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«Dove sei stata ieri sera?!» urla mia madre, accogliendomi in casa.
«Ma stai zitta» le rispondo; la odio quando urla.

Non capisco il motivo per il quale si preoccupi tanto.
Voglio dire, è estate: dopo nove messi passati chiusa in casa a studiare è pure giusto che esca.
Sono le cinque di pomeriggio e, da quando mi sono svegliata, credo di essermi vomitata all'incirca otto o nove volte.
Devo smettere di bere così tanto la sera, anche perché la mattina successiva ho sempre dei fortissimi mal di testa e, se è il caso, vomito anche l'anima.

«Rispondi immediatamente; dove sei stata?» richiede, alzando leggermente il tono della voce.
«Da Claudio» farfuglio, mettendomi sotto le coperte del mio lettino.
Se sapesse la verità, sono certa che non mi farebbe più uscire per mesi interi.
«E ti sembra questa l'ora di farti viva?» strilla, scoprendomi.
«Ma che cazzo di problemi hai?» ringhiò, scattando a sedere. «Ho diciannove anni, sono abbastanza responsabile per badare a me stessa. Non serve farmi da avvoltoio.»
«Sono tua madre, signorina, portami rispetto» ammicca ed io sbuffo; Odio quando si comporta così.

Inizia la sua lunga predica dicendo sempre le stesse cose, ovvero che devo comportarmi bene, non devo bere o dare confidenza a nessuno, devo raccontarle sempre la verità e, soprattutto, che devo rimanere vergine fino al matrimonio.
Se solo sapesse che non lo sono più da due anni e che mi faccio il figlio del suo collega di lavoro nel bagno del suo ufficio , non oso immaginare la sua reazione...
Probabilmente mi terrebbe chiusa in camera a vita e mi comprerebbe anche una cintura di castità.
Rido solo all'idea ahahah.

«Adesso hai capito?» chiede, terminando il suo lungo discorso.
«Si» rispondo mentendo.
«Perfetto» fa un sospiro di sollievo; Povera illusa. «Io vado a preparare la cena, tu riposati che, a dirla tutta, non hai una bella cera» esce e chiude la porta.

Sto per chiudere gli occhi quando il display del mio cellulare si illumina, cominciando di conseguenza a vibrare.
Non avendo la minima voglia di rispondere, rifiuto la chiamata.
'Sarà sicuramente Jay' penso e, ripromettendomi di chiamarlo una volta finito il mio pisolino rigenerante, mi addormento.

•••

«Lena» mi scuote Francesca, mia sorella minore di sei anni «Tra venti minuti è pronto, comincia a svegliarti» spiega e riesce.
Ma che ora è?

Afferro il telefono e controllo: 21:07
Orario decente per cenare, no? No.
Controllo le varie notifiche sui social e noto le 67 chiamate di mio padre, i 145 messaggi di Andrea e i soliti due messaggi da parte dello stronzo biondo.
Rispondo a quelli di Andrea e, per purissima curiosità, visualizzo quelli di chi sapere voi.

Da: Stronzetto malefico ☠️
Come quando, invece di dormire,
ti continui a chiedere
perché sia andata così 💔
20:42

Ti prego, torna da me...
20:43

Povero illuso.
Esco dalla sua chat e chiamo a mio padre che, solo dopo due squilli, risponde.

«Elena!?» urla
«No, sono Cristiano Malgioio» roteò gli occhi, ironica
«Sempre la solita» farfuglia «Come stai?»
«Bene ma non benissimo» rispondo sincera «Tu e Morena?» chiedo a mia volta, specificando.
«Io e lei molto bene, a differenza di F-»
«Non azzardarti a nominare il suo nome» urlo, bloccandolo.
«Come preferisci...»
«Papà, la cena è quasi pronta, cosa volevi dirmi?»
«Allora... non so come dirtelo» ridacchia nervoso.
«Con le parole, genio» rispondo sarcastica.
«Ma no guarda, pensavo di dirtelo attraverso l'alfabeto morse» controbatte «Comunque... io e Morena ci sposiamo»
«Davvero?» scatto a sedere sul letto «Oddio, sono felicissima per voi!» esclamo, sinceramente.
«Su questo non avevo dubbi. Però c'è un'altra cosa...»
«Devo preoccuparmi?»
«In realtà, si» risponde, sospirando.
«Dimmelo, tranquillo» cerco di tranquillizzarlo il più possibile.
Prende un respiro profondo «Tu dovrai essere la damigella d'onore»
Io rido «Pa' ma stai scherzando ? Mi stai prendendo per il culo? C'è una candid camera qua»
«No, perché dovrei? Sono serio»
«Papi lo sai che non è una cosa fattibile» sbuffo, accasciandomi nel letto «Dovrei tornare a Modena e, di conseguenza, Ritornare alla vita che avevo prima»
«Ele, sarà solo per una settimana» cerca di convincermi
«In una settimana possono succedere tante cose..»
Lui resta in silenzio, aspettando una mia risposta.
«Papà, come posso dirti di no?» chiedo retorica.
«Grazie, non sai quando sia importante per me» dice, immagino sorridendo «Puoi portare anche qualche tuo amico»
«Certo! Claudio non vede l'ora di conoscerti!» esclamo «Adesso devo andare, buonanotte»
«Buonanotte, a domani» chiude.

Sono. Una. Vera. Testa. Di. Cazzo.
Come ho potuto accettare ?!
Penso già che dovrò rivedere Federico e, all'idea, mi sento male.
Non sono psicologicamente pronta ad affrontarlo.
Ho tanta paura che appena i suoi occhi incroceranno i miei, io possa ricascare nella sua trappola.
Quel ragazzo, ha il potere di ingannare tutti con lo sguardo.
Quei suoi occhi ti entrano nell'anima e stop, da quel momento appartieni solo a lui.
Io, ad esempio, ancora adesso, sento di appartenergli.

Potremmo Ritornare ||Federico Rossi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora