e propria banda, affari con la droga e crimini molto gravi. Mio padre cercò di convincerlo ad abbandonare quella vita, ma non servì a nulla, così Dina, la madre di Zeke, decise di nascosto di andare alla polizia per denunciare quella banda, solo che fu intercettata da Zeke, il quale vedendola uscire e anticipando le sue impressioni, chiamò i suoi compagni per cercare aiuto nel risolvere la situazione. Da lì a qualche ora la macchina di Dina finì per essere vittima di un incidente, la macchina venne trovata completamente ribaltata e a pezzi, ormai non c'era più niente da fare per lei. Mio padre non riusciva a crederci ed era in uno staro di shock, ma nessuno poteva immaginare che fosse stato lo stesso figlio a commettere l'omicidio. Così per fuggire da quella gang, mio padre decise di trasferirsi con Zeke in un altro paese. Nel giro di pochi mesi, incontrò mia madre, Carla, e da qui nacqui io. Non avevo idea di chi fosse realmente il fratello che mi ero ritrovato, non avevo idea dei suoi trascorsi o almeno non pensavo fosse una persona pericolosa. Difatti ho avuto un'infanzia felice, solo che non durò a lungo.

. Mio fratello non sopportava questa nuova felicità di suo padre, pensava che l'amore che provava per Carla fosse molto più grande di quello che provava per Dina, così accecato dalla rabbia e dall'odio decide di mettere in ordine le cose, a modo suo. Però c'è una cosa che devi sapere di Zeke, lui odia sporcarsi le mani, preferisce che siano gli altri a prendersi queste responsabilità. In poche settimane riuscì a mettere in piedi un piccolo gruppo di disadattati, pronti a tutto solo per un po' di divertimento. Pochi giorni dopo mia madre fu trovata morta a causa dell'ennesimo incidente d'auto. Non molto tempo dopo mio padre si suicidò per la disperazione, questo evento fece in modo che i sospetti di Zeke diventassero sempre più reali, infatti iniziò a pensare che il padre non provava la stessa tipologia d'amore che provava per sua madre Dina. La sua sete di vendetta non si concluse qui, voleva distruggere tutta la famiglia Jeager, così mi costrinse a unirmi al suo gruppo. Con il passare del tempo, io iniziai a vedere mio fratello come un capo, facevo tutto quello che mi diceva senza fiatare, quando mi ordinò di trasferirci a Las Vegas io acconsentii senza pensarci due volte, inoltre accettò anche un posto di lavoro al posto mio, senza sapere che in realtà io avrei preferito frequentare l'università, ma non avevo il coraggio di poter ribattere. Ma poi dopo un solo anno di servizi al MGM trovai un oggetto nella stanza di mio fratello, la lettera d'addio di mio padre. Tra tutte le cose che poteva decidere di conservare, aveva scelto proprio questa? Era conservata in bella vista in un cassetto come se fosse un trofeo, un simbolo di vittoria, ma anche un segno di incoscienza. Nella lettera era raccontato per filo e per segno ogni singola azione di Zeke. Poi immaginare la mia sorpresa, il mio eroe, il ragazzo che dopo la morte dei genitori si era rialzato senza nessuna ferita era sparito, lasciando il posto a uno spietato assassino. Dopo questo lasciai il lavoro e usai i miei risparmi per trasferirmi il più lontano possibile, non molto tempo dopo decisi di seguire il mio sogno e di entrare all'università. Ma le tasse erano troppo alte e i soldi non bastavano, così mi venne in mente Las Vegas e i numerosi bar che si trovavano in giro, in più quale modo migliore per ridicolizzare mio fratello se non quello di vincere un mucchio di soldi nello stesso casinò in cui lavora. Bhe... Il resto lo conosci-

Nessuno proferì parola, l'aria cominciò ad essere nuovamente pesante. Eren non alzava lo sguardo, come se in quel preciso momento il pavimento fosse la cosa più interessante che esistesse.

In pochi secondi sono accanto a lui e lo stringo in un abbraccio. Lo sento irrigidirsi, ma poco dopo sento le sue braccia stringersi attorno al mio busto.

Mi sorprende che sia così caldo, sembra quasi che il calore del moccioso passi lentamente dal suo corpo al mio.

-Sai- sussurro piano -non posso capire quello che provi per quel bastardo, ma se fossi in te l'avrei già ucciso-

Una piccola risata sfugge al moccioso e finalmente mi guarda negli occhi.

-Grazie, ma non credo ce ne sia bisogno, ormai ho chiuso con mio fratello- rivela sorridendo leggermente.

Sposto il mio sguardo su ogni singolo dettaglio del suo volto, i suoi occhi lucidi, il sorriso leggermente forzato, i capelli scompigliati. Non voglio mai più vederlo così infelice, preferisco di gran lunga i suoi sorrisi maliziosi e le sue battute sulla mia altezza. Ricordo ancora il nostro primo incontro, mi sembrava un vero moccioso, ma guardandolo ora realizzo che... non mi sbagliavo.

Mi scappa una risata che fa subito rizzare le orecchi al moccioso che mi guarda interrogativo.

-Cosa c'è di tanto divertente- chiede incuriosito avvicinandosi al mio volto.

-Niente, stavo solo pensando a quanto ti amo- rivelo con un grande sorriso.

Gli occhi di Eren si spalancano e lentamente delle lacrime iniziano a bagnare il suo volto.

-Che succede?- chiedo divertito, mentre gli accarezzo leggermente la testa.

-è solo... solo... finalmente l'hai detto- dice quasi urlando incominciando realmente un pianto isterico.

-Dai ti stai comportando davvero da moccioso in questo momento- lo rimprovero, ma le mie risate sono bloccate da delle labbra che si posano con forza sulle mie. Dopo qualche minuto finalmente riesco di nuovo a respirare.

-Scordati che ti lasci andare, nano- afferma con una faccia serie il moccioso.

La nostra vita insieme è iniziata e ci riserverà parecchie sorprese, ma questa è un'altra storia.    

Fine

Spazio autrice:

Salve, so che molti sicuramente vorranno uccidermi per questo finale per due motivi 1) sicuramente perché è senza un po' di scene R18 2) per la fine insoddisfacente, anch'io la penso come voi ma non credo che farò un sequel, massimo accontentatevi di un capitolo extra che scriverò a breve. Comunque spero che la storia vi sia piaciuta  e che leggerete future fanfiction che scriverò (se ce le saranno, forse la prossima sarà una kagehina o una storia tra Deku e kacchan, non lo so, ditemi se siete interessati). In oltre ringrazio Carolina (@carol-urie) per il suo aiuto con la correzione, in più vi consiglio di leggere un suo libro (Doujinshi~Free! Iwatobi Swim Club) dove traduce in italiano varie doujinshi sull'anime free, ha intenzione di tradurre Stalking killing se non mi sbaglio. Quindi vi consiglio di andarci a dare un occhiata XD. 

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