Dubhe avvertì pienamente, per la prima volta, la gravità del suo gesto. Quel giorno non aveva ucciso solo Gornar. Quel primo giorno d' estate erano morti tutti. Nessuno di loro era mai più stato lo stesso.
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-Ho visto tanti di quegli orrori, e ho sparso tanto di quel sangue...Forse all' inizio credevo davvero che fosse giusto. Mi avevano insegnato così, del resto. Ma alla fine il sangue ha coperto tutto: ogni ideale, ogni sogno. Adesso c'è solo morte, e io cammino sui cadaveri.-
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-Tu mi capisci, vero? Sai cosa accade quando uccidi, quando la tua vita si disfa in un istante, e il mondo cambia completamente colore e consistenza.
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E col nulla che ti porti dentro, dove sei arrivata finora?
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Era come andare verso un precipizio desiderando di fermarsi e di cadere nello stesso tempo.
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Affondò la testa fra le ginocchia, chiedendosi con un sorriso disperato se non fosse meglio prima, quando non c'era luce nei suoi giorni, e non aveva neppure la speranza di trovarne una. Ora vederla e sapere di non poterla raggiungere la dilaniava.
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-Ora ho qualcosa per cui vivere. Quindi posso anche morire, mi capisci?-
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È un vecchio. Solo un vecchio. È fatto di carne come tutti, anche per lui basta una lama.
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-Morire per qualcuno che ami è la migliore delle morti.
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Pianse lacrime di gioia.
-Posso venire adesso?- disse in un soffio.
Nihal si portò la sua mano al viso, e abbandonò la propria guancia nel suo palmo, fremendo a quel contatto.
-Sì- rispose con gli occhi lucidi.
-Ora sì.-
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Urlò fino a perdere la voce. Quante morti per un istante di follia. Quanto dolore e quanto sangue per un unico errore.
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