Capitolo 59

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Pur avendogli chiesto io stessa di andarsene, quando Justin prende ad allontanarsi un senso di sconforto si impossessa completamente di ogni fibra del mio essere. Quasi vorrei che avesse insistito di più o che mi avesse trascinato con sé, perché questa impressione di starmi trovando di fronte alla tempesta più grande della mia vita mi sta uccidendo.

Non voglio che quel minimo equilibrio che sono riuscita a trovare in questi lunghi mesi se ne vada in un batter d'occhio. Forse non mi sto trovando nella situazione migliore del mondo, ma non è nemmeno la peggior cosa che mi potesse mai capitare. Dunque, vorrei davvero non trovarmi ad un passo dal veder tutto sgretolarsi di fronte a me.
Ma chiaramente mi rendo conto che l'universo abbia tutt'altro in serbo per me ogni volta che trovo  il coraggio di lanciare uno sguardo al viso di mio padre, contratto in una smorfia di disgusto.

"Anche se avessi pregato giorno e notte, non avrei potuto avere due figlie più ingrate di voi due." Asserisce, in fine. Le sue parole si rivelano più efficaci di due schiaffi in pieno viso, perché sento il sangue affluire nelle mie guance come quando si prova una vergogna incontrollabile per una colpa giustamente attribuitami. Mi sento più colpevole di un delinquente colto in fragrante.
"Prima scopro che tua sorella passa le giornate con gentaglia fuori dal nostro villaggio e ora che tu, addirittura, la gentaglia la porti direttamente nella comunità." Ci accusa, spostando lo sguardo continuamente tra me e Bethany. "Mi sono stancato della vostra ingratitudine, soprattutto della tua Whitney. Da un anno a questa parte non fai che mancarmi di rispetto."
"Perché non ne parliamo in privato, piuttosto che starcene qui e fare scenate?" Rispondo, un po' meno impaurita di qualche secondo fa. Ne ho fin sopra i capelli di essere considerata la pecora nera della famiglia anche per il semplice fatto di essere tornata qui con l'intento di essere vicina in un momento difficile. Il mio subconscio, che solitamente è il mio peggior nemico, mi sta urlando di prendere una posizione e difendere me stessa da un attacco così ingiusto.

"Perché voglio che la gente sappia che io e la tua povera madre abbiamo cercato in tutti i modi di crescervi nel modo giusto." Alza il tono, liberando Bethany dalla presa giusto per poter gesticolare con entrambe le mani e accordare più enfasi ai suoi discorsi. Mi sembra di non averlo mai visto così arrabbiato in vita mia. Sembra letteralmente fuori di testa.
"Hai già avuto la tua seconda possibilità, figlia mia. Non ce ne sarà una terza." Asserisce, puntandomi il dito contro. "Credo sia arrivato il momento per te di andartene, per sempre."
"Mi stai cacciando di casa?" Chiedo incredula, sbattendo le ciglia ad una velocità impressionante. Quasi non riesco a credere a ciò che sento, pur essendomi immaginata una reazione alquanto esagerata da parte sua.

"Sei un brutto esempio per i tuoi fratelli e tutti i giovani della comunità." Finisce la sua lista di accuse, servendomi su un piatto d'argento l'ultima goccia che fa traboccare quello che è il vaso pieno di tutte le mie frustrazioni accumulate in quest'ultimo anno. Da un momento all'altro passo dall'essere un cagnolino spaventato all'essere una iena inferocita. La mia stabilità mentale mi sta scivolando tra le mani ancor prima di avere il tempo si accorgermene.

"Me ne vado immediatamente." Esordisco in tono isterico, buttando le mani all'aria. "Potete marcire tutti in questa comunità del cazzo, mentre io vivrò la mia vita nel mondo reale."
"Potete andare a farvi fottere tutti." Chiudo pietosamente la crisi isterica più breve e intensa di tutta la mia vita. Dopo di questo, giro i tacchi pronta a lasciarmi dietro tutto quanto... se non fosse che Bethany, fino ad allora rimasta in silenzio, si lascia sfuggire un urlo quasi disumano nell'intento di fermarmi.

"Ti prego, portami con te." Mi implora, in una voce spezzata. "Non lasciarmi qui."

Prima si darle alcuna risposta, lancio uno sguardo a mio padre che sembra ancora parecchio disorientato per via della mia reazione avuta poco fa. Tuttavia, anche quando sembra  abbia registrato la richiesta disperata di Bethany, non accenna a mostrare alcun segno di disaccordo. Semplicemente si gratta il mento coperto dalla lunga barba nera come la pece e resta in un silenzio accompagnato da sguardo astiosi.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora