"Aiuto, cado!" Urla Mary. Si è messa i pattini, è sulla pista di ghiaccio. Non sta in piedi, scivola ogni due secondi e non si vuole staccare dal bordo.
"Seguimi, segui i miei movimenti." Le dico tenendole il braccio.
"Sì sì" balbetta. È troppo buffa, è divertente vederla in difficoltà.
Le mostro come muoversi sui pattini per stare in equilibrio. Mary prova ad imitare i miei passi, ma fallisce miseramente cadendo a pancia in su. Toglie immediatamente la mano dalla pista seguendo le mie indicazioni: se non si toglie la mano dalla pista nel momento in cui si cade, si rischia di venire feriti dalle lame dei pattini degli altri pattinatori.
Per fortuna sono ancora le dieci del mattino e non c'è tanta gente tranne qualche pattinatore professionista che si allena.
Mary si rialza pulendosi il lato B. Rido vedendola borbottare.
"Come fai a rimanere bene in equilibrio?" Mi chiede indicando i miei pattini.
"Per ora tu continua a tenerti al bordo. Cominciamo con qualche giro di pista." Le dico. Lei annuisce e comincia a trascinarsi per tutto il perimetro.
Ha paura, ha paura di staccarsi dal bordo. Però prima o poi dovrà farlo. Siamo qui da meno di un minuto, è vero. Ma non è mai troppo tardi per passare allo step successivo.
"Ok, ora stacca una mano." Le ordino quando arriva a metà pista.
"Cosa?" Mi chiede con sguardo sconvolto.
"Mi hai sentito, stacca una mano." Le ripeto urlando per farmi sentire. Lei annuisce per la seconda volta, stacca di poco una mano e, traballando, si trascina con l'altra. Scuoto la testa guardandola barcollare sulle lame.
"Cerca di non camminare, ma di scivolare."
"Facile a dirsi." Mi risponde. Prova a fare come le ho detto, ma perde l'equilibrio. Per fortuna si attacca velocemente con entrambe le mani al bordo. Capisco che mi devo avvicinare a lei.
Quando la raggiungo la vedo di nuovo a punto a capo, tiene entrambe le mani attaccate al bordo. Sospiro rumorosamente e le prendo la mano sinistra con la mia. Lei mi guarda interrogativa, ma poi si lascia andare. Si fida di me.
Le faccio fare l'altra metà della pista senza scivoli o cadute.
"Bene, visto? È facile. Ora fai metà pista senza una mano."
Mary parte con un po' di esitazioni, ma termina l'esercizio senza problemi.
"Ce l'ho fatta!" Esclama tutta contenta e fiera di sé stessa.
"Sì e ora dammi le mani." In un primo momento si rifiuta, ma poi obedisce e mi da le mani. La porto fino in centro pista mantenendo il suo sguardo nel mio. Ogni tanto scivola, ma non perde l'equilibrio. La tengo stretta fino a quando non arriviamo in centro pista.
"Ora faremo un po' di giri, tu cerca di stare in equilibrio. Comunque io ti tengo, ok?" Le chiedo. Lei annuisce e mi segue. Facciamo un po' di giri e io ne approfitto per osservarla.
I suoi capelli neri e ricci raccolti in una coda per comodità, i suoi occhi scuri che fissano i miei pattini per capirne e poi ripeterne il movimento, le sue mani segnate dal tempo che stringono le mie... Mary ha un aspetto veramente rassicurante e il suo carattere non fa altro che migliorare questa sua caratteristica. Ha un carattere solare, sorride sempre. Non si scoraggia mai, non si perde mai d'animo. Sa ascoltare, ma ascoltare veramente. Sapete, c'è gente, come me, che ascolta fino ad un certo punto, fino a quando ciò che sente le sta bene, dopodiché non ascolta più o dimentica ciò che le hanno detto.
Poi ci sono quelli che, come Mary, ascoltano e ricordano ciò che si dice, capiscono come si sente la persona che parla anche se non lo dice esplicitamente. Si chiama empatia, sì Mary è empatica. Lo vedo nei suoi occhi quando capisce come mi sento.
Io tendo a nascondere i miei sentimenti, a non far trapelare nulla di ciò che provo quando parlo. Ma alle volte ho come l'impressione che Mary capisca ciò che voglio dire, che legga tra le righe. E questo mi spaventa un po': insomma, chi non sarebbe spaventato da una persona alla quale non si può nascondere nulla? Nessuno.
Mary è così, riesce a mettersi al posto delle persone, riesce a capire come si sentono, cosa vogliono dire e come si vogliono sentire. E poi agisce in armonia con ciò che ha capito. È come un superpotere, il suo superpotere.
Anche Bella è così, anche lei capisce quando sono triste, quando sono arrabbiata, quando non ho voglia di parlare e quando sono nervosa. Lo capisce e cerca di deviare gli argomenti che sa mi farebbero esplodere.
Piano piano cerco di staccarmi da Mary vedendola sempre più sicura di sé. Lei non si accorge di niente fino a quando non si ritrova in equilibrio. Immediatamente sbianca e perde l'equilibrio cadendo a mo' di sacco di patate. Scoppio a ridere vedendo la sua espressione.
"Però sono rimasta in equilibrio per più di due secondi!" Commenta orgogliosa di se stessa.
"Sì, stiamo migliorando. Dai, ora pausa di cinque minuti e poi continuiamo."
La incito a seguirmi, ma mi dimentico di prenderla per mano e lei cade di sedere nel bel mezzo della pista. Rido vedendola per terra con un'espressione stanca sul volto.
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F.I.R.E.W.O.R.K.S. [SOSPESA]
RomansaUna personalità nascosta, malvagia. Una mente caotica, folle. Un cuore spietato, crudele. Degli occhi freddi, magnetici. ***************** Il suo nome è Jason. Il suo non è il solito passato complicato, anzi ha una carriera scolastica impeccabile...