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«Davvero sto bene vestita così?» Julie si guardò allo specchio con il tubino argento che le aveva prestato Amanda, «Non sono ridicola visto che sono incinta?»

«Incinta o no, sei bellissima e sexy. E ti conviene approfittarne, tra qualche mese indosserai solo orribili abiti pre-maman.» Amanda fece una smorfia, «Allora che effetto ti ha fatto rivedere i tuoi due grandi amori?»

Julie fece un giro su se stessa davanti allo specchio, «Non li definirei proprio così.»

«Ray non ti staccava gli occhi di dosso ieri sera. È cotto di te.»

«Mandy, ma che dici?»

«Sai che su queste cose non mi sbaglio mai.»

Julie guardò l'amica attraverso lo specchio, «Perché hai detto a Leon che Christian è venuto a trovarmi a Chicago? Sai quant'è geloso... e paranoico.»

«È stato lui a provocarmi. Non mi vuole qui. E dice che anche tu la pensi allo stesso modo.»

«Non devi dare troppo peso a quello che dice Leon. Sta passando un periodo difficile. Continua a pensare a Daniel e alla donna che che ha ucciso.»

«Ehi, è stata legittima difesa.» la corresse, «Dimmi una cosa, ma voglio che tu mi risponda sinceramente, lo incolpi per quello che è successo?»

«Io...» Amanda l'aveva colta in contropiede e lo sapeva, «Ha sbagliato con Jose Gonzales. Avrebbe dovuto aspettare i rinforzi.» era la prima volta che lo diceva ad alta voce, «Leon lo sa e sta espiando la sua colpa, ma ne stiamo pagando le conseguenze anche io e il bambino. Questo dovrebbe essere il periodo più felice della nostra vita.»

«E io sono sempre tra i piedi.» Amanda si sedette sul letto, «Quando torneremo a Chicago, cercherò un'altra sistemazione. Te lo prometto.»

Da bambina passava il pomeriggio del quattro luglio a osservare la madre durante i preparativi per la festa dei Corrigan. Doveva essere impeccabile: il trucco, l'acconciatura, il vestito, le scarpe. Tutto doveva essere perfetto.

La prima volta che Julie aveva preso parte a quella festa così ambita, nessuno aveva notato che si era truccata per la prima volta o che aveva messo gli orecchini della madre. Era suo padre quello sotto i riflettori. Dimagrito, col corpo deformato dalle cure, tutti lo osservavano come se lo stessero guardando per l'ultima volta. Julie aveva sentito improvvisamente la mancanza di sua madre, lei avrebbe saputo cosa fare, avrebbe trovato un argomento interessante per fare conversazione, con la sua bellezza avrebbe catalizzato l'attenzione.

Anche adesso Julie sentiva gli occhi su di sé, i sussurri e i mormorii al suo passaggio. Sapeva che il suo ritorno aveva turbato la quiete della piccola cittadina, riaprendo vecchie ferite che non si erano mai chiuse del tutto. Notò Ray in cima alle scale, in giacca e cravatta, che chiacchierava con Christian, il quale indossava una divisa bianca ed elegante. Li salutò con la mano e loro le andarono incontro.

«Ben arrivati.»

«La casa dei tuoi genitori è una reggia.» si complimentò Amanda, quella festa non aveva nulla da invidiare ai party di New York le cui foto apparivano spesso su Vogue.

«E così quello era Christian.» commentò Leon dopo le presentazioni di rito, «Non è molto alto.»

Julie gli diede una gomitata, «Smettila!»

Ogni volta si chiedeva cosa si provasse a stare dall'altra parte, a essere la persona che prendeva il cocktail e non quella che teneva il vassoio.

«Qualcuno ha fatto indigestione di steroidi.» commentò Christian lanciando un'occhiata a Leon, «Non credevo che uno così fosse il tipo di Julie.»

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