Prologo

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12 anni prima...
Alzo lo sguardo controllando Beatrice. Più che una tutrice dovrebbe fare il militare: mi controlla con uno sguardo di fuoco, i suoi occhi non lasciano trapelare nient'altro che severità. Ricomincio a strappare ciuffetti di erba.
Sento le urla di bambini che giocano, il rumore di palloni tirati, le tutrici che chiacchierano tranquillamente... tranne la mia. Con tutte le tutrici che ci sono, proprio lei! Insomma, Laura, Valery e Rose sono delle bravissime donne: mi fanno fare tutto ciò che voglio. Invece, l'universo vuole che io sia sotto la responsabilità di quella strega di nome Beatrice.
Sento la presenza di una bambina, si siede vicino a me. Spero con tutta me stessa che non cominci a parl...
"Ciao bambina" non mi giro neanche. Non ho voglia di sentirla parlare e tantomeno di giocare con lei. Catturo una formica tra le mie dita e ci gioco bloccandole le vie di fuga. Sono talmente concentrata che mi dimentico della bambina dai tratti sudamericani che aspetta che la saluti.
"Vuoi giocare con me?" Mi chiede di colpo. Perdo la concentrazione e la formica riesce a fuggire. Ormai posso dire addio all'unica scusa per non parlare a questa bambina. 
Mi giro molto lentamente, prendendomi tutto il tempo a mia disposizione. La bambina sembra risultare molto paziente e perseverante. Non mi piace.
Faccio per aprire la bocca per insultarla, ma non voglio sprecare parole con lei quindi la richiudo subito.
Scuoto leggermente la testa per farle capire che non ho intenzione né di parlarle né tantomeno di giocare con lei. La bambina, avendo capito le mie intenzioni, prende e se ne va.
Ha capito.
Controllo di nuovo Beatrice che, per mia fortuna, sta sgridando un'altra bambina che si è sbucciata un ginocchio. Approfitto della situazione per prendere il mio zainetto e iniziare a correre.
Ogni tanto mi giro per controllare la tutrice. Non si è accorta di niente. Continuò a correre sorpassando lo scivolo. Scavalco la recinzione del parco giochi e mi dirigo verso un muretto bianco, senza nessun murales o scritta, per ora.
Poggio il mio zaino per terra e tiro fuori la bomboletta nera e quella azzurra. Comincio a tempestare il muro di stupidaggini tra cui carte da poker, rose in fiamme e scritte che recitano: 'Tutrici non sono meglio del diavolo' o 'Libertà non significa orfanotrofio'.
Mentre termino il disegno di una bandiera vedo un bambino dai capelli color corvino e ricci avvicinarsi. Ho subito intenzione di mandarlo via perché ha interrotto l'unico momento in cui potevo stare da sola.
Mi giro con sguardo assassino ma poi guardo i suoi occhi. Che belli che sono. Sono color cioccolato con delle sfumature verdi. Mi viene voglia di disegnarli. Non ho mai visto occhi così...
"Ciao." Dice il bambino. Sono talmente concentrata che manca poco che non lo sento. Alzo distrattamente la mano sinistra lasciando quella che impugna la bomboletta scivolarmi lungo il fianco.
"Io mi chiamo Jason." Jason, che bel nome! Sono talmente presa che non mi accorgo di star sorridendo. Il silenzio cade tra di noi. Lui mi guarda e io guardo lui, fine. Lui sembra più grande di me, forse di qualche mese. Non mi sembra di averlo mai visto all'orfanotrofio. Forse ha dei genitori. Dal modo in cui è vestito credo sia anche ricco. Però è così car...
"Come ti chiami?" Mi chiede lui. Lo ringrazio mentalmente per avermi fermato dal dire che è carino. Ma cosa mi prende? Non gli rispondo, ma impugno la mia bomboletta e mi giro lentamente verso il muro ormai pieno dei miei disegni. Scrivo le lettere senza girarmi, sentendo i suoi occhi puntati su ciò che sto facendo: SHIRA.
"Shira" ripete lui. Come dice bene il mio nome. Mi piace quando lo fa.
"Quanti anni hai?" Mi chiede. Non posso dargli troppe informazioni, in fondo lo conosco appena. Però quegli occhi mi rassicurano in un modo pazzesco!
Sto per dirgli che ho sette anni quando sento il rumore degli anfibi della mia tutrice.
Velocemente ritiro tutta la mia roba sotto lo sguardo di Jason. Mi metto lo zaino in spalla e mi giro per guardarlo un'ultima volta. Di sicuro quando mi troverà Beatrice mi metterà nel 'Boob'. Scaccio il pensiero di quel posto dalla mia mente è mi concentro sul bambino davanti a me. Non faccio in tempo a dirgli un 'ciao' che due mani forti mi prendono dal braccio e mi trascinano via.
La figura di Jason è sempre più lontana, mentre il buio sempre più vicino.

F.I.R.E.W.O.R.K.S. [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora