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23/settembre/2017
bokuaka,

Non si poteva dire che Bokuto Koutaro fosse un asso in tutto, escluso il suo ruolo di capitano nel club di pallavolo, ma di certo lo era quando si trattava di fare sorprese al proprio fidanzato

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Non si poteva dire che Bokuto Koutaro fosse un asso in tutto, escluso il suo ruolo di capitano nel club di pallavolo, ma di certo lo era quando si trattava di fare sorprese al proprio fidanzato.
Il suo caro, carissimo ragazzo. Lo stesso che aveva osservato in silenzio per mesi prima di trovare il coraggio di dichiararsi. Pensava che sarebbe diventato pazzo a forza di amarlo con tutto sè stesso.

Lo conosceva proprio grazie al loro club sportivo. Non era altri che "l'alzatore super-carino" - le stesse parole che sentiva dire dalle sue compagne di classe e che gli facevano provare quella sensazione d'orgoglio poiché i due uscivano insieme - della sua squadra. Un anno più giovane, altezza media, capelli scuri e occhi seri. Non era una persona di grandi parole, ma a questo ci pensava Bokuto.

In effetti, erano così differenti tra loro. Akaashi era capace di rimanere in silenzio anche per ore intere, mentre Bokuto aveva quasi il bisogno di liberare la propria voce ogni tre minuti e mezzo al massimo. Akaashi non attirava molti sguardi su di sè, se non per la rara bellezza, mentre Bokuto era solito a mettersi al centro dell'attenzione. Akaashi non era quasi capace di fare o dire battute, mentre Bokuto viveva di essi.

Ma sì amavano come il giorno ama la notte, si poteva dire che avevano messo tutti loro stessi in gioco in quella relazione. Il modo in cui le loro diversità erano capaci di incastrarsi tra loro li incantava, e allo stesso faceva desiderare ad entrambi sempre di più.

E soprattutto Bokuto, pensava che non sarebbe mai stato capace di stufarsi dell'altro, anche nel mezzo di una lite non avrebbe trovato il coraggio di dirgli di lasciarlo da solo. Voleva stringerlo in ogni momento, anche la mattina quando era scazzato e non desiderava nessuno, mentre era a lezione e guardava fuori dalla finestra annoiato.

Voleva Akaashi per un tempo indeterminato, e temeva che questo desse fastidio all'altro. Proprio per questo, cercava di non essere monotono, e si impegnava nel fargli più sorprese possibili. Come quel pomeriggio di ottobre.

il più grande aveva mandato un messaggio sul telefono dell'altro, dicendogli di incontrarlo nel loro "posto speciale". Questo non era niente di più di una comune panchina, con la vernice che ormai era più quella che era stata cancellata che quella che rimaneva, all'ombra di quello che un tempo era stato un bellissimo ciliegio fiorito. Ed era lo stesso posto in cui, molto confusamente, Bokuto aveva borbottato qualche frase a proposito dell'amore e su quanto non l'avesse mai capito, ma di come in seguito aveva cominciato a comprenderlo solo incontranto gli occhi di Akaashi.

In quel posto il divertente e rumoroso Bokuto sembrava svanire del tutto, in quel posto arrivava un altra personalità, più tranquilla, più serena, e più seria. Ci arrivava una parte di sè che rivelava solo a poche persone, che si potevano contare benissimo su una mano.

Quel giorno si era messo qualcosa di più elegante del solito, senza limitarsi a una t-shirt monocolore e un paio di pantaloncini di tuta. Aveva messo una bella maglia, e un paio di jeans nuovi. Aveva pettinato con più cura i propri capelli, per poi sorridere e guardarsi allo specchi sicuro di sè.

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