d i e c i

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D I E C I ;

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QUEL GIORNO AVEVO SOLO voglia di piangere.

Fu essenzialmente per questo motivo che decisi di prendere tra le mie mani le cassette registrate da Hannah e, dopo attimi di riflessione che mi parvero infiniti, decisi di ascoltarne un paio. Era passata circa una settimana da quando io e Zach avevamo ascoltato insieme la cassetta che riguardava lui. Da quel momento in poi, avevo deciso di prendermi una pausa dal mistero che riguardava la morte dell'adolescente e tornare a vivere nel presente. Avevo passato del tempo con Olivia e Diego – entrambi mi avevano dato un amichevole buffetto sul braccio per rimproverarmi di essere stata così assente nell'ultimo periodo – e avevo anche aiutato Alex a ri-integrarsi in una vita post-ospedale. Sapevo cosa significasse essere vittima degli ultimi pettegolezzi, ma la differenza tra quelli riguardanti me e Alex era stata sostanziale. Io ero stata screditata, insultata e non in pochi mi avevano addirittura augurato di morire (e tutto questo soltanto per una mia foto mentre ero topless!), mentre nel caso di Alex lo avevano visitato in molti, ripetendogli infinite volte quanto gli volessero bene. Sinceramente parlando, non sapevo se mi disgustasse di più il fatto che entrambe le cose erano state dette dalle stesse persone, o il fatto che tutte le persone che avevano parlato con Alex fino ad un giorno prima lo vedevano come un semplice reietto da evitare come la peste.

In ogni caso, rientrare a fare parte del mondo normale mi aveva fatto bene. Mi ero dimenticata quanto fosse rilassante andare a dormire senza dovermi tormentare su chi potesse essere la prossima persona che Hannah avrebbe accusato. Anzi, per qualche giorno mi ero addirittura scordata dell'esistenza di quelle cassette.

Ma io sono sempre stata quel tipo di persona che nei giorni negativi vuole rendersi la vita ancora più impossibile. Il tipo di persona che quando è triste invece che ascoltarsi una playlist di canzoni allegre e movimentate preferisce fare partire delle canzoni lente e tristi. Il tipo di persona che nei giorni più grigi prega che inizi a piovere per trovarsi più in armonia con il tempo atmosferico. Il tipo di persona che quando ha voglia di piangere invece di distrarsi, trova un modo per fare uscire le lacrime dai propri occhi.

E quale migliore modo della serie di cassette di Hannah? La prima che ascoltai fu la 4B, quella che parlava di Ryan Shaver. Ryan era uno scrittore per il giornalino della scuola, abbastanza popolare sia per essere un ficcanaso che per essere una delle prime persone apertamente gay. Nonostante tutto, non avevo mai avuto troppe occasioni per parlare con lui; entrambi evidentemente avevamo delle giornate troppo impegnate e quindi ci eravamo sempre e solo limitati a salutarci nei corridoi e a chiacchierare dei compiti nelle classi in comune.

Però mi ricordavo bene della poesia di Hannah. Ricordavo di averla letta e di avere pensato che fosse stata scritta da una persona con molto talento. Sotto un certo punto di vista, mi ricordava quelle poesie di scrittori amatoriali pubblicate su Internet, quindi pensai addirittura che Ryan l'avesse copiata da qualche sito e l'avesse fatta passare per propria. Una cosa era certa; non avevo idea che si trattasse del lavoro di Hannah. Tutti i segnali della sua depressione erano già presenti in poche parole, e non potei fare a meno di sentirmi leggermente in colpa per non essermi nemmeno preoccupata di cercare chi avesse scritto quella poesia. Forse, se l'avessi fatto, avrei trovato il modo di far capire Hannah che non era affatto da sola nell'affrontare i suoi problemi.

Scossi la testa, cercando di togliere dalla testa tutti i se e tutti i ma. Sapevo che non aveva senso continuare a rimuginare sul passato, ma quelle cassette erano delle perfide tentatrici in ambito. Capire di non essersi accorti della sofferenza di una ragazza che si è tolta la vita riuscirebbe a devastare la testa di chiunque. Solo andando avanti ad ascoltare capivo perché tutte le persone sulla lista avevano cominciato a comportarsi in maniera bizzarra – se ero sconvolta io, non riuscivo nemmeno ad immaginare che cosa avessero potuto provare loro.

reasons | zach dempseyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora