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Il morale è basso

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Il morale è basso. Le giornate vuote.
Ho 20 anni, sono una bellissima ragazza, ho tanti corteggiatori, tanti soldi, tanti "amici" e...sono infelice. Perché? Semplice: avevo tutto e ora non ho più niente.

La morte improvvisa di mio fratello, in un incidente che non ha mai conosciuto un colpevole su cui puntare il dito, ha segnato la fine di una famiglia felice. Una felicità a quanto pare solo apparente visto che alla prima difficoltà si è sgretolata come un castello di sabbia.
All'inizio mia madre era incavolata con il mondo, poi con mio padre che non aveva saputo proteggerlo e poi con me perché avrebbe sicuramente preferito che al suo posto ci fossi io. Per giorni gridava come una pazza, sbatteva porte, sedie e sinceramente non riuscivo a capire il perché di questa reazione fino al giorno in cui, mio padre, ha tirato fuori dall'armadio bottiglie vuote di vino, vodka e altri superalcolici. Si, mia madre ha affrontato così il dolore, nel peggiore dei modi direi: affogandolo in una squallida bottiglia di whisky. Non sa più cosa significhi avere una casa, un marito, una figlia. Non cura più la sua persona. Non si preoccupa del nostro dolore, non ha più una vita sociale. Spesso mi trovo costretta a metterla sotto una doccia altrimenti non si laverebbe nemmeno. L'ombra di se stessa. La sua bellezza svanisce col passar del tempo. Il volto una volta sempre ben curato oggi è gonfio, rosso, tipico di una persona alcolizzata. La situazione va degenerandosi di giorno in giorno e sebbene io le stia sempre accanto, a lei non importa. Preferisce autodistruggersi giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Non accetta aiuto da nessuno. Odia tutti. Non vuole parlare con uno psicologo né tantomeno accetta un ricovero in qualche struttura specializzata. Non so se è per orgoglio, per testardaggine o perché sa che se continua così prima o poi morirà. Si, secondo me è la morte che lei cerca disperatamente. E mio padre? Mio padre assiste alla distruzione di mia madre senza alzare un dito. Non ha reagito a questo colpo basso della vita da vero uomo. È come se esistesse solo lui. Esce la mattina presto e rincasa a notte fonda. A volte non rincasa per niente. Continua a fare soldi. Per cosa gli serviranno? Non capisce che la sua famiglia non esiste più? Ho capito che è un grande egoista e nulla più.
Ed io in tutto questo?
Mi sento vuota e inutile.
Sono notti e notti che non dormo.
Non posso vivere più così, non posso rovinare anche la mia vita, devo riprendere in mano la situazione.

Lascio la mia stanza, mi dirigo al salone.
Lei è lì, sdraiata sul divano, dorme con la solita bottiglia in mano. Non dice nulla, non le dico nulla. Afferro le chiavi di casa ed esco. Tiro fuori la bici dal garage, monto in sella e pedalo fino al mare.

Pedalo senza pensare a nient'altro che al vento che mi scompiglia i capelli e mi accarezza dolcemente il viso.
Non esiste nessun problema o pensiero negativo in questo momento.
Pedalo fino a raggiungere la spiaggia e trovarmi di fronte al mare per lasciare che il mio sguardo si perda nei suoi bellissimi colori. Amo il mare. Amo nuotare tra le sue onde e affondare tra le sue braccia. Ma soprattutto amo affidargli i miei pensieri, i miei timori, le mie paure. Ogni volta sto lì per ore ad ammirare le onde che si muovono in un flusso continuo e penso alla leggenda che mi raccontava sempre mia nonna:-Mi vuoi bene?-chiedeva l'onda al mare. Ed il mare le rispose:-Il mio bene è così forte che ogni qualvolta che ti allontani per sfiorare la terra io ti tiro indietro per riportarti tra le mie braccia perché senza te la mia vita non avrebbe più significato. Sarei un mare piatto. Tu sei l'essenza della mia vita. E l'onda fu felice tra le braccia del mare.
Ecco, vorrei essere l'onda.
Vorrei essere cullata tra le braccia di qualcuno che mi faccia sentire essenza della vita.
Vorrei essere finalmente felice.

Un amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora