«Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno», contò Victor tutto eccitato, seguendo la lancetta dell'orologio appeso alla parete, che proprio in quel momento segnò il passare della mezzanotte. «Auguri Yuuriii», urlò, saltando addosso al compagno seduto sul divano e intento a rispondere al messaggio appena arrivato.
Il cellulare cadde sul pavimento e prima che Yuuri potesse anche solo pensare di riprenderlo, il russo gli si mise cavalcioni, inchiodandolo contro lo schienale del divano.
«L'hai fatto ancora». Mise il broncio.
«Sai che quello offeso dovrei essere io, vero?» chiese divertito.
«L'hai rifatto!» ripeté invece Victor. «Hai dato più attenzione a quel coso che a me», disse, indicando il cellulare con un cenno del capo.
«Non l'ho fatto!»
«Invece sì!»
«Victor...»
«Yuuri...»
«No.»
«Sì» e proprio nel momento in cui lo pronunciò, Yuuri scoppiò a ridere e Victor ne fu talmente sconcertato da lasciarlo andare, sbilanciandosi e finendo a gambe all'aria sul pregiato tappeto persiano.
Yuuri strabuzzò gli occhi, riuscendo a malapena a trattenere un'altra risata.
«Stai ridendo di me? Ci mancava solo questo e io che..." Ma non concluse il pensiero, perché si ritrovò inchiodato a terra, con Yuuri a cavalcioni su di lui. «Cosa stai...» Riuscì a pronunciare prima che l'altro insinuasse una mano sotto il maglione, accarezzandogli la pelle con la punta delle dita.
«A te cosa sembra stia facendo?» chiese con una punta di malizia. «Siamo entrati nel nuovo anno», sussurrò ad un soffio dalle sue labbra, «ed è giusto festeggiarlo come si deve, non trovi?»
Il calore nella sua voce impedì al russo di continuare con la sceneggiata.
«Hai riso di me amore, non dovrei...» mormorò, accarezzandogli la schiena con le mani aperte.
Yuuri si umettò le labbra.
«Ma forse potremmo solo... Sì, giusto per iniziare bene quest'anno. Sai...», gli afferrò i glutei con entrambe le mani. «Conosci quel proverbio che dice «se lo fai il primo dell'anno lo farai tutto l'anno"?» chiese, sollevandosi leggermente per rubargli un fugace bacio.
«Io lo ricordavo diverso, ma potrei sempre adeguarmi», mormorò, passandosi le mani tra i capelli e tirandoli indietro.