Auguri

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Il profumo di caffè indusse Yuuri ad aprire gli occhi. Si guardò attorno con aria smarrita, prima di allungare una mano verso il comodino per afferrare gli occhiali e far cadere, inavvertitamente, la bottiglietta d'acqua sul pavimento.
«Iniziamo bene», sbuffò, piegandosi sul pavimento alla ricerca della bottiglia che, però, era rotolata sotto il letto.
«Così rischi di cadere», mormorò un alquanto divertito Victor, poggiato con la spalla sinistra contro lo stipite della porta e due tazze fumanti tra le mani.
Yuuri si tirò su e si mise gli occhiali, precedentemente abbandonati sul materasso. «Victor», sorrise, "buongiorno", disse ancora lievemente assonnato, coprendo un sonoro sbadiglio con la mano.
Victor sorrise intenerito, avvicinandoglisi. «Buongiorno!» Gli porse la sua tazza preferita ‒ su cui tanti barboncini si rincorrevano ‒ che Yuuri prese immediatamente e nel farlo gli sfiorò volutamente le dita. «E... Auguri!» concluse, piegandosi in avanti e lasciandogli un bacio tra i capelli.
«Te ne sei ricordato.»
«Ne dubitavi forse?» chiese divertito, sedendosi sul bordo del letto e allungando la mano libera per cancellargli tracce di saliva dall'angolo della bocca.
«Conoscendoti», mormorò Yuuri contro il bordo della tazza, prima di sorseggiare la bevanda calda. Non riuscì a trattenere le risa quando, sollevando lo sguardo, intravide il broncio di Victor. E fu questo a spingerlo a poggiare la propria tazza sul comodino e ad afferrare l'altro per il braccio, trascinandolo con sé sul letto, ignorando il liquido scuro che andava macchiando le lenzuola candide.

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