Capitolo 24

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Appoggiandomi pigramente allo schienale della sedia imbottita, guardo Justin sbirciare nella direzione del suo milkshake con un'espressione a metà tra l'essere sofferente e l'essere contrariato.
Oserei affermare che egli non abbia una particolare predilezione per il dolci, qualsiasi sia la loro consistenza,  tralasciando la torta al cioccolato, e, anzi, l'unico motivo per cui ci siamo fermati in questa bakery sia stata la mia faccia da cucciolo bastonato.
Ma d'altra parte, è stato lui ad insistere affinché mi accompagnasse al centro commerciale, pur avendolo avvertito su come andavano solitamente le mie sessioni di shopping insieme a Hana: qualche giro nei negozi; pranzo talmente abbondante da sentirmi in colpa per un paio di giorni; altro giro nei negozi; scorta di calorie nella nostra bakery preferita, come se non ci fossimo già ingozzate per pranzo.

Justin ha sopportato eroicamente il pranzo, ma sta calando a picco nella tappa "Bakery". Però, se non altro, mi ha davvero aiutata a trovare qualcosa da mettere per la sfilata di Hana, che si terrà proprio stasera.
In un certo qual senso, direi che egli sia proprio la versione maschile della mia amica,  quando si parla di fare shopping, con l'unica differenza che non mi esorta continuamente a camminare più velocemente e non mi apostrofa come "sciatta" per dieci volte nel giro di un minuto. In poche parole, è decisamente più paziente e meno spietato, ma pur sempre un maniaco degli abbinamenti e dei dettagli.

"Lo sai che ti ho visto acquistare i tre vestiti che ho scartato, per poi infilarli nei miei sacchetti, vero?" Lo distraggo dal suo contemplare con fare disgustato il milkshake alla vaniglia. " E spero tu ne sia altrettanto consapevole del fatto che non posso assolutamente accettarli."
"Perché no?" Chiede con fare innocente, abbozzando un sorriso luminoso. "Sono un regalo più per me stesso che per te."
"Cosa vuoi dire?" Chiedo, coprendomi la bocca con una mano per riuscire a trattenere le risate.
"Mi sentirò come se il Natale fosse arrivato in anticipo non appena ti vedrò indossare uno di quei vestiti." Asserisce solennemente, spazzando via i miei tentativi di non iniziare a ridacchiare come una piccola indemoniata. E, come se non fosse già abbastanza, decide di prendermi alla sprovvista, chinandosi velocemente sopra il tavolo che fa da ostacolo tra i nostri corpi rilassati, per poi afferrarmi la mano, in modo da impedirmi definitivamente di trattenermi, e posarvi un bacio sul dorso.

"Mi piace la tua risata." Si giustifica per il suo gesto, scrollando le spalle con nonchalance.
Una vocina nella mia testa ribatte con un sonoro "a me piace tutto di te", ma sono abbastanza lucida da non darle ascolto e astenermi dal ripetere a voce alta queste esatte parole. Un po' perché so che subito dopo mi trasformerei in un pomodorino maturo per tutto l'imbarazzo che proverei, e un po' perché mi sono promessa di ignorare il mio debole nei suoi confronti. Devo andarci piano, se non voglio crollare alla prima delusione che si ripresenterà. E so per certo che ciò accadrà, perché fa parte della natura umana deludere ed essere delusi.
Soltanto l'apatia potrebbe tenermi lontana da qualsiasi sentimento negativo, ma Dio solo sa quanto io non sia in grado di tenere a freno la mia tendenza ad affezionarmi troppo in fretta.

Justin mi si è intrufolato sotto la pelle già nei primi tempi, quando era ancora rinchiuso nel suo mondo e non aveva la più pallida idea del fatto che ci fosse qualcuno a guardare di sottecchi ogni sua mossa.
È un po' troppo tardi per reprimere totalmente tutto quello che mi suscita la sua presenza. Ma non è ancora troppo tardi per tenerlo sotto controllo, perciò posso sempre avvalermi della capacità di mettere freno ai pensieri che rischiano di trasformarsi in parole, se solo abbassassi la guardia per qualche secondo.

Potrei stroncare il problema sul nascere, decidendo di guardare avanti e farmi entrare nella testolina che le nostre diversità, benché inizialmente possano generare un po' di interesse, alla lunga si trasformeranno in un ostacolo. Però, ahimè, ho già avuto modo di capire che il mondo non funziona proprio così, perché, malgrado io riesca ad individuare cosa sia giusto per me stessa, non posso metterlo in pratica con altrettanta facilità.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora