Capitolo 9

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Erano circa le sei di pomeriggio quando rientrai a casa, con l'intezione di darmi una lavata e di uscire di nuovo per andare da Cal. I miei erano ancora in un ufficio e trovai un post-it sul frigorifero: "Questa sera torneremo tardi, c'è qualcosa da mangiare nel microonde, accendilo e falla riscaldare per un quarto d'ora, buon appetito xx -Mamma". Mi appuntai mentalmente di questa cosa e salii le scale, presi il telefono che avevo scordato in camera quando ero uscito con Ashton e diedi un'occhiata ai messaggi, che erano una trentina da parte del gruppo della classe di matematica. Lessi qualche parola per messaggio ma capii che per domani c'erano abbastanza compiti, quindi chiesi ai miei compagni di mandarmi gli esercizi già fatti. Dopo cinque minuti mi arrivarono sei o sette foto delle pagine del libro riempite dalla scrittura precisa di Claire, era una delle piú brave della classe e, fortunatamente, anche molto generosa.

Presi il quaderno e qualche libro a caso da posizionare sotto di esso, in modo a poter scrivere decentemente sul letto. Dopo un quart'ora finii di copiare, e andai subito a farmi una doccia veloce, con il pensiero fisso di andare da Calum.

Dieci minuti dopo ero fuori la porta della casa davanti la mia, aspettando che qualcuno mi aprisse.

"Luke! Che ci fai qui?" Disse la mamma del mio amico quando aprì la porta, le dissi che ero venuto a vedere come stesse Calum, e lei mi mandó al piano di sopra. La porta era aperta, ma Calum non mi vide comunque, avendo la testa chinata su un libro, probabilmente di scuola. Mi avvicinai quindi piano a lui, picchiettando le dita sulla sua spalla, urlando poi un "BU!", Cal si giró di scatto, spalancando gli occhi, per poi lasciarsi cadere a peso morto sul letto, aprendo le braccia e tirando fuori la lingua, come se fosse morto.

"Alzati scemo" dissi ridendo, mentre con un braccio lo facevo mettere di nuovo a sedere, mi sedetti sul letto accanto a lui.

"Ciao anche a te, Luke. Come mai qui?"

Be', sai com'è, tuo padre apparentemente in galera mi aveva aperto la porta e io pensavo ti avesse ucciso o roba simile, ma tranquillo, comunque, mi passi gli appunti di storia?

"Volevo sapere come stavi, quindi, come stai? ti senti meglio?"

"Oh sì sì, domani torno. Stavo giusto ripassando le ultime cose di grammatica" io annuii, poi chiusi il suo libro, mandandolo alla fine del letto, mentre lo guardavo come per dire "spero non ti dispiaccia".

"Sai...veramente sono venuto qui anche per parlarti di altro, sempre se vuoi, ovvio"

"Certo Luke, dimmi tutto"

"Okay..allora.. prima sono venuto a vedere come stavi, ma mi ha aperto un signore, e mi ha detto di essere tuo padre, io me ne andai, ma dopo un paio di passi mi ricordai che tu mi dissi che tuo padre era, sì insomma, in prigione..e uhm, volevo assicurarmi che tu stessi bene" tenni lo sguardo fisso sulla coperta e lo alzai solo quando smisi di parlare, per quardare la reazione del mio amico.

Chiaramente tralasciai la parte in cui salgo sulla scala e lo spio dalla finestra per non sembrare uno stalker, be' forse sono un po' stalker, ma non deve necessariamente saperlo.

Calum mi stava fissando, e aveva annuito appena con la testa.

"Sì..uhm.. è uscito di prigione, ed è venuto qui, ma io e mia madre stiamo bene, non preoccuparti" accennó un piccolo sorriso, non sembrava del tutto convinto, ma lasciai correre. Del resto, lo conoscevo da poco, non potevo aspettarmi di conoscere ogni attimo della sua vita. Mi limitai ad abbracciarlo e lui mi circondó la vita con le braccia abbastanza velocemente. Rimanemmo così per circa, ugh, non lo so, ma credo che fossero un paio di minuti pieni di silenzio. Mi invitó a cena da lui, e visto che l'alternativa era una fettina riscaldata (che sarebbe stata sicuramente bruciata viste le mie capacità in cucina) accettai volentieri.

pazzo del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora