Con gli occhi incollati all'orologio appeso al muro e le dita che picchiettano incessantemente sul bancone in granito, cerco disperatamente un qualcosa che attiri la mia attenzione e che mi faccia venir voglia di arrivare sana e salva alla fine di questo infinito turno pomeridiano.
Il primo pensiero è quello di attirare l'attenzione di Hana e magari iniziare ad avere una conversazione che stimoli a restare sveglio l'unico neurone sopravvissuto alla noia. Ma dal modo in cui sorride guardando lo schermo del telefono, capisco che qualcuno stia già stimolando alla grande i suoi neuroni.E qualcosa mi dice che quel qualcuno ha gli occhi può azzurri del mondo, un sorriso smagliante e i modi di fare incredibilmente gentili.
Ora sto iniziando a capire perché ultimamente Caleb stia cominciando a passare più tempo al Coffee Shop che a casa sua. Certo, ho sempre saputo che di certo questo cambiamento repentino non è avvenuto per una crescente simpatia nei miei confronti...ma Hana e Caleb? Insieme sembrerebbero una fusione tra il giorno e la notte.
Hana è un vulcano che ogni tanto erutta e ti butta addosso un sacco di ironia. Non riesce a star ferma per più di cinque minuti e guai a chi ha il coraggio di andarle contro. La sua lingua biforcuta è la sua arma più letale.
Caleb, invece, mi sembra di gran lunga meno impulsivo e decisamente più riflessivo. Ogni tanto ti guarda come se stesse cercando di leggerti pure nel profondo dell'anima, e più delle volte ti fa avere l'impressione che ci stia davvero riuscendo. Ma leggere la sua, di anima, è letteralmente una sfida impossibile. Le sue iridi incredibilmente azzurre rappresentano una sorta di barriera tra lui e i suoi pensieri nascosti.Sono il classico esempio di due persone agli antipodi, ma chissà...magari quello che serve all'uragno Hana è proprio qualcuno che sappia leggerle nel profondo senza che ci sia bisogno di troppe parole.
"Terra chiama Hana!" La prendo in giro, utilizzando le sue stesse battute. "Io mi prendo una pausa. Te la cavi da sola qui, vero?"
Dopo aver recuperato la mia tazza di caffè dal bancone, mi lancio uno sguardo intorno per rassicurare me stessa sul fatto che non sia una tragedia se la lascio da sola per un paio di minuti. E il locale quasi vuoto toglie ogni senso di colpa, perciò mi avvio lentamente verso l'angusto spogliatoio senza aspettare alcun consenso da parte sua.
"Forse preferisci restare qui." Mi ferma Hana dalla mia avanzata al ritmo incitante di una lumaca.
"Perché?" Chiedo a malavoglia, voltandomi nella sua direzione. La mia amica sfoggia il suo miglior sorriso mentre mi intima a guardare nella direzione della porta.Quasi non posso credere ai miei occhi quando, attraverso il vetro, scorgo Justin intento ad aprire la porta, lanciando velocemente uno sguardo a destra e a sinistra. E ancor prima di processare a pieno questa immagine, ho già abbandonato la tazza sul primo ripiano che mi capita davanti e mi sto catapultando nella direzione dell'uscita con un'agilità mai avuta fino ad adesso. Il povero Justin non ha nemmeno il tempo di mettere piede dentro il locale che si ritrova di nuovo fuori con me che gli sto incollata al petto come un cucciolo di Koala.
"Ciao anche a te." Sussurra, stringendomi forte a sé. "Devo assumere che non hai nemmeno letto il biglietto che ti ho mandato insieme alle rose?"
"Uhm, no." Rispondo in preda all'euforia, ricordandomi del bouquet di rose che mi è stato portato poco prima che andassi via di casa. Ero così di fretta che non ho fatto altro che trovare velocemente un vaso per i fiori e uscire di nuovo in fretta e furia di casa. Quindi, si, sono incredibilmente sorpresa di trovarmelo davanti, cosa che non sarebbe sicuramente successa se avessi letto quel biglietto in cui, ormai posso presumere, mi stava informando del suo imminente arrivo. "Quando sei arrivato?"
"Un paio d'ore fa." Mi risponde, per poi chinarsi leggermente e sfiorarmi le labbra con le sue.Il mio cuore fa una capriola mortale, sprofondando nel petto quando inizio a pensare che questo lieve tocco non si trasformerà in un bacio e prendendo, successivamente, a battere ad una velocità spaventosa quando, invece, le sue labbra si intrecciano alle mie.
Le giornate passate a chiedermi quanto Clarice sia in grado di danneggiare le sue convinzioni su di me svaniscono nel nulla in un istante, senza lasciare alcuna traccia, così come tutti i fastidi che ho provato nel sentire la sua voce schifosamente acuta ogni volta che io e Justin abbiamo provato ad avere una conversazione.
In queste due settimane, non c'è stato alcun momento in cui io non abbia sentito la sua mancanza. Ma, in questo preciso istante, mi rendo conto di non aver saputo interpretare i miei stessi sentimenti. Mi è mancato più di quanto io sia riuscita a percepire...o più di quanto io sia riuscita ad accettare."Perché sei tornato prima del previsto?" Lo interrogo, a bacio finito, mentre lui mi accarezza lentamente una guancia.
"Perché mi mancavi." Risponde senza alcuna esitazione.
"Hai abbandonato Parigi per me?" Lo stuzzico, lasciando intravedere un po' della mia incredulità.
"Abbandonerei qualunque città per te." Risponde in maniera solenne, e io non so davvero se ci sia uno sfondo ironico dietro alle sue parole o stia dicendo la verità. Dopo un paio di secondi di riflessione opto per la prima variante, cosa che mi porta a dargli un piccolo colpo sul petto.
"Perché non mi hai avvisato appena hai preso questa decisione? Avresti potuto chiamarmi." Mi lamento un po' divertita.
"Avrei potuto farlo, ma tu non mi avresti risposto." Risponde in maniera del tutto seria. "Dobbiamo parlare di questo."
"Ne parleremo." Confermo a malavoglia. "Domani, quando sarai meno stanco."Justin sorride come se fosse appena stato colto in flagrante.
Pensava davvero che non avrei notato le borse sotto gli occhi e l'aria di chi non desidera che lasciarsi cadere sul primo letto che gli capiterà davanti? Mi fido del fatto che abbia voluto rivedermi con tutto se stesso ma, prima di avere una conversazione troppo seria, ha bisogno di riposarsi."Vai a casa, ci vediamo domani." Lo incito, sbandierando un sorriso rassicurante.
"Promesso?" Chiede ulteriore conferma.
"Promesso." Ribatto prontamente.Le mie parole sono seguite da un lungo bacio che, pur rischiando di lasciarci entrambi senza fiato, placa un po' delle paranoie che entrambi ci portiamo dietro. Dopo di questo, Justin sparisce tra la marea di persone che calpestano sempre i marciapiedi di questa città eternamente sveglia, e io ritorno nel Coffee Shop chiedendomi già se il suo ritorno sia vero o sia semplicemente frutto della mia immaginazione.
"Dov'è finito Justin?" Mi chiede Hana, alzando lo sguardo dallo schermo del telefono.
"È ritornato a casa. Aveva la faccia di chi ha bisogno di recuperare un bel po' di sonno in arretrato." Le spiego, recuperando la tazza di caffè ormai freddo. Hana dapprima annuisce alle mie parole, per poi lanciarmi un "Prima o poi dovrete comunque avere una conversazione seria su queste due settimane." e ritornare ad accordare la sua completa attenzione al telefono.Naturalmente annuisco, sapendo che questa sia la miglior cosa da fare, per poi rifugiarmi di nuovo in un silenzio annoiato. Ma in qualche modo so che il ritorno di Justin abbia tolto un peso sia dalle mie spalle che dal cuore, e ciò mi permetterà di affrontare la giornata con più tranquillità.
Non sono più alla ricerca di un qualcosa che la renda più emozionate. Eppure quel qualcosa arriva comunque, in tutto il suo splendore, quando Caleb mette piede nel locale. E, dopo averlo salutato con un cenno della testa, posso iniziare a godermi l'immagine di lui e Hana che flirtano spudoratamente, incuranti di una me che consuma quantità industriali di caffè e programma già il loro matrimonio."Whitney, mi hai sentito?" Mi chiede Caleb, interrompendo le mie fantasticherie segrete.
"Uhm, no, non vi stavo ascoltando." Ammetto con un'aria colpevole. "Cosa stavate dicendo?"
"Io e Hana abbiamo pensato di andare, una volta finito il turno, ad un locale aperto da poco, e ci piacerebbe che tu ci onorassi con la tua presenza." Sentenzia in modo pomposo, prendendomi apertamente in giro.
"Ho l'aria di chi ama andare in giro per i locali?" Ribatto in maniera retorica.
"Non fare la guastafeste." Si intromette Hana e dal suo tono capisco che non me lo perdonerà mai se non farò questo sforzo per lei. Sul suo viso vedo impresso il desiderio di andarci insieme a Caleb, ma anche la determinazione a non cadere troppo presto ai suoi piedi. In poche parole, ha bisogno che io le stia sul fiato sul collo per ricordarle di prendere tutto con un'estrema calma. E come posso dirle di no? Anche se non c'è al mondo una persona meno adatta di me a frequentare un locale."Non abbiamo l'età per andarci." Sentenzio, pur sapendo che sicuramente le mie parole appaiono già come un segno di resa.
"A questo ci penso io." Ribatte Caleb senza alcuna esitazione. "Vedrai, ci divertiremo."N.a
Spoiler: Justin non è stanco per il viaggio e Whitney avrebbe fatto sicuramente meglio a rifiutare!😂
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Il cielo nei tuoi occhi d'ebano
RomanceWhitney ha solo 19 anni e fin troppe responsabilità per la sua giovane età. Il suo unico scopo nella vita è quello di riuscire a ritagliarsi un posticino fuori dalla sua piccola cittandina amish, in questo nuovo mondo che tanto riesce ad intrigarla...