9.

12.5K 769 123
                                    

La macchina di Nick entra nell'enorme parcheggio illuminato dalla luce brillante dell'insegna del night club

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.






La macchina di Nick entra nell'enorme parcheggio illuminato dalla luce brillante dell'insegna del night club. Scendiamo. Il vento ha riempito di foglie cadute dagli alberi l'intero piazzale. Pochi passi e Nick si avvicina offrendomi una sigaretta dal suo pacchetto. La prendo, lascio che me la accendi e faccio due tiri con lo sguardo rivolto verso l'entrata del locale. Quanti ricordi!

"Sei mancato a tutti" dice Nick seguendo il mio sguardo ma soprattutto i miei pensieri.
"Anche voi mi siete mancati. Non potete capire quanto".
"Forza, entriamo. È giunto il momento di rifarsi del tempo perduto".
"Già". Rido al pensiero di ciò che mi aspetta dentro. Lanciamo il mozzicone rimasto ed entriamo.
Noto con piacere che il locale è strapieno.
"Non è cambiato nulla. Sono contento".
"Cosa sarebbe dovuto cambiare? Gli istinti degli uomini sono sempre quelli e questo è miglior locale, con le miglior mignotte, dove uomini soli e depressi hanno due tette da toccare".
"Ragazzetti che vogliono trasgredire buttando giù alcol come fogne e che si lasciano dilapidare una fortuna dalle ballerine sicuri di poter ottenere un servizietto nel prive'.
Mi fanno pena. Escono da qui mozzi, con le tasche vuote, gli ormoni a mille e i testicoli gonfi" aggiungo io, conscio di quanto le mie parole siano vere.
"Forza amico, andiamo a sederci. Il nostro divanetto è libero".

Sprofondiamo nelle poltrone e nella penombra del locale osservo le ballerine che si muovono intorno a dei pali. Altre ragazze sono sedute al bancone con l'intenzione di adescare la loro preda. Una di loro incrocia il mio sguardo, si alza, a passi lenti si avvicina a me. La fisso: è nuova. Le faccio cenno di sedersi accanto a me mentre chiedo ad una cameriera di portarci dello champagne. Capelli lunghi arancioni, più di un metro e settanta di altezza, pelle chiara, occhi scuri. Niente male direi osservandola meglio da vicino.
"Come ti chiami?" chiedo mentre sorseggio champagne.
"Bella".
"Sei nuova?"
"Lavoro qui da sei mesi. È la prima volta che ti vedo".
"Forse perché è la prima volta che vengo" mento, ma lei non può saperlo.
"Che vieni qui o è la tua prima volta in un night?"
"Prima volta in un night" dico girandomi verso Nick che, impegnato a flirtare con Sophie, una mora francese niente male, non si è accorto delle cazzate che sto raccontando. Riporto la mia attenzione verso la rossa.
"Delusione d'amore? Tua moglie ti ha tradito?"
"Non sono sposato".
"Oh!"
"Sorpresa? Pensi che un uomo come me possa essere sposato?"
"Avrai molte corteggiatrici, immagino. Non sei proprio niente male".
"Sai che ho pensato la stessa cosa di te? Come mai ti vendi?"
"Non mi vendo" risponde sorseggiando a sua volta lo champagne.
"Raccontala ad un altro".
"Mi diverte un mondo giocare con un uomo e poi vederlo andare via gonfio di eccitazione".
"Sei una mignotta".
"Vuoi un prive' ?"
"Si" non potrei mai rifiutarlo.
"Hai tante banconote?"
Prendo il portafoglio dalla tasca interna del mio soprabito, lo apro e le mostro il mazzo di dollari.
"Seguimi" dice alzandosi e facendosi strada tra la gente.
Mi alzo, guardo Nick che solo ora pare accorgersi di quello che sta accadendo, gli sorrido ironicamente e seguo la ragazza nel prive'.

"Siediti" mormora con voce roca spingendomi verso un divanetto.
La guardo mentre inizia a muoversi provocante e a togliere i primi indumenti. Prima il piccolo top nero di pizzo trasparente, poi la minigonna in pelle nera. Le calze autoreggenti le fasciano le lunghe gambe alla perfezione. La brasiliana di pizzo nero mostra i suoi glutei anch'essi perfetti. Il seno, avvolto in uno striminzito reggiseno di pizzo, pare voler esplodere fuori da un momento all'altro. E lei continua a muoversi provocante, piazzandomi praticamente in faccia i suoi glutei sodi. Con una mano mi sfiora il collo, poi si allontana e balla ancora per me. Si piega, si avvicina, si mette a cavalcioni sulla mia gamba, si struscia. Le blocco la mano e le faccio sentire la mia eccitazione.
"È vietato fare sesso qui" mi dice con voce roca. È eccitata quanto me.
"Non se ne accorgeranno".
"Oh si, invece. Controllano sempre".
"Qui non verrà nessuno".
"Sei così speciale?"
"Sono solo fiducioso" dico cercando il preservativo nel portafoglio.
"Mi dispiace, non posso rischiare il posto di lavoro".
"Mi dispiace un corno. Non puoi farmi eccitare e poi lasciarmi così".
"È questo il mio lavoro. Mi dispiace. Dammi quello che mi spetta". Altro che eccitata. È una troia come tutte quelle che stanno qui dentro. Il suo unico pensiero sono i soldi. Ma ha adescato l'uomo sbagliato.
"Ho capito. Rivestiti" dico infilandole i soldi nel reggiseno "si va a casa mia".

Un amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora