pazzo del mio migliore amico

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"Luke Robert Hemmings!"

La voce, arrabbiata, di suo padre echeggiò nel salotto di casa Hemmings, dove lui, suo figlio e sua madre si erano riuniti.

"Mi spieghi cos'hai intenzione di fare?"

Suo padre, Edward Hemmings, era davvero furioso, si capiva sia dal modo in cui stringeva in un pugno la maglia nera dei Nirvana del figlio, sia da come con la mano libera agitava la lettera spedita dal preside, la seconda in tre mesi.

Luke non si era scomposto più di tanto, era abituato alle grida del padre, che da lui pretendeva sempre il massimo in tutto.

"Solo perché tuo padre é ricco non significa che tu possa permetterti di fare qualsiasi cosa, chiaro?"

Il padre lasciò la presa della maglia del figlio diciassettenne, che in questi mesi non aveva fatto altro che causargli problemi.

Il ragazzo continuava a guardare l'uomo davanti lui con aria di sfida, giocherellando con il suo piercing al labbro inferiore.

"Sei solo un ragazzino che deve ancora crescere!"

Il signor. Hemmings lasciò cadere la lettera sul tavolo, uscendo dalla stanza, la madre, invece, si era semplimente limitata a guardarlo, scuotendo la testa, come per dire "mi sarei aspettata un figlio migliore." , per poi dirigersi in cucina.

Luke era rimasto nel salone, buttato sul divano, guardandosi intorno, come se in quei muri color panna potesse trovare il modo di scappare da quell'inferno. Non che non gli piacesse Sidney, anzi, solo non voleva stare in quella casa, in quella famiglia, con suo padre che lo rimproverava ogni volta che ne aveva occasione, e con sua madre, che con un semplice sguardo riusciva a farlo sentire sbagliato, più di quanto credeva di essere.

"Calum, hai preso tutto?" Disse una donna fuori la ex- casa Hood.

"Si." Il ragazzo sbuffó, dandò un'ultima occhiata alla sua ex-camera, ormai vuota, per poi uscire fuori dove una signora sui quarantotto anni lo aspettava dentro un'auto.

"Senti, so che non vuoi partire, ma vedrai che..."

"Cosa? Vedrò cosa? Tanto partiamo ogni mese, no?" Il moro guardó sua madre dietro il finestrino abbassato, per poi entrare dentro il veicolo.

Per quasi tutto il viaggio nessuno dei due parlò, poi la donna decise di rompere il silenzio.

"Ti piacerà Sidney." Stessa frase ogni volta, solo con città diversa.

"Melbourne non andava bene?"

"Calum, lo sai che il mio lavoro mi costringe a cambiare città." rispose la signora, stringendo il voltante e guardando la strada davanti a loro.

"Sì, ma ogni volta che trovo degli amici il tuo capo chiama e ti dice che devi andare lì, poi là, che devi stare per due settimane in quella città e cose così."

"È il mio lavoro. Non posso farci nulla."

Il moro non replicó, dato che la voce di un diciassettenne non contava nulla, si limitò a sbuffare guardando il paesaggio australiano che scorreva davanti ai suoi occhi.

Dopo un' altra ora di viaggio erano arrivati davanti la loro nuova casa.

"Che te ne pare?" chiese la donna, scendenendo dall'auto.

"È... è OK." rispose freddo il ragazzo, osservando la loro nuova abitazione, quel posto non gli faceva ne caldo, ne freddo, ma avrebbe di gran lunga preferito la sua casa di Melbourne.

Nel frattempo, la situazione a casa Hemmings si era calmata (si fà per dire). Il padre era seduto su una poltrona in soggiorno a leggere un vecchio giornale, mentre Luke si era rinchiuso nella propria camera, suonando la sua amata chitarra della Gibson, ma quel velo di tensione c'era sempre.

"Luke!" Il ragazzo posó lo strumento in un angolo e scese di sotto.

"Luke, abbiamo dei nuovi vicini, perché non vai a presentarti?" Disse la donna, poi continuò sussurrando "anche per far calmare tuo padre." Il biondo annuì, a volte, anzi, quasi sempre, non la capiva proprio sua madre, prima riesce a farlo sentire uno schifo con un semplice sguardo, poi cerca quasi di aiutarlo.

Uscì di casa e vide una donna e un ragazzo intenti a portare in casa delle valige.

"Dovranno essere loro..." pensò, per poi avvicinarsi.

"Ehm..." Diede due colpi di tosse finta per farsi notare, non sapeva mai come iniziare questi discorsi, era sempre stato di poche parole.

"Ohw, hai bisogno di qualcosa?" disse la donna voltandosi verso il biondo, squadrandolo da capo a piedi.

"No no, volevo solo presentarmi. Piacere, io sono Luke Hemmings, il vostro vicino." disse Luke, mostrando uno dei suoi sorrisi stupendi, allungando il braccio verso la donna per stringerle la mano.

"Piacere mio, Luke. Io sono Cassandra Hood, e lui è mio figlio, Calum" la signora sorrise ampiamente, per poi stringergli la mano, cosa che fece subito dopo Calum.

"Da dove venite?"

"Melbourne...Canberra...un po' tutti i posti." rispose il moro, suscitando una risata accennata in Luke, guardando la madre, che ricambió lo sguardo, per poi tornare a guardare il biondino.

"Siamo di Canberra."

"Canberra, la capitale, bel bosto. Volete che vi dia una mano con le valige?"

"Grazie mille, Luke. Ma non vogliamo disturbarti."

"Nessuno disturbo, tranquilli." rispose il ragazzo, prendendo in mano una valigia. "Dove devo metterla questa?"

"Vieni, ti faccio strada." Rispose Calum, accennando un sorriso per poi entrare in casa, facendo cenno a Luke di seguirlo.

"Posala pure lì." Il moro indicó un punto a caso di quella che doveva essere la sua nuova camera.

"Allora, Calum, come ti sembra Sidney?"

"Bhe, non posso dire molto, dato che ho visto solo il tratto di strada dal cartello con la scritta 'Welcome To Sidney' a qui." Rispose ridendo l'altro, contagiando Luke con la sua risata.

"Davvero? In questo caso mi offro come tua guida personale, e oggi pomeriggio ti faccio fare un giro turistico, va bene?"

"Ohw, perfetto, grazie Luke."

"Bene, allora alle 16 davanti il bar di Rose."

"Alle 16 davanti dove?"

"Ouch, vero, alle 16 qui davanti allora." Si corresse, ridacchiando.

"Perfetto."

#spazioautrice

Ehy ehy ehy! Allora, questa è un "introduzione" ((orrenda)) della mia Fan Fiction Cake, quindi su Calum e Luke dei 5 Seconds Of Summer.

Mi scuso per eventuali errori e ripetizioni, ma come si puó notare, non sono molto brava,lol.

Bene, detto questo, spero vi piaccia, se volete potete scrivermi anche su twitter, sono @/vivodimaljk.

A presto gentah !

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