Non mi ricordo esattamente da quando io e la mia migliore amica ci siamo trovate nella stessa situazione di ora, una di fronte all'altra a parlare.
Mi ricordo ancora la prima volta che abbiamo parlato apertamente l'una con l'altra.
La prima domanda che mi fece fu il perché del mio nome straniero, soprattutto del mio cognome.
Pensandoci adesso mi viene ancora da ridere pensando alla sua faccia al sentire la mia risposta.
La verità è che ho origini Canadesi, mio padre veniva da lì e conobbe mia madre in un viaggio-studio qui in Italia.
Non mi dilungai neanche sullo spiegarle la loro storia, fu talmente genuina e libera che nel giro di pochi mesi si sposarono.
Vedendo il suo sguardo incuriosito mi soffermai sul significato del mio nome, effettivo e non.
Il nome Solène lo scelse mia mamma, perché le ricordava il sole e voleva che fossi proprio come questo, solare.'Sol? Solène?' Mi distolse dai pensieri la mia amica.
Sapere che è partita con me per iniziare una nuova vita insieme è rassicurante per me, so che non sarò mai sola.
'Si, scusami. Dicevamo sul signor Costa...'
'Ecco, in questi giorni ho indagato nelle varie biblioteche e ho trovato dei vecchi giornali riguardanti lui.' Disse e ne rimasi sorpresa.
Erano passati solo due giorni da quell'avvenimento e già si era impegnata tanto.'Uno di questi mi ha incuriosita maggiormente.' Continua indicando uno dei giornali che aveva appena preso dal suo zainetto nero in pelle.
'C'è scritto che il signor Costa è stato accusato per diverso tempo e poi colto in fragrante per traffico di armi.' Conclude e assottiglio gli occhi.Che sia partito tutto da lui?
Prendo il giornale dalle gambe di Sara e presso le labbra, leggendolo attentamente.
È successo solo un anno fa.
All'improvviso la mia lettura venne interrotta da un forte bussare alla porta.
'Avanti.' Disse la mia amica incurante di ciò che avevamo tra le mani.
Presi velocemente tutti i giornali e li nascosi sotto alla poltrona.'Smith, esci.' Oh eccolo il bipolare.
Negli ultimi giorni non si è degnato neanche di parlarmi, da quando se n'è andato Federico neanche mi ha guardata in faccia.
Sbuffo alzandomi e andando da lui verso la porta, facendo un segno di scuse a Sara prima di uscire e chiudere la porta alle mie spalle.
'Vieni con me.' Dice intrecciando una mano alla mia e conducendomi velocemente in una delle camere dell'edificio.
Capisco subito che è camera sua quando entro.
Una scrivania piena di libri e taccuini era riposta alla sinistra della porta, mentre a destra stava un letto in pelle bianca.'Finito di guardare la mia camera?' Borbotta scorbutico facendomi sedere sul letto.
'Mio padre ha pagato la cauzione di Federico a patto che inizi a lavorare con lui.' Dice tutto d'un fiato e strabuzzo gli occhi alle sue parole, pensando alle notizie poco prima lette sul giornale.
E se non avesse mai smesso con il tuo traffico illegale?
'Che tipo di lavoro?' Sussurro timorosa e lui mi fissa attentamente negli occhi.
'Esattamente quello che hai letto sui giornali. Ho seguito la tua amichetta ieri quindi non fare la finta tonta.' Dice mordendosi il labbro inferiore, continuando subito dopo a parlare.
'La mia vita sta andando già a puttane, non voglio finire pure in quella merda.'
Al sentire la sua voce così rassegnata mi viene spontaneo accarezzargli una guancia con la mano.
'Matthew...per quanto tempo dovrai farlo?'
'Finché il mio cuore continuerà a battere.'
'Spero che batta ancora per molto.' Dico appoggiando la fronte alla sua, chiudendo gli occhi.
'Finché vedrò te camminare scalza per casa non avrà motivo di fermarsi.' Dice ridacchiando, facendo uscire le sue splendide fossette e facendo sorridere anche me.
'Tralasciando il vomito color arcobaleno che sto per cacciare dalla bocca ti ho chiamata soltanto per informarti che non mi farò mettere i piedi in testa da mio padre.'
È così serio in questo momento.
Vorrei baciarlo.
Ho così tanto desiderio di baciarlo che sto uscendo pazza.'Non guardarmi così Smith, sei inquietante e risaltano le zampe di gallina che ti ritrovi.'
Alzo gli occhi al cielo alle sue parole.Guastafeste, splendido guastafeste.
'Perché non ti stai un po' zitto e andiamo a finire di sistemare la casetta sul mare?' Dico imbronciandomi.
'È già finita. L'ho ristrutturata tutta mentre t'interessavi alla mia vita in questi due giorni. Sai Sol potevi chiederle direttamente a me le cose, io non ti avrei mentito.' Dice leccandosi le labbra facendomi appoggiare con la schiena sul letto e appoggiando i gomiti ai lati del mio viso, salendo su di me.
O mio dio.
Lo guardo fisso negli occhi sentendo i brividi lungo il mio corpo, mordicchiandomi il labbro inferiore.
'Smettila di torturarlo.' Sussurra a qualche centimetro dalle mia labbra, discostandosi poi, scendendo a baciare il mio collo.
'Hai un buon profumo.' Continua baciandomi e scendendo fino allo scollo a v della mia maglietta.'Matthew smet-' non finisco di parlare che la porta si apre di colpo e il signor Costa entra nero di rabbia nella camera del figlio, notando il suo umore peggiorare alla vista di noi due.
'Matthew Costa, vieni immediatamente nel mil studio.'
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Petrichor #Wattys2019
General FictionUna ragazza. Delle speranze. Un passato che non smetterà mai di tormentarla. Un angelo senza ali e vestito da demone che riuscirà a salvarla. Un nuovo inizio. ------------------------------------------------- "Se ti è stata donata questa vita signif...