Capitolo 7

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Appoggiando la schiena alla parete fredda, leggo e rileggo le parole scritte alla rinfusa da mio fratello, Samuel, in maniera un po' disordinata, su un foglio spiegazzato che già ad un primo sguardo si potrebbe dire che abbia visto giorni di gran lunga migliori.

Samuel non è mai stato bravo con le parole. È sempre stato più il tipo che cerca di raccontarsi attraverso i piccoli gesti...un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla. Queste piccole dimostrazioni di affetto incondizionato fanno più di mille frasi e chiacchiere quando si parla di lui. E il fatto che, questa volta, si sia sforzato di mettere per iscritto i suoi pensieri in una lettera, trasgredendo anche alle regole dei miei genitori, la dice lunga su quanto ci sia da preoccuparsi .

La situazione nella nostra piccola e accogliente casa, a suo dire, continua ad essere tranquilla. Ma io dubito che questa sia veramente la verità. Mia madre sta avendo dei problemi di salute che, nonostante nella lettera vengano descritti come "niente di serio" e "passeggeri", mi stanno facendo riflettere un sacco sulla mia attuale posizione. Stento a credere che il quadro generale  mi sia stato descritto così com'è di fatto...e anzi, penso che, in realtà, questo sia stato un tentativo di mettermi in guardia, portandomi a leggere tra le righe piuttosto che basarmi su ciò che c'è scritto veramente.

D'altra parte, prima che abbandonassi la comunità, io stessa ho assistito al momento in cui i miei genitori hanno istruito i miei due fratelli e la mia sorellina su come dovrebbero comportarsi fino al momento della fatidica decisione: durante la mia lontananza, nessuno dei tre dovrebbe cercare di mettersi in contatto con me, in modo da non influenzarmi e non portarmi a prendere una decisione affrettata, per quanto riguarda il mio futuro. So per certo che sia mia madre che mio padre, desiderano più di qualunque cosa al mondo vedermi tornare nella mia piccola cittadina natale, dove dovrei mettere su famiglia e vivere secondo i principi che mi sono stati impartiti sin da piccola. Ma in questo momento, non si parla di ciò che desiderano loro... bensì di ciò che io immagino per il mio futuro.

Ora però, sono estremamente combattuta. Vorrei tornare a casa per accertarmi che mia madre stia, effettivamente, per riprendersi e che Samuel non mi abbia raccontato soltanto un mucchio di fesserie. Ma sono altrettanto consapevole che questo non sia poi così facile da mettere in pratica. D'altra parte, non si tratta di un qualsiasi luogo aperto e accogliente quando si parla di estranei, in questo caso, malcapitati.
Una volta tornata in comunità, non potrò più andarmene. Le regole fissate prima della mia partenza sono piuttosto chiare: o dentro o fuori. Non c'è una via di mezzo, soprattutto perché una volta abbandonato il nido,  gli altri membri difficilmente riusciranno a vederti nuovamente come parte integrante di esso.

Ed io sono ancora in bilico tra ciò che è giusto per l'equilibrio della mia famiglia estremamente conservatrice e ciò che sembra più adatto al mio spirito fin troppo libero per restare sepolto in un villaggio sperduto nel sud della Pennysilvania. Ma, oramai, mi restano soltanto due settimane prima di fare la scelta più importante della mia vita.

E fino a questa mattina ero incredibilmente sicura che non sarei più stata capace di abbandonare New York per nessuna ragione al mondo. Io sono innamorata di questa città. Sento di appartenerle da sempre, come se fossi nata qui e avessi fatto i primi passi su queste strade affollate e mai dormienti.
Ma forse la lettera di mio fratello non è altro che un segno che qualcuno lassù mi ha voluto dare per rendere più facile tale scelta, indirizzandomi più verso un ritorno alle origini. Eppure, io direi che più che aiutarmi mi sta mettendo di fronte alla triste consapevolezza che se mi lasciassi attirata dalla vivacità di questa incredibile metropoli, dovrei rinunciare a ciò che mi è di più caro, la mia famiglia.

La cosa ancora più triste però, è che, in un angolino remoto della mia testa, so che rinunciare al mio sogno mi procurerà lo stesso dolore dell'aver abbandonato la mia famiglia. In un certo senso, è come essere intrappolati in un circolo vizioso. Comunque dovesse andare, rinuncerei ad un pezzo del mio cuore.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora