Capitolo 2

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"Luke!" Il ragazzo si rigirò nel letto, senza fare il minimo sforzo per aprire gli occhi.

"LUKE ROBERT!" La voce della donna arrivó di nuovo alle sue orecchie, questa volta peró si alzó. Odiava essere chiamato con il suo nome completo, Luke Robert Hemmings, non lo sopportava, lui era semplicemente Luke Hemmings, e ancora meglio, solo Luke. Alzó le persiane, stropicciandosi gli occhi con le mani per abituarsi al sole australiano delle sette e mezza, anche se ormai mancava nemmeno un mese a Natale, in Australia, o almeno a Sydney, faceva abbastanza caldo, come se fosse metà maggio. Tipico dell' Australia.

Odiava anche alzarsi così presto, specialmente se é lunedì, e se alla prima ora ha letteratura. Ma ormai era in piedi, e le uniche alternative erano saltare scuola o fingere una crisi epilettica ed andare in ospedale. Decise di scartare entrambe, soprattutto quella della crisi, dato che era davvero una frana a mentire, iniziava a ridacchiare e a volte arrossiva anche, in casi eccezionali peró. Prese una maglietta nera e dei skinny jeans dello stesso colore e andó in bagno per lavarsi.

"Luke, muoviti!"

"Ho fatto, mà." Disse ridendo appena, ecco, mentiva. Quando mentiva rideva sempre, anche se diceva una bugia sull'orario. Infatti non era pronto, in piedi davanti allo specchio, a litigare con il suo solito ciuffo ribelle, che quella mattina aveva deciso che doveva avere tremila ciocche fuori posto.

Alla fine, peró, riuscì a preparasi, alla fine cioé dopo altri 10 minuti.

8:15, un quarto d'ora scarso per arrivare in tempo.

"Ciao mà, ciao pà!" Disse urlando appena, mentre si affrettava ad uscire. L'autobus passava alle otto, quindi doveva per forza andare a piedi. Per sua fortuna, vide uscire dalla porta della casa davanti la sua Calum.

"In ritardo il primo giorno? Hood, mi soprendi. Vergogna!" Lo riprese scherzando.

"Mi scusi, signorino Hemmings, ma anche lei é in ritardo." Ribatté l'altro.

"Esatto, quindi dobbiamo sbrigarci, dato che alla prima ora ho letteratura, e se arrivo tardi anche oggi la Smith mi uccide, o peggio, mi interroga."

"La Smith?" Lo guardò abbstanza perplesso, dato che non aveva ancora messo piede nella sua nuova scuola, ed era già tanto se sapesse a che anno era.

"La professoressa di letteratura, se segui il mio corso ti consiglio di non arrivare tardi, quindi sbrighiamoci!" Spiegò sbrigativo il biondo, iniziando a camminare, o meglio, a correre, verso l'istituo, seguito da Calum.

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"Allora, che corsi?" Chiese Luke al ragazzo, appena uscito dalla segreteria

"Prima ora, letteratura, con la Smith."

"Uh, bene, soffrirai con me, compagno di sventure!"

"Mh, almeno avrò compagnia. Ora, mi mostri la strada? È già tanto che siamo arrivati in tempo." Disse soffocando una risata, per poi venire preso per un braccio da Luke, che, accortisi che erano in ritardo di 5 minuti, inizió a camminare a passo svelto, sveltissimo, verso l'aula di letteratura.

"Hemmings, sempre in ritardo." Disse la professoressa, voltatasi verso la porta, putando il suo sguardo sui due ragazzi. "Tu invece devi essere Hood, il nuovo alunno." Il ragazzo annuì, passandosi una mano fra i capelli per il leggero imbarazzo.

"Bene, ora potete anche sedervi, o volete rimanere in piedi?" Disse di nuovo la signora, andarono verso due banchi liberi nella fila a sinistra, mentre Calum cercava di non ridere ai commenti delle ragazze su di lui, come ad esempio "Questo Hood é proprio un figo della madonna." o di quelli delle solite troiette in astinenza "Potrei farci una cosa a tre con quei due."

pazzo del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora