Yuuri sfornò i biscotti allo zenzero e appoggiò la teglia sul ripiano di marmo, guardando le varie forme natalizie con un'espressione soddisfatta. Si tolse il guanto e lo appese al pomello del primo cassetto, prima di avvicinarsi alla penisola per sistemare sulla placca da forno, che aveva preventivamente preparato, l'ultimo carico di biscotti da cuocere. Una volta finito, lo afferrò e ritornò al forno, che una volta aperto gli appannò le lenti degli occhiali.
«E ora, inforniamo», sorrise nel sistemare la placca al centro. Poi, programmò il timer e andò alla ricerca del compagno che non si era fatto vedere per tutto il pomeriggio, ma non prima di essersi tolto il grembiule e esserselo lanciato alle spalle, facendolo finire dentro al lavandino. «Pessima mira Yuuri», sospirò sconsolato.
Lanciò un'occhiata nel salottino adiacente, ma di Victor nessuna traccia, solo Makkachin addormentato sul tappeto ai piedi del divano.
«Victor...?» provò nel mettere piede nella sala da pranzo, ma Victor non era neppure lì. Quando, all'improvviso, si rese conto che sapeva bene dove Victor poteva essersi rintanato e, infatti, lo trovò nel secondo soggiorno, più piccolo e adibito a sala di lettura, seduto a gambe incrociate davanti al grande albero di Natale che, sistemato nell'angolo della stanza a ridosso delle vetrate scorrevoli, illuminava il piccolo ambiente con luci variopinte che si accendevano ad intermittenza.
Sorrise, avvicinandoglisi. «Non avrai intenzione di aprire i pacchi in anticipo, vero?» chiese intenerito, notando quello che teneva tra le mani, la cui carta dorata sembrava essere stata creata per far aumentare la curiosità e spingere a scartarlo il prima possibile.
Victor reclinò il capo, imbronciato. «Perché non posso aprirlo subito?»
Yuuri sorrise intenerito e gli prese il viso tra le mani. «Perché altrimenti infrangeremmo la magia del Natale», rispose, piegandosi in avanti per sfiorandogli le labbra con un veloce bacio. «E noi non vogliamo farlo, no?»
Victor annuì e lo rimise in terra, senza staccargli gli occhi di dosso, mentre Yuuri si sedeva al suo fianco e osservava la mole di regali ai piedi dell'albero.
«Posso almeno sapere cosa c'è dentro a questo?» chiese, picchiettando l'indice su quello che aveva tenuto sino a poco prima tra le mani e che aveva le dimensioni di un libro.
Yuuri scosse il capo e Victor sbuffò sonoramente.
«Potrai farlo domani», disse Yuuri nel rimettersi in piedi e tendergli una mano, che Victor afferrò immediatamente. «In cambio, potrai mangiare qualche biscotto, sempre che non si siano già bruciati.»
Victor lo seguì senza dire altro, sorridendo e stringendo la mano che teneva ancora la sua.