14-Sarah

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La sveglia sul mio comodino mi intimava di alzarmi, ma il mio corpo controbatteva, rimanendo sdraiato.

Vinse la sveglia: era una lotta inutile.

Una volta in piedi notai un foglio di carta ripiegato con cura e poggiato sul baule in fondo al letto, lo presi e iniziai a leggerlo.

Appena lessi il mittente un brivido mi percorse l'intera schiena dorsale facendomi accasciare sul letto.

Notai con stupore di non essermi accorta la sera prima che Harry non c'era, non aveva dormito lì.

Mi ripresi: non doveva importarmi, non stavamo insieme.

Un altro brivido mi percorse quando immaginai i suoi occhi di un grigioverde acceso che brillavano al buio, poi cessò quando di fianco a lui apparvero mille dubbi riguardanti quella notte.

Smettendo di pensarci all'istante aprii la lettera.

Erano poche parole: nette e decise, che mi fecero rimanere a bocca aperta.

Addio, mi mancherai.
Tuo; Harry.

Se n'era andato mi aveva lasciata da sola.

Ripensai alla promessa che gli avevo fatto, a tutto ciò che mi aveva detto, a quel "resta" gridato al vento, alle prese in giro di cui ero stata vittima, ai segreti confidati e rimasti dove nati.

Lacrima dopo lacrima scoprii di stare piangendo,non capivo più niente, sapevo solo di essere triste e arrabbiata, confusa e sbiadita.

Non capivo, anche se avrei dovuto.

In fondo noi due non eravamo niente, non lo eravamo mai stati, non c'era bisogno di arrabbiarsi, non dovevo per forza capire tutto ciò che faceva.

Non importava se mi ero innamorata dei suoi occhi e se non mi si toglievano dalla mente, non importava se adoravo guardarlo mentre lottava per poi medicarlo subito dopo, non importava se ormai mi ero abituata a dormire nel letto accanto al suo e non mi addormentavo prima di sentire il suo profumo inondare la stanza, non importava se mi sentivo morire a non averlo più, a ripensare a tutte le cose che non avevamo fatto a quelle che avremo potuto fare, non importava più niente, se lui non c'era,

Ero arrabbiata, solo perché l'unica cosa che mi aveva scritto era "addio", o forse era l'unica che avevo letto.

Quando una persona ti dice "addio", quando qualcuno ti abbandona, te ne infischi del "mi mancherai" o del fatto che si ritiene tuo.

Addio vuol dire che non ci saremmo più rivisti, che mi aveva abbandonata, non importava se gli mancavo o che si sentisse mio, non ci sarebbe stato più nulla.

Le lacrime avevano ormai inondato la mattinata.

Scesi di sotto decisa a distrarmi, prendendo il mio telefono e controllando i messaggi.

Era un Nokia: brutto, piccolo, rotto per i tanti anni che lo usavo, ma ancora efficiente, quindi lo tenevo.

D'altra parte vivendo in un orfanotrofio e lavorando sì e no, non potevo permettermi chissà cosa.

Non avevo punti messaggi, quindi non c'era niente da guardare, se non il contatto di Harry che mi aveva bloccata e che era uscito da tutti i gruppi che avevamo in comune.

Era evidente, voleva dimenticarsi di me.

Non importava, però, anch'io mi sarei dimenticata di lui, anche se faceva male, anche se non avrei resistito.

Arrivata in salotto notai Nathan e Zack seduti sul divano e tirai un sospiro di sollievo: non c'era niente di meglio che sedersi fra loro due quando ero triste.

Notarono subito che stavo piangendo: Nath assunse un'aria preoccupata, l'altro arrabbiata.

Erano entrambi preoccupati per me, l'unica differenza era che Zack era anche arrabbiato con la persona che mi aveva fatta stare male e pensava sia a me che ad uccidere lei, Nath invece era più calmo e cercava solamente di tranquillizzarmi.

Non sapevo scegliere tra i due, sicché prendevo entrambi.

Appena mi sedetti notai che mascella di Zack era stretta e aveva lo sguardo preoccupato, una via di mezzo fra ansioso e incazzato col mondo.

Mi strinsi a lui che cominciò ad accarezzarmi la testa, mentre Nathan mi faceva i grattini alla schiena e, sentendomi a casa, scoppiai di nuovo in un pianto liberatorio, che li fece stringere a me ancora di più.

Era sempre andata così: quando volevo divertirmi in modo particolare c'erano Niles e Luke, per le altre cose c'erano Zack e Nathan, e io non avevo chissà quali preferenze.

Quando volevo soffrire invece, come in questo caso, c'era Harry Edwards , fatto apposta, impossibile da cambiare pure per sua madre.

Una domanda mi distrasse dai miei pensieri: Zack mi aveva chiesto cosa avessi di tanto brutto da farmi piangere a quel modo attaccata al suo petto rovinandogli la maglietta di Armani, ovviamente falsa, o meglio, mi aveva chiesto cosa mi avevano fatto di così tanto stronzo da ridurmi in quello stato.

Risposi la verità, dissi loro tutto ciò che dovevano sapere nei minimi dettagli, tutto ciò che non sapevano e che li sarebbe stato utile per uccidere Edwards, che mi stava facendo così tanto male.

Da quanto ero delusa non trovavo nemmeno le lacrime per piangere.

"Gli avevo detto di starti lontano, di non farti soffrire, di non illuderti come fa con le altre, ma non mi ha dato retta, a quanto pare. Dunque è scappato di nuovo? Bene, che resti dov'è, ti passerà, Sarah, ti aiuterò io a fartela passare. Ci siamo noi, ci siamo sempre stati" ammise Nathan, mi sembrava convinto quindi gli credetti.

Aggiunse che Harry glielo aveva promesso, quindi precisai che aveva promesso molte cose, senza mai mantenerle, che c'era da aspettarselo.

Ciò che mi meravigliava era che Zack e Nath erano amici di Harry, ma stavano consolando me, quindi chiesi loro il perché.

A rispondermi fu Zack: "Hai ragione, siamo amici di Harry, è il nostro migliore amico, ma nessuno deve toccare mia sorella"

Quell'affermazione mi commosse, e li abbracciai di nuovo.

Era vero: eravamo cresciuti come fratelli, avremo sempre preferito uno di noi agli altri, ma mai gli altri ad uno di noi.

L'unica pacchia era che, senza di lui, era come se avessi il cuore a metà, che solo una persona poteva colmare, ma quella persona mi aveva abbandonata, distruggendo tutto ciò che c'era stato fra noi, anche il più semplice "buonanotte", con un misero e inutile bigliettino.

Decisi di smetterla di piangere, ormai non ne valeva più la pena, non sarebbe tornato da me, non più.

Via Di FugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora