Another day of rain has come and gone.

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Thisaremylarry05 dedicato alla mia lettrice numero uno, che riesce ad essere la mia Sam. Leggi tutto il capitolo per comprendere ciò che dico, come sempre. Buona lettura.

Erano le 17 e la riunione era ormai conclusa.

Quel giorno non era il turno di Jimmy mettere a posto le sedie quindi lui e Tom presero i loro zaini e si avvicinarono a Chris, il quale stava parlando con Sam.
A Jimmy non interessava molto quel discorso ma aspettò pazientemente che i due ebbero finito di parlare per poi uscire dall'edificio assieme a Tom e Sam.
Aveva ancora mezz'ora prima che il suo pullman partisse quindi, come sempre, andò al parchetto non molto lontano dalla scuola.
Nonostante la sua posizione, lì non ci andava mai nessuno dato che non era molto curato: le giostrine rotte, scritte ovunque e pochi alberi. Ma a Jimmy e Tom piaceva quel parchetto, era stato sempre il loro punto di ritrovo.

Tom è l'unico amico coetaneo di Jimmy e l'unica persona con cui è riuscito a legare della sua vecchia classe. Ha anche lui diciassette anni solo che, a differenza di Jimmy, non è stato bocciato e ora si trova quindi nella 4F. Tom ha i capelli castani e gli occhi del medesimo colore, un piercing sul labbro inferiore ed è molto alto. Molto spesso infatti gli è stato chiesto perché non entrasse a far parte della squadra di basket e lui rispondeva sempre che preferiva concentrarsi sullo studio. Jimmy si sarebbe sentito piuttosto tradito se Tom fosse entrato a far parte della squadra di basket. Insomma, è come se entrasse a far parte della squadra che giocava contro Jimmy ormai da anni.
I tre si sedettero su una panchina e Sam pareva abbastanza disorientata.

"Allora Sam." Iniziò Tom attirando l'attenzione della ragazza mentre si accendeva una sigaretta. "Dato che per ora io e Jimmy siamo gli unici tuoi conoscenti, parlaci un po' di te."
"Uhm, certo, allora. Mi chiamo Sam Thompson e fra qualche settimana è il mio sedicesimo compleanno. Vivo con mia madre in un paesino dimenticato da tutti nel Southmead*. Vengo col pullman a scuola. Ho un fratello maggiore di diciotto anni di nome Connor a cui tengo molto. Ci siamo trasferiti qui da Londra proprio perché Connor ha avuto un'occasione di lavoro non molto lontano da lì. E niente, non ho nient'altro da dire." Concluse mordendosi il labbro.

Tom sorrise.
Jimmy non sembrava trasparire alcuna emozione, come sempre.
"Se non lo sai ancora, io sono Tom Moore e lui è Jimmy Greenwood. Non offenderti se Jimmy non risponderà a qualche tua domanda, non ama particolarmente parlare, ma credo che tu lo abbia capito ormai. Sai, anche Jimmy vive nel Southmead. Vero Jimmy?"

Jimmy poggiò la schiena alla panchina e, lentamente, annuì.
Sam sorrise. "Prendi anche tu il pullman?" Jimmy annuì nuovamente.
"Allora potremmo prenderlo insieme, no?"

Jimmy si voltò a guardarla.
Jimmy non conosceva quella ragazza e lei non conosceva lui eppure sentiva che c'era qualcosa di molto forte che sembrava legarli.

Annuì.
Di solito, durante il breve viaggio scuola-casa, Jimmy preferiva ascoltare le sue canzoni preferite senza dare peso a nessuno. Ma ormai aveva annuito, quindi.
Tom accennò un sorriso per poi dare una pacca sulla spalla a Jimmy, ridacchiando.

Jimmy lo guardava confuso e con le sopracciglia aggrottate.
"Devo andare a casa, devo aiutare Mike con i compiti. Ci vediamo domani, okay?" disse Tom scompigliando i capelli a Jimmy.
Jimmy lo guardava ancora più confuso di prima.
Ma che voleva?, pensava Jimmy.
"Beh Sam, benvenuta a Bristol, allora." Disse avvicinandosi a Sam sorridendo per poi voltarsi e andarsene.

"Jimmy iniziamo ad andare alla fermata?"

-

Erano seduti sulla panchina della fermata da quasi un quarto d'ora e il pullman non arrivava.
Per tutto il quarto d'ora Sam non aveva smesso un attimo di parlare.
Suo fratello Connor e la sua fidanzata, la vecchia scuola, il viaggio in treno... e Jimmy aveva smesso di ascoltarla.
Lei parlava e Jimmy la guardava. Anzi, la studiava. Stava cercando di capire cosa ci fosse dietro a quegli occhi che più che azzurri, erano di ghiaccio.
"Jimmy, ehi! È quello il nostro pullman?" chiese Sam indicando un pullman che stava arrivando.

Jimmy annuì per poi alzarsi e mettersi lo zaino in spalla.
"Speriamo ci siano posti.."

"Come non detto." Sbuffò la ragazza, mantenendosi ad uno dei pali grigi del pullman e guardando Jimmy che faceva spallucce. "è sempre così, scommetto."
Jimmy annuì ridacchiando.
Erano molto vicini, lui e Sam.
Anche lui e la vecchietta dietro di lui, erano molto vicini.

In quel pullman non si respirava.
Per fortuna il viaggio durò solo una decina di minuti e si trovarono entrambi in una piccola piazzetta che faceva, appunto, da fermata per loro e per altri tre ragazzi.
"Uhm.. dove.. abiti?" mormorò Jimmy, mordendosi il labbro.
Sam quasi non credeva a ciò che aveva sentito. La sua voce, seppure tremolante e fredda, era una bella voce.

"Infondo a questa strada. Tu?" chiese Sam mentre iniziarono a camminare.
"Anche io.." rispose.
Jimmy si rese conto che forse non era così male parlare con qualcuno che non fosse suo padre, Tom o sua sorella.

A proposito di sua sorella! Doveva andarla a prendere dalla loro vicina di casa mezz'ora fa.
Guardò Sam che procedeva decisa per la sua strada.
Sorrise appena per poi fermarsi alla casa affianco alla sua dove suo padre aveva lasciato sua sorella.
"Questa è casa tua?" chiese Sam guardandolo. Jimmy scosse la testa e le fece segno di aspettare.
Bussò alla porta e fu la signora Penny ad aprire.
"Oh Jimmy! Sei già venuto a prendere Alexa? Ci stavamo divertendo così tanto!" esclamò la signora.
"Jimmy!" esclamò Alexa andando ad abbracciare il suo tanto amato fratellone.

Alexa aveva sei anni, capelli quasi rossi e gli occhi castani. Purtroppo Jimmy e suo padre Dan potevano vederla solo una settimana sì e una settimana no, il giudice aveva deciso in questo modo e andava avanti così da ormai quattro anni.

Prese per mano Alexa e ritornò da Sam che intanto era rimasta a guardarli sorridendo.
"É tua sorella?" domandò Sam sorridendo. Jimmy annuì.
"Ciao piccola.. che carina che sei! Io mi chiamo Sam, tu?"
"Alexa.." mormorò stringendo la mano a Jimmy che sorrideva alla scena.

-

Dopo aver accompagnato Sam a casa (Sam aveva dato il suo numero a Jimmy e Jimmy aveva dato il suo numero a Sam, anche se con un po' di difficoltà), Jimmy ed Alexa arrivarono finalmente a casa loro dove c'era Dan ad aspettarli.
Dan, il padre di Jimmy ed Alexa, era un infermiere nel Southmead Hospital. A volte, a causa dei suoi turni, non riusciva a vedere Jimmy per giornate intere, ma ogni volta si faceva perdonare. Ama la sua famiglia, o quella che ne è rimasta.

Dan e Jessie hanno divorziato quattro anni fa, quando Jimmy aveva tredici anni ed Alexa solamente due. A Jimmy dissero che era perché non c'era più l'amore che c'era anni prima, ma Jimmy sapeva benissimo che era perché Jessie aveva tradito suo padre con un altro uomo.

Ma alla fine le cose andavano abbastanza bene.

Insomma, il padre aveva uno stipendio fisso che permetteva a lui e a Jimmy di vivere come una persona normale, accettava e comprendeva Jimmy quando non aveva voglia di parlare della scuola o di qualcosa in generale. Ci era passato anche lui da giovane e, quindi, sapeva cosa si provava quando un genitore voleva a tutti i costi sapere cosa fosse successo al proprio figlio. Ma ora riusciva a capire anche cosa provassero i suoi genitori nel vedere il proprio figlio con un occhio nero e il labbro spaccato.

Iniziò a piovere.

Dan era in soggiorno addormentato con Alexa fra le braccia: stavano guardando per la millesima volta "Ribelle: The Brave", film preferito di Alexa. Jimmy era in camera sua a suonare qualcosa sulla sua amata chitarra elettrica quando gli arrivò un messaggio da Sam.

"Ehi, comunque volevo solo dirti grazie per oggi, per avermi accompagnato a quella riunione e per avermi fatto conoscere Tom. Spero che tu mi reputi tua amica, da adesso in poi. Anche se non parli molto non preoccuparti, io riesco a capirti ugualmente. Detto questo, buonanotte."

Jimmy sorrise a quel messaggio. Non riceveva un messaggio da un bel po'.

"Ehi Sam, sono io che devo ringraziare te per avere così tanta pazienza. Grazie mille e buonanotte anche a te.. xo."

Scrisse questo messaggio e poi si mise a letto, tranquillo, come non faceva da tanto tempo.

"Another day of rain has come and gone."

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*= Southmead, quartiere di Bristol, posto nella periferia settentrionale della città.

Jimmy loves you.Where stories live. Discover now