"Solo un secondo..." Asserisco, mentre inizio a sentire come le mie guance cominciano ad andare letteralmente a fuoco. Mordendomi il labbro nervosamente, riprendo ad armeggiare con il nuovo registratore di cassa digitale che Rory ha ben pensato di installare proprio oggi. E intanto, con la mano sinistra mi sforzo anche di coprire il décolleté troppo profondo della nuova maglietta nera con sopra stampato il logo del Coffee Shop, che funge da uniforme.
"Credo che dovresti prima cancellare l'operazione precedente." Asserisce il ragazzo che fino ad adesso ha aspettato pazientemente che io capissi qualcosa di quello che sto cercando di fare senza ragionarci troppo. Alzando la testa, mi rendo conto che si sia sporto sopra il bancone per poter lanciare uno sguardo allo schermo e capire meglio che razza di problemi mi affliggono. I nostri volti sono incredibilmente vicini, ma stranamente non mi sento a disagio. E se dovessi fare un'ipotesi al riguardo, direi che il motivo abbia a che fare col fatto che, per ora, sia l'unico che non abbia cercato di fissare spudoratamente il mio seno che, pur sforzandomi di coprirlo con la mano, resta comunque in bella vista.
"Premi cancella, e poi riprova." Prosegue, e nel suo tono pacato non scorgo alcuna traccia derisoria.
"Grazie!" Esclamo, sospirando sollevata quando finalmente riesco a registrare l'operazione e passargli lo scontrino per il suo caffè doppio amaro. "Questo aggeggio è nuovo e io sono una schiappa quando si parla di tecnologia."Lo sconosciuto, che in realtà ho già visto un paio di volte, scoppia a ridere per la mia patetica giustificazione e si mette a sedere su uno degli sgabelli alti collocati di fronte al balcone, per poi prendere ad accordare la sua totale attenzione al libro che fino ad allora si è limitato a tenere in una mano. Totem e Tabù.
Deve essere un un appassionato dei libri sulla psicoanalisi, o forse è proprio ciò che sta studiando alla NYU.Non ne ho la più pallida idea, ma mi ricordo ancora perfettamente ogni singola volta che l'ho intravisto. Ho questa strana abitudine di analizzare ogni cliente che mi capita davanti, ma, considerando che ogni giorno vedo un sacco di gente diversa, dopo un po' finisco per rimuovere ogni volto nuovo dalla mia testa. Eppure il suo mi è rimasto impresso. Un po' perché ha gli occhi più azzurri che io abbia mai visto, e un po' perché anche lui, come Justin, si porta dietro un po' di mistero.
Al primo impatto, sembrerebbe il tipico new yorkese che va sempre di fretta e non riesce mai a scrollarsi di dosso l'aria stanca. Ma, a dire il vero, il suo viso non ha niente di quello che potrebbe mai far pensare ai soliti clienti scorbutici, perennemente in ritardo, con cui ho a che fare ogni giorno. Lui non ha paura di regalare sorrisi anche a gente con cui non ha mai scambiato nemmeno una parola, e, nonostante non si sia mai fermato qui per più di dieci minuti, ho comunque capito che faccia parte di quella categoria di persone incredibilmente educate con cui, ahimè, raramente ho la fortuna di entrare in contatto.
"Se vuoi te lo presto." Mi sento dire, e realizzo finalmente di essere rimasta a fissare la copertina del suo libro per un tempo abbastanza lungo da far finire me stessa in una situazione imbarazzante. "Il libro, intendo."
"Ti ringrazio, ma Freud non fa per me." Asserisco, ridacchiando stupidamente. Il ragazzo dagli occhi incredibilmente azzurri mi sorride a sua volta, mettendo in mostra le sue due bellissime fossette che gli conferiscono un'aria ancora più amichevole. Al che io, per mettere fine alla possibilità di trovare un modo per risultare ancora più impacciata, mi costringo ad abbassare la testa e cercare di concentrarmi sui miei propri compiti.Oggi si sta rivelando più difficile che mai restare sempre sul pezzo. Sono ancora fin troppo euforica per la seconda lettera di Samuel, che mi è arrivata questa mattina. Qualche divinità lassù ha ben pensato di liberarmi dell'enorme preoccupazione che, in questi giorni, ho nutrito per la mia salute di mia madre. Ora che Samuel si è addirittura scusato con me per avermi procurato un'ansia in più, sto iniziando a realizzare che si sia trattato davvero di un piccolo problema passeggero che non abbia mai richiesto un mio urgente ritorno nella comunità. Sono stata io a creare mille teorie nella mia testa già fin troppo piena di pensieri.
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Il cielo nei tuoi occhi d'ebano
RomanceWhitney ha solo 19 anni e fin troppe responsabilità per la sua giovane età. Il suo unico scopo nella vita è quello di riuscire a ritagliarsi un posticino fuori dalla sua piccola cittandina amish, in questo nuovo mondo che tanto riesce ad intrigarla...