CAPITOLO 15

74 27 19
                                    

Presso le labbra sentendo nuovamente il cellulare di Federico squillare e sussulto non appena il ragazzo saluta velocemente tutti e mi prende per mano, uscendo frettolosamente dal locale.

Caccio un urlo però quando davanti a noi, fuori al locale, si presenta un uomo con una pistola puntata verso la fronte di Federico.

********************************************
Ci metto ben poco a capire che l'uomo in questione è un agente di polizia.
'Lei è il signor Tancredi? È in arresto per traffico di droga e armi e per aver preso parte a delle gare clandestine, deve seguirci in caserma.'
Strabuzzo gli occhi alle parole del poliziotto e subito mi metto dinanzi a Federico, come a volerlo proteggere.
'Lui non ha fatto niente agente, si sta sbaglian-' non finisco di dire la frase poiché sento una mano di Federico poggiata sulla mia spalla, che subito mi riporta fisicamente dietro di lui.
Schiudo le labbra sorpresa quando il ragazzo porge i polsi all'agente, che lo ammanetta e lo conduce verso la volante, lasciandomi sola e spaesata.
'Un attimo! Vengo anche io!' Dico velocemente raggiungendoli.
'Non può ma le faremo sapere presto gli esiti.' Afferma l'agente fermandosi qualche secondo ad osservarmi.

Dannazione.

'Solène, piccola, farò inviare un messaggio da parte mia a Matthew così che ti venga a prendere, stai attenta nel mentre.' Sussurra il mio migliore amico, lasciandomi un bacio sulla fronte prima di entrare nella volante e sparire dopo pochi secondi, insieme all'agente, dalla mia vista.

Sono sempre più allibita.
Era questa la preoccupazione di Federico? Essere trovato dalla polizia? Davvero faceva traffico di droga ed armi?

Dopo pochi minuti sento il mio cellulare squillare e rispondo immediatamente dopo aver letto sullo schermo il nome di Matthew.
'Pronto?'

'Solène , dimmi dove sei.' lo sento parlare duramente e subito mi giro verso l'insegna del locale per poter leggere il nome.
'Malibu, sono a questo locale.'
'Non ti muovere, sto arrivando.' Dice e attacca, facendomi sospirare.
Mi siedo sul marciapiede guardandomi intorno, osservando tutte le persone, che erano entrare precedentemente con me nel locale, uscire felici e spensierate.
'Solène?' Sento il mio nome essere pronunciato da una voce abbastanza familiare così alzo lo sguardo, ritrovandomi Liam...Santin, mi sembrava si chiamasse così, davanti.

'Scusami se ti ho spaventata, mi ha chiamato Matthew, dopo aver saputo che ero nelle vicinanze, per farti compagnia in sua attesa' si giustifica il ragazzo, facendomi nascere un piccolo sorriso sul volto.
'Ti ringrazio, Liam, giusto? Ti chiami così?'
'Esattamente, mi stupisce che tu ti sia ricordata il mio nome.'
'Perché non avrei dovuto farlo?'
'Non so, in realtà le persone in generale sono molto distratte, quindi tendono a non ricordare i nomi quando ci si presenta.'
'In effetti hai ragione, di solito però presto molta attenzione a queste cose, per questo me lo ricordo.' affermo e subito dopo vengo accecata da due fari di macchina, che viene spenta subito dopo e dalle quale scende Matthew con un cipiglio sul volto.
'Solène?!' Gli sento dire strozzato prima di avvicinarsi velocemente a me e prendermi il viso tra le mani, lasciandomi un bacio disperato sulle labbra, facendomi immobilizzare.

'Cristo ti avevo detto di non andare, dovevi restare con me.' Afferma staccandosi subito dopo, sentendo nel mentre il mio cuore battere a mille e la figura di Liam sparire lentamente nel locale con un sorrisetto sul volto.
'Andiamo a casa' continua Matthew, prendendomi per mano, portandomi velocemente in macchina, mettendola in modo e partendo alla massima velocità.
' Matthew...non puoi fare così' Dico all'improvviso, interrompendo il silenzio nella macchina.
'Mh?'
'Non puoi baciarmi e poi trattarmi male per poi baciarmi ancora, non ha sens-'
'Zitta, Solène. Non puoi neanche immaginare quello che ho nella testa, non voglio parlarne.'
'Io però sì, Matthew, ne voglio parlare.'
'Un'altra volta, ora lasciami guidare.'
Faccio come dice, volendo evitare di finire nuovamente in ospedale a causa di un incidente.
Il tempo passa in fretta e subito arriviamo a casa.
'Credi che mi faranno sapere presto di Federico?' Chiedo all'improvviso al ragazzo che scende subito dopo di me dalla macchina.
'Si Smith, ma non saranno sicuramente belle notizie.'

Cavolo.

'Perché non mi avete detto niente? C'entri anche tu in questo giro illegale?'
'Si, o meglio, in minima parte. Mi limito a fare qualche gara e stop.'
'E Federico perché lo fa?'
'Che domanda stupida, Solène.' Dice e accende una sigaretta, aspirando il fumo e continuando a parlare dopo poco.
'Ovviamente ha bisogno di soldi, quando è arrivato qua stava davvero male, non poteva comprarsi neanche da mangiare.'
'Le cose sono cambiate in fretta però.' Constato pressando le labbra, incamminandosi verso la porta di casa, venendo fermata però dalla mano del ragazzo.

'Non stare con lui Solène, non farti mettere in mezzo.'
'Lui non vuole farlo.'
'Finirà per farlo però, credimi.' Dice e lo fisso intensamente negli occhi con la consapevolezza che aveva ragione.
Però sta di fatto che lui è il mio migliore amico e non lo abbandonerò mai, ci tengo troppo a lui.
All'improvviso il mio cellulare iniziò a squillare e mi accigliai quando vidi che era un numero anonimo che mi stava chiamando.
Risposi in ogni caso e mi pietrificai quando sentii la voce del comandante dei carabinieri dire che Federico era stato arrestato e che se volevo salutarlo dovevo correre da lui in quell'esatto momento.

Petrichor #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora