Capitolo 3

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Continuai ad osservarlo per altri cinque minuti abbondanti, fino a quando non smise di parlare al telefono, non sopporto vedere la gente piangere, devo sapere perchè era in quello stato.

CALUM POV

Chiusi la chiamata, mi alzai dal letto ed iniziai a fare su e giù per la stanza. Ero nervoso, troppo nervoso, forse anche spaventato, molto spaventato. Come poteva essere tornato? Non era a Miami, in America? No... no, questo é solo un incubo, sì. Cioé, non può tornare così, da un giorno all'altro dopo essere sparito per dieci anni, sopratutto non puó tornare dopo quello che ha fatto in otto anni. Continuai a pensare a tutte le spiegazioni possibili, voleva continuare quello che aveva iniziato dieci anni fa? O semplicemente vendicarsi? Oppure ha preso l'aereo sbagliato ed é arrivato a Canberra e ora sta venendo qui con un treno sbagliato?

Sentì la porta d'ingresso aprirsi, mia madre, uscii velocemente dalla mia camera e scesi le scale.

"Cal, che succede?" Mi chiese, notando la mia preoccupazione.

" È... è t-tornato..." Dissi torturandomi le mani. Mi madre diventò subito pallida in volto, di certo voleva vederlo mille volte in meno di me.

"...Sandra mi ha chiamato e me l'ha detto..." continuai

"No... n-non é p-possibile..." Rispose, cercava di non piangere, ma aveva gli occhi lucidi e la preoccupazione nella sua voce era chiarissima, aveva paura, anche io avevo paura, lui avrebbe potuto fare di nuovo del male a mia madre, ma questa volta non l'avrei permesso.

"Andrà tutto bene... te lo prometto."

"Cal..." l'abbracciai di colpo, per rassicurarla, mi strinse forse per poi staccarsi e sedersi su una sedia nel soggiorno.

No, non poteva essere tornato, ma Sandra, mia sorella, mi ha chiamato e l'ha detto, e non vedo motivi per poter inventarsi una cosa come questa, specialmente dopo quello che ha fatto. I ricordi, sebbene molto offuscati dato che risalivano a 10 anni fa, iniziarono a riempirmi la testa, lui che picchiava mia madre, io e mia sorella rannicchiati in un angolo della cucina ad osservare la scena senza poter fare nulla. Ecco, le lacrime iniziarono di nuovo a rigarmi il viso. Odiavo piangere, non volevo sembrare debole, non lo sopportavo.

LUKE POV

Stavo sdraiato sul mio letto, pensando e ripensando a cosa sia successo a Calum, arrivando alla conclusione che non l'avrei mai scoperto, perchè io della sua vita non sapevo nulla, apparte il fatto che ha viaggiato da una parte all'altra dell' Australia per via del lavoro della madre. Poi la suoneria del mio telefono interruppe i miei pensieri, sbloccai il cellurare e lessi il nome sullo schermo:

Da: Mikey

Ehy, ti và di fare un giro? Ceniamo da Rose. x

A: Mikey

Mh, certo, tra dieci minuti davanti casa tua, okay? x

Nemmeno un minuto che arrivó la risposta

Da: Mikey

Va bene, a tra poco, Lukey. x

Scesi al piano di sotto e mi infilai velocemente le Vans nere

"Mà, ceno con Michael, a dopo"

Uscii velocemente da casa e iniziai a camminare verso la casa di Mikey, non é molto distante dalla mia.

"Lukey!" Michael uscì di casa, salutandomi con una pacca sulla schiena.

"Ehy... Mikey!" dissi, cercando di essere più naturale possibile, dato che la mia testa era ancora occupata dalla scena che avevo visto circa mezz'ora fa.

pazzo del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora