CH1 - QUANDO PENSAVI DI SAPERE TUTTO...

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Il campanello di casa Dursley suonó una calda sera d'agosto, quando tutti erano indaffarati nelle loro faccende quotidiane.

Cugino Dudley era davanti alla televisione e pareva ancora più arrogante e scorbutico quella sera.

Zia Petunia era davanti ai fornelli, che stava finendo di preparare la cena.

Zio Vernon, invece, sedeva in panciolle sulla sua comoda poltrona rossa a leggere il giornale.

Nessuno sembrava notare lo smilzo ragazzino di nome Harry, che, non appena sentito il campanello, si accingeva a scendere le scale intento ad andare ad aprire la porta.

L'ormai adolescente Harry, quel giorno, era particolarmente sereno, come non si sentiva ormai da due mesi.

Aveva un chiodo fisso nella mente, che gli perseguitava le notti e i giorni.

Cedric Diggory.

Il suo avversario, ma anche amico nel torneo Tre Maghi.
Ucciso per colpa del mago più oscuro dell'ultimo secolo: Voldemort.

Gli incubi di Harry erano tormentati da mani mozzate, omicidi ed incantesimi proibiti.

Ascoltava tutti i giorni la radio nazionale, per cercare di captare qualche informazione su possibili faccende strane, che potevano essere ricollegate al ritorno dei mangiamorte e del loro capo.

Ma nulla.

La cosa non lo tranquillizzava, ma nemmeno lo sconvolgeva.

La sua unica via di fuga da tutto ciò era il pensiero di Hogwarts.
Il castello che ormai da cinque anni era diventato la sua casa.

Gli mancavano i suoi amici, ma più di tutto la normalità.
Ma Harry non sapeva che quell'anno sarebbe stato diverso.

Il ragazzo era arrivato ormai davanti alla porta quando un'ombra lo sovrastò.

<Spostati ragazzo, apro io la porta> era Zio Vernon.

Strano, si disse Harry.

Lo zio che va ad aprire la porta? Il prossimo sarà Dudley che fa il tapis roulant? O magari zia Petunia che mi fa un complimento?

<chi è a quest'ora? Ora gliene dico quattro a questo rompi scatole>, riprese il discorso.

Ecco perché voleva aprire lui la porta. Zio Vernon non perderebbe mai l'occasione di urlare in faccia alle persone, insultandole. Oserei dire che è il suo hobby preferito.

La porta venne spalancata e quello che Harry vide nel suo giardino fece fare una capriola al suo cuore.

Davanti a lui si ergeva una figura alta e dall'aria regale, che aveva una lunga barba bianca tenuta stretta nella cintura.
Ai piedi calzava un paio di stivali col tacco di colore viola.
Tutto questo scolvolse il povero Vernon, ma non si può fare nient'altro se non mantenere una posizione decorosa di fronte ad Albus Silente.

Tuttavia Harry si chiese come mai avesse suonato alla sua porta.

Doveva essere qualcosa di importante, di certo non si trattava di una semplice voglia di thé o di un ghiacciolo al limone.

«e lei chi è?» chiese Zio Vernon confuso, probabilmente perché Silente indossava stivali con il tacco e un lungo mantello color porpora.

«io sono il professor Silente e sono qui per parlare con voi e con Harry», rispose con la sua solita voce calma e pacata.

«professore!» disse l'ultimo in questione con un tono di sorpresa
«come mai è qui?»

«posso accomodarmi? Sa non vorrei che la mia barba si congelasse»
«s-si mi scusi» balbettò Vernon.

Harry era sicuro di non aver mai visto suo zio così spaventato.

Non appena mise piede in casa accorsero anche Petunia e Dudley per vedere l'estraneo.

Avevano entrambi facce sconvolte, soprattutto la zia.

«Silente?» domandò Petunia.

«buona sera signora Evans» salutò lui con un lieve sorriso sulle labbra.

«voi due vi conoscete?» chiese
Vernon in un sussurro.

«diciamo che tanto tempo fa abbiamo avuto a che fare l'uno con l'altro» fece l'occhiolino Silente.

Harry abbastanza confuso disse al professore di accomodarsi sul divano in salotto mentre lui preparava un po' di thé.

Davanti alla teiera pensò al motivo che potrebbe aver spinto Silente a venire fino a casa sua.
Non aveva commesso infrazioni,
Non era morto nessuno,
La sua vita per il momento non era in pericolo.

Decise che le opzioni erano troppe così non appena il tea fu pronto si avviò di la.

«grazie mille Harry» avvicinò la bocca al liquido caldo.

«è delizioso, proprio come piace a me».

«ci può spiegare il motivo della visita ora?» chiese Vernon su tutte le furie.

«oh ma certo»rispose Silente.

« allora Harry volevo raccontarti una storia»

«in che senso?» una storia? Che follia è mai questa, pensó Harry.
«volevo raccontare la morte dei tuoi genitori caro.» la faccia di Harry era indescrivibile «allora, sappiamo tutti com'è andata vero? Lily e James erano a casa quella notte, lei stava mettendo a letto te, Harry e lui era giù in salotto. Quando arrivò Tu-Sai-Chi uccise per primo tuo padre e quando arrivò al piano di sopra tua madre si mise davanti a te per proteggerti e la maledizione senza perdono che lanció a te, ti rimbalzò addosso. Uccidendo tua madre e lasciando a te la cicatrice. Ma c'è una cosa che nessuno sa.» detto questo si voltò verso Petunia e lei abbassò la testa «nella stanza quella notte vi era un'altra persona Harry»
«come un'altra persona» ora davvero non capiva.
« si Harry, le culle erano due» lui sbarrò gli occhi

THE GIRL WHO LIVEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora