Capitolo 8

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-allora?!?!?- mi chiese subito Luk incuriosito e nervoso.

Uscii dal bagno con la testa china e le lacrime agli occhi. Lui spalancò gli occhi e si alzò in piedi

-non dirmi che...-

-si! Non sono incinta!- sorrisi e feci dei gridolini di gioia

-Tex! Mai più! stavo per prendermi un coccolone!- disse abbracciandomi

-si! Ti amo anch'io!- risposi scherzosa.

-una cosa... Se non sei incinta cos'hai?- tornò serio. Alzai le spalle: non ne avevo idea. -forse è meglio che torniamo a casa!- disse lui.

-Ora sto meglio!- lui sembrò poco convinto ma non fece altre domande.

Mi sdraiai nel letto con le coperte fino al naso.

-hai freddo?-

Annuii.

-Tessa io ti porto da un medico!-

Mi sollevò di peso dal letto e mi portò fino il caravan. Non volevo pesavo troppo, e dopo poco che ero sul veicolo persi i sensi.

LUKE'S POV

Era svenuta, per poco non andai in panico. Acceleravo sempre di più, passavo con i semafori rossi e avevo paura.

Quando arrivammo all'ospedale chiesi subito aiuto, la portarono in pronto soccorso e le fecero degli esami. Io rimasi in quella fottuta sala d'aspetto, sudavo freddo e avevo i nervi tesi

-Luke Hemmings?- era un uomo sulla sessantina con il camice

-si...- risposi nervoso

-può venire da questa parte...- lo seguii fino ad arrivare nella stanza dove Tessa giaceva sopra un lettino. Era impallidita notevolmente.

-come sta?- chiesi preoccupato

-non è in pericolo di vita, mi permetta solo una domanda...- mi tranquillizzai un pochino

-mi dica-

-mangiava?- chiese il medico

-no...- risposi, e realizzai di essere stato un emerito stupido, dovevo farla mangiare! Troppo tardi...

-come immaginavo... Deve stare attento... Lei è il fidanzato giusto?-

-s si...- volevo sprofondare.

-allora vi lascio!- indicò il lettino dove Tessa era distesa.

Mi sedetti di fianco a lei e le presi la mano, l'accarezzai

-scusami! Sono stato un idiota!- due lacrime solcarono il mio viso.

Era immobile, pallida, con tutte le flebo attaccate alle braccia, mi faceva male, avrei potuto evitare questa situazione. Poi fra i vari tubi delle flebo scorsi un segno rosso.

Non ci volevo credere, il mio cuore iniziò a battere ancora più velocemente; le girai il braccio e confermai la mia teoria: si voleva ancora male. Mi sentii colpevole. Guardai quell'unico segno rosso che le tentava di coprire con i numerosi braccialetti, non troppo recente. Mi faceva male, ma più che altro avevo paura, paura di perderla come avevo fatto con la mia ex ragazza. Iniziai a piangere come un bambino. La risata di Tessa era la cosa che mi faceva star e meglio nella vita e sapere che stava solo fingendo fu un duro colpo per me.

Finalmente si svegliò, quando mi vide sorrise. Mi diede un piccolo bacio sulla fronte.

-cosa dicono i medici?- mi chiese sospirando

-che devi mangiare e devi smetterla di tagliarti!- mentii

-tagliarmi?- era brava a recitare.

Le girai il braccio e gli scostai i braccialetti. Si portò la mano libera alla bocca e i suoi occhi divennero lucidi.

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