reasons | zach dempsey

u n d i c i

Arianna ha ormai finito la maturità e quindi è tornata! Questo sarà un capitolo relativamente corto, ma volevo scrivere soltanto della conversazione tra Evelyn e Jessica. L'argomento è veramente importante e quindi merita di essere l'unico di questo capitolo. Adesso che sono ufficialmente in vacanza, spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente la storia. Incrociamo le dita!

Un bacione, Ari x

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L'odore familiare della cioccolata calda di Monet's mi invase le narici. Ero seduta in un tavolo appartato, mentre che guardavo distrattamente le ultime notizie dallo schermo del mio cellulare. Continuavo a cambiare di posizione le mie gambe a causa dei nervi e ogni qualche secondo mi costringevo a respirare profondamente per tranquillizzarmi. Erano più di dieci minuti che aspettavo Jessica, ma di lei non c'era ancora traccia.

Non avevo sinceramente paura che mi desse buca. In tutto il tempo in cui ero stata sua amica mi ero abituata al suo essere costantemente in ritardo: che si trattasse della scuola o degli appuntamenti non cambiava.

L'aspettarla mi aveva dato il tempo di ripetere nella mia mente la conversazione che ci sarebbe potuta stare tra me e lei. Sapevo che sarebbe stato meglio fare spiegare tutto a lei senza darle fretta, ma avevo paura che senza una spinta da parte mia la ragazza sarebbe potuta stare in silenzio tutta la mattina. Mille altri dubbi mi invadevano la testa: era veramente lei la ragazza di quella cassetta? Una ragazza che potevo compatire in un certo senso, perché se non fosse stato per Zach e Diego avrei fatto la sua stessa fine? Era stato Bryce lo stupratore in quella cassetta, oppure un ragazzo completamente estraneo alla scuola? Per quanto ne sapevo, Hannah potrebbe avere parlato di due ragazzi del primo anno oppure di due persone di altre classi e che per questo non avevo minimamente sospettato. Ma il cambio d'umore improvviso di Jessica, il suo non volere più bere o andare alle feste nonostante quelle fossero state le sue due cose preferite della vita liceale, il suo essere sempre in perenne disagio vicino ai ragazzi... potevano essere soltanto coincidenze, ma sapevo che c'era comunque qualcosa sotto. Fosse stata lei la ragazza della cassetta o no, Jessica era mia amica e dovevo darle supporto morale per qualunque cosa le era successa. Le dovevo dare lo stesso supporto morale che si sarebbe meritata Hannah, ma che purtroppo nessuno le diede.

Sentii dei passi alle mie spalle ma non mi girai per controllare chi fosse. Ebbi la conferma che si trattasse di Jessica quando la vidi sedersi davanti a me, con indosso una giacca beige e un maglioncino nero. Era vestita fin troppo pesante per il clima che c'era fuori. Era ormai novembre, sì, ma le giornate erano ancora relativamente calde e vedevo alcune persone girare soltanto con una maglietta a maniche lunghe. La ragazza era in condizioni pessime. Le occhiaie sotto i suoi occhi si potevano vedere chiaramente e gli occhi stessi erano stanchi, privi di qualunque vivacità, tratto che invece aveva distinto il suo sguardo nel corso dell'anno. I capelli erano spettinati e raccolti in una coda disordinata. Aveva messo le mani sul tavolo, afferrando la cioccolata calda che avevo ordinato per lei e che ormai si era un po' raffreddata, ma le sue dita continuavano a tremare e temevo che l'avrebbe fatta cadere a terra.

«Jess,» incominciai io, tossendo per schiarirmi la voce, «hai un aspetto tremendo. Cos'è successo?»

La Jessica che conoscevo avrebbe accennato un sorriso per il mio tono estremamente onesto, ma quella che era seduta davanti a me mantenne uno sguardo impassivo e si limitò a bere un sorso della bevanda. Alla fine, quando pensavo che avrei dovuto parlare di nuovo io, la ragazza disse: «Tutto. È successo veramente tutto.»

Sentendo il tono spezzato ed estremamente sofferto con cui mi aveva risposto, mi affrettai a riporre le mie mani sopra le sue, che stavano ancora circondando la tazza. Le sue mani erano ghiacciate, nonostante fossero a contatto con una bibita ancora un po' calda.