La sveglia trillò con tanta insistenza che Victor fu costretto ad allungare la mano nel vano tentativo di spegnerla. L'intento, però, per quanto buono, servì solo a far finire l'apparecchio sul pavimento che, proprio a causa della caduta, diede il via ad un'incessante, quanto fastidiosa, gracchiante suoneria; a cui avrebbe potuto porre fine, se solo si fosse deciso ad uscire dal suo letto e abbandonare così quel piacevole tepore.
«Non ti sembra l'ora di alzarti?»
Victor aprì gli occhi di colpo, incontrando, sulla soglia della stanza, il sorriso di Yuuri.
«Allora? Non vuoi venire?»
Il russo strabuzzò gli occhi, confuso. Si mise seduto, passandosi una mano sul viso e spostando alcuni ciuffi argentei dagli occhi. E Yuuri ne fu talmente intenerito da dimenticare per un attimo il motivo della sua presenza. Ma si riprese velocemente, non senza un pizzico d'imbarazzo, quando gli occhi si posarono su alcuni peli pubici che fuoriuscivano dall'orlo della trapunta.
Scosse il capo, prima di dargli le spalle. «Quindi dovrò fare colazione da solo», mormorò tra sé, dirigendosi in cucina.
«Yuuri... Ehi, Yuuri...» si lagnò Victor, precipitandosi velocemente fuori dal letto e correndogli dietro, completamente nudo.