Capitolo 3

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"I don't back down even if they try to put me out, out
Had the whole crowd sayin' I ain't gon'make it now
eh,
They can't see my vision,
Can't see I'm winnin'
Oh lord, tell me did you papper spray these villains? Eh
I don't back down even if they try to put me out, out, eh
This the hall of flames and I came to get real loud, eh, eh
They can't see my vision,
Can't see I'm winnin'
Oh lord, they don't know I go zero to hundred, woo."
Le note di Papper Spray di Dawin mi fanno sorridere. È vero che la musica aiuta a rilassarsi ed è anche vero che ti mette su di morale, ma solo quella che dico io.
In questo momento sto disegnando il paesaggio che c'è fuori dalla mia finestra: le luci della città creano un'atmosfera bellissima. Non amo fare fotografie, preferisco designare: quando scatti una foto, sì, è più precisa, ma quando disegni riesci a goderti il paesaggio dettaglio dopo dettaglio. Le sfumature dei colori, l'intensità delle luci, la gente che passeggia...
Oggi è venerdì finalmente. Quando è suonata l'ultima campanella mi sono catapultata fuori da quello strazio di edificio. Non ho neanche salutato Bella o Jason.
Lui non lo vedo da un po': sì, lo incontro per i corridoi, ma non parliamo se non per salutarci di sfuggita.
Bella è sempre con la testa fra le nuvole: quando la vedo vicino al suo armadietto è sempre immersa nei suoi pensieri. A volte mi fa paura.
La gara di Scott è stata spostata alla settimana prossima. Mi ha detto che ci saranno il doppio dei clienti e che devo fare un buon lavoro.
Oltre che a raccogliere i soldi delle scommesse devo anche incitare i clienti a scommettere di più: più ci sono soldi, più Scott guadagna, più Scott guadagna, più io guadagno. La gente di solito scommette cento bigliettoni per i più deboli e al massimo duecento per i vincitori della scorsa volta.
Mercoledì però i corridori saranno due finalisti delle ultime settimane quindi le rendite ammonteranno a chissà quanti verdoni, non vedo l'ora!
Mary e John sanno che lavoro, ma preferiscono non chiedermi. Io faccio del mio per sviare il discorso confidando nel loro senso di famiglia: ci si core le spalle a vicenda.
La maniglia della porta si muove e Mary si sporge sorridendomi.
"Shira, tesoro, ci sono visite."
Visite? Visite per me? Ma non aspettavo nessuno. Chi conosco che verrebbe a trovarmi il venerdì sera? Nessuno.
Poggio la matita sul foglio. Sono un po' infastidita. Insomma era tanto che non stavo un attimo da sola, ma a quanto pare questa persona non vuole lasciarmi tranquilla.
Scendo le scale sentendo Mary alle calcagna. Mi trattengo dal spintonarla il più lontano possibile da me.
Alla fine delle scale lei prende la direzione della cucina. Tiro un sospiro di sollievo.
Mi dirigo verso la porta e la apro trovandomi di fronte Isabella che regge in mano una valigia. Una valigia? Non ditemi che vuole fare un pigiama party a sorpresa perché la caccio a calci nel suo bel derrière tondo.
Isabella, vedendo la mia espressione sconcertata, si mete a ridere. Cosa c'è di tanto divertente?
"Ma che hai capito? Non mi trasferisco da te!" Mi rassicura. Tiro un altro sospiro di sollievo, il secondo in meno di due minuti. Riporto l'attenzione sulla ragazza davanti a me che sta cercando di farmi capire qualcosa. Vedendo che non ci arrivo, mi aiuta lei.
"Mi fai entrare o aspettiamo Natale?" Ma che spiritosa.
"Oh, sì entra." La lascio passare. Una volta chiusa la porta mi volto verso di lei. Sta ammirando il salotto.
"Allora..." comincio a parlare. Lei si volta sorridendomi.
"Perché sei qui?" Potevo essere più gentile. Lei non sembra offendersi.
"Non ti ricordi che giorno è oggi?" Mi chiede con faccia ovvia.
"Venerdì, no?"
"Esatto, quindi?" Ma cosa vuole questa adesso?
"Arriva al punto Isabella." Non amo gli indovinelli.
"C'è la festa stasera. Non dirmi che te ne sei dimenticata." La festa! Me ne sono completamente dimenticata: oggi pomeriggio Scot mi ha fatto incontrare il ragazzo con cui lavorerò domani notte. Si chiama Rick e credo si sia preso una cotta per me. Non smetteva di fissarmi e quando lo beccavo faceva finta di ascoltare le raccomandazioni di Scott, che scusa patetica! Neanche io ascolto le raccomandazioni di Scott. Le sue raccomandazioni sono unicamente finalizzate al maggior guadagno: se io non fallisco, lui guadagna, se lui guadagna io guadagno. È così che va il mondo.
Domani sera dobbiamo entrare in una villa, spero che Rick sia concentrato, non voglio dover affrontare un inseguimento, insomma sono appena arrivata in città!
Isabella mi sventola una mano sotto gli occhi.
"Ehi! Allora andiamo a vestirci o no?" Mi chiede cominciando a salire le scale.
"Vestirci? Io sono già vestita. Se dovevi solo vestirti potevi farlo a casa tua!"
Lei alza gli occhi al cielo.
"Hai davvero intenzione di andare alla festa conciata così?" Abbasso gli occhi sui miei jeans strappati, sulla mia T-shirt e sulla mia giacca di pelle.
"Cos'ha il mio look che non va?" Le chiedo infastidita.
"Ma tu sai da chi stiamo andando?"
"Da Sarah?!" Faccio spallucce.
"E sai che Sarah è la ragazza più ricca dell'istituto? Non possiamo presentarci così, sarà una festa di lusso!" Alzo gli occhi al cielo. Possibile che in questa scuola siano tutti ricchi sfondati?
"Allora è stato un piacere, puoi anche andartene." Dico dirigendomi verso la porta per aprirgliela.
"No, ora andiamo in camera tua, ci vestiamo, ci trucchiamo, ci facciamo i capelli e andiamo a quella festa." Mi dice tirandomi per la manica della mia giacca. La seguo di malavoglia. Io sono una criminale, non dovrei andare alle feste dei ricconi, li dovrei derubare. Però magari posso prendermi una cosina dato che sarò a casa della ragazza più ricca dell'istituto, no? Se non fosse per Isabella in questo momento starei ancora disegnando.
Arriviamo in camera e lei sistema la sua valigia sul letto. Ma cosa si è portata questa? È una festa o la prima di un film?
La guardo tirare fuori due vestiti appesi su delle stampelle. Il primo è rosa carne con lo scollo a cuore, il corpetto attillato e la gonna lunga fino al le ginocchia. L'altro è blu cielo con una scollatura sulla schiena da far paura, il corpetto in pizzo e la gonna lunga fino al pavimento.
La guardo impaurita: non metterò nessuno dei due.
"Questo è per me." Dice prendendo il vestito rosa e ammirandolo con occhi sognanti: patetica! Quindi l'altro...
"Questo è per te." Dice passandomi l'altro vestito. Si dirige velocemente in bagno e si chiude. Mi avvicino allo specchio a immagine intera e indosso il mio vestito. Ma guarda cosa mi tocca fare? Possibile che debba sempre ridurmi così? Borbottò qualcosa mentre indosso l'abito. Poi mi guardo la mia immagine riflessa. Le misure sono precise e mi calza a pennello.
Non ho mai indossato né una gonna né un vestito, ma devo ammettere che mi piace. D'altronde cosa non starebbe bene indossato da me?! Sì, sì ho un grande, enorme, mega galattico ego.
Isabella esce dal bagno. Wow: il colore del suo vestito è fantastico perché mette in risalto la sua pelle scura. Isabella proviene da Johannesburg, in Sudafrica, quindi ha i tipici tratti sudafricani.
Si raccoglie velocemente i capelli crespi in una crocchia e si dirige verso di me.
"Stai d'incanto ragazza!" Ma va??
"Perché ti avvicini così tanto?" Le chiedo vedendola fin troppo vicina. Vuole mica abbracciarmi?
"Facciamo i capelli, no?"
"Anche i capelli?" La guardo incredula.
"Non cominciare. Siediti e sta zitta, lascia fare a chi sa."
Mi siedo su una sedia brontolando. Possibile che mi sia ridotta così?
Lei comincia a lavorare con forcine, pinzette, elastici e altri oggetti per la tortura dei capelli. I miei capelli lisci e castani sono ormai irriconoscibili. Sinceramente non capisco perché le ragazze e le donne in generale si debbano torturare per mettersi in mostra davanti al genere maschile. Perché bisogna farsi la ceretta, strapparsi le sopracciglia e truccarsi ogni santo giorno? Per non parlare della nocività di tanto trucco. Una volta vecchie le donne non si piacciono più, la pelle viene rovinata dal trucco stesso che si sono applicate quotidianamente per gli uomini, gli stessi uomini che magari le hanno tradite con una ventenne stupidamente uguale alla vecchietta sola e depressa.
Lo so, lo so, sono molto pessimista. Ma questa è la realtà! Inutile farsi film mentali sull'amore eterno e incondizionato dal tempo. È semplicemente inutile.
Dopo una spruzzata di lacca qua e là finalmente ha finito di impiastricciare la mia testa. Alla fine ha fatto una semplice coda altissima, tutto questo lavoro per una coda alta.
Però non c'è un capello fuori posto: potrei far invidia ad Ariana Grande!
Mi giro per ringraziarla, ma la trovo già intenta ad aggiustare i suoi raccogliendoli in una treccia.
"Bene. Trucco!" Annuncia sorridendo. Trucco? Ma quando finisce sta storia? Mi risiedo e aspetto che lei arrivi. Gliela devo far pagare per tutto questo. Forse dovrei portarla ad una vera festa con musica, ragazzi e tutto il resto.
Non amo truccarmi, non sono mia stata capace, ma non ci ho neanche mai provato. La mattina non ho voglia di truccarmi, tanto sono sempre in ritardo! E poi, sto bene così.
Isabella mi cosparge il viso con creme appiccicose. Poi passa al fondotinta, l'illuminante e chi più ne ha più ne metta. Poi passa agli occhi con l'ombretto, l'eye-liner e il mascara, poi le labbra con un rossetto color prugna. Non ne posso più! Non mi piace indossare un rossetto: mi sento le labbra appiccicate, non riesco ad aprire bene la bocca e poi devo fare sempre attenzione per poggiare le labbra su un bicchiere.
All'inizio non voglio metterlo e mi rifiuto, ma poi lei mi ricatta e quindi cedo.
Alla fine però mi sta bene tutta sta roba sulla faccia, anche se io toglierei tutto.
"Vai a sceglierti i gioielli, io arrivo." Mi dice andandosi a truccare. Pure i gioielli? Io i gioielli li rubo, non li indosso.
Mi guardo allo specchio: se prima del trucco c'era ancora qualcosa della Shira che sono, ora non ne è rimasto niente. Sembro una ragazza superficiale come tutte le ragazze a scuola. Tutte tranne Isabella.
Vado verso la sua borsa e guardo dentro cosa c'è. Ci metto un po' a trovare qualcosa di decente.
Decido di lasciare i polsi liberi e indosso semplicemente un ciondolo d'argento semplice. Non ho voglia di mettere nient'altro.
"Eccomi." Dice Bella avvicinandosi. Mentre sceglie cosa mettere cerco di trovare una scusa per non indossare i tacchi.
"E per ultima cosa..." Oh, finalmente "le scarpe." Ecco, come immaginavo.
"Non indosserò i tacchi." La avviso.
"Ah no? È come hai intenzione di andare?" Le sorrido sfacciatamente e vado a prendere le mie adorate Converse nere.
"No, non metterai le sneakers dopo tutto il lavoro che ti ho fatto."
"Nessuno ti ha chiesto niente e poi non metterò dei tacchi dopo tutto quello che ho sopportato. Andiamo, Bella... ti ho fatto fare tutto quello che volevi, mi hai perfino truccata! Mi spieghi che razza di criminale sono?"
Lei sospira, incrocia le braccia e mi guarda pensierosa. Su... non mi abbandonare così Bella, dovresti stare dalla mia parte!
"E va bene." Sorrido vittoriosa.

Sorseggio il mio bicchiere di vino guardando la gente ballare Tik Tok di Ke$a. Seriamente, ma questa gente oltre al 2011 non va? Mi sto annoiando a morte, ma Bella no. Quindi rimango anche io.
Mentre cerco di distrarmi si avvicina al tavolo delle bevande un ragazzo dai capelli neri e ricci. Sono sicura che abbia anche un paio di occhi color cioccolato.
"Ciao lupo solitario." Mi saluta versandosi una qualche bevanda analcolica nel bicchiere.
"Smettila di chiamarmi così."
"Siamo nervosi oggi?" Mi chiede avvicinandosi.
Non gli rispondo, non ho voglia di litigare. Restiamo in silenzio per un po' mentre le note di Call Me Maybe risuonano. Il DJ dev'essere un parente di Sarah, magari sulla trentina. La sua playlist fa letteralmente schifo, sono sconvolta.
Sento uno sguardo sul mio vestito e mi giro lentamente cercando di far capire al ragazzo vicino a me di smetterla di farmi i raggi X.
"Scusa, è che stai davvero bene con un vestito elegante." Mi dice quando capisce il mio sguardo. Adesso che lo noto anche lui è in smoking.
"Isabella mi ha rovinato la faccia." Sbuffo tornando a guardare i ragazzi sulla pista.
"Dovrebbe farlo tutti i giorni allora." Gli piace il mio trucco? A Jason piace il mio trucco?
Riprenditi Shira, onora il tuo cognome!
Tiro su la miglior faccia da menefreghista che posso fare. Jason scoppia a ridere, ma per mia fortuna non dice niente.
Mentre termino il mio drink si avvicina Leila e schiocca un bacio sulle labbra di Jason. Distolgo lo sguardo schifata.
"Ciao amore" sospira facendo gli occhi dolci. Ma che falsa! Però ha una voce così soave.
"Ciao Leila." Sorride lui, anche il suo non mi sembra un sorriso sincero. Che stia mentendo? Se è così se la vede con me! Intendiamoci: non mi piace Leila, ma non si gioca con i sentimenti degli altri.
Jason non mi sembra il tipico playboy, ma l'apparenza inganna, no?
"Ti stai divertendo?" Le chiede. Non posso far altro che ascoltare la loro conversazione. Sembra che io sia diventata improvvisamente invisibile.
"Abbastanza, ma preferirei andarmene da qui." Allora non sono l'unica ad annoiarsi.
"Ti presento Shira." Mi presenta lui.
"Shira, Leila." Sì, so chi è.
"Sì, so chi è." Non sono stata io a parlare, ma sembra che questa ragazza mi legga nel pensiero.
Vedendo la mia espressione interrogativa si spiega meglio.
"Shira la ladra, giusto?" Alzo gli occhi al cielo. Jason sembra in imbarazzo, perché?
"Esatto." Finalmente la mia voce s'intromette nel discorso. Lei annuisce col capo guardandomi dalla testa ai piedi. Poi torna con lo sguardo su di me. Sostengo il suo sguardo alla perfezione, tutti quegli interrogatori che ho sostenuto mi servono a qualcosa!
"Ho sentito che ti sei trasferita qui da poco. Dove stavi prima?" Ma davvero?
"Mi piace la parola privacy, dovresti farne la conoscenza anche tu." Rispondo. L'atmosfera si fa tesa. Lo sguardo di Jason rimbalza da lei a me e viceversa.
"Orlando, giusto?" Sembra non aver neanche ascoltato ciò che ho detto.
"L'ho letto su qualche giornale o forse in televisione... sai, hanno trasmesso vari telegiornali che parlavano di te." Questa ragazza mi sta stufando, mi ero ripromessa di non farle niente, ma non mi rende le cose facili in questo modo.
"Spero tu non sia venuta a questa festa solo per rubacchiare qua e là." Dice indicando con l'indice tutta la stanza.
Come si permette? Ma ha la minima idea di chi sono?
"Ma non credo sprecheresti la libertà vigilata per così poco, infondo Sarah non è poi così ricca!" Si vanta. Ha toccato il fondo. Adesso la rovino.
Sfodero un sorriso, forse il migliore che mi sia mai venuto.
"Vi auguro un buon proseguimento della serata." Mi allontano velocemente sotto lo sguardo preoccupato di Jason.
Esco da quella villa riflettendo sul da farsi: non posso ucciderla, la mia fedina penale non ha bisogno di altre macchie. Però ho mille altri modi per fargliela pagare: umiliarmi in quel modo è l'errore peggiore che potesse fare e io sono pronta a farglielo capire!
Digito velocemente il numero di Scott.
Uno squillo
Due squilli
Tre squilli
"Shira" era ora!
"Ho bisogno di un favore."
"Non ti procurerò la polvere da sparo un'altra volta, ti rendi conto che sei sotto controllo?"
"Ascoltami Scott!" Urlo. Alcune persone si girano a guardarmi.
"Ho bisogno del numero di George."
"Te lo mando, ma tu non combinare..." Gli chiudo la chiamata in faccia.
Quando finalmente Scott si decide ad inviarmi il numero di George, lo digito nervosamente. La fame di vendetta mi sta divorando, le mie mani fremano.
Uno squillo
Due squilli
Tre squilli
Quattro squilli
"Pronto." La voce di George giunge roca al mio orecchio.
"Chi sei e come hai fatto a trovare il mio numero."
"Drake, voglio un trasferimento, famiglia di quattro persone, San Francisco-Mumbai." Sogghigno.

F.I.R.E.W.O.R.K.S. [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora