Capitolo 11

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Io e Jean abbiamo deciso di confessare tutto allo zio e sperare che ci capisca.So benissimo che è una pessima idea e che rischia di compromettere la missione,ma è l'unica cosa che posso fare in questo momento.Almeno abbiamo un indizio,anche se non è tanto utile.

<<Sei davvero sicura?Io conosco mio zio e so che si arrabbierà moltissimo!>>mi dice Jean.

<<E allora cosa pensi di fare?>>

<<Io consiglio di prenderci un po' di tempo per riflettere e poi decidere se è il caso di dirglielo>>.In effetti forse la nostra è una decisione affrettata,e poi non sono sicura che lo zio capirà,perciò do ragione a Jean.

<<Va bene,ma prima o poi dovremmo dirlo>>

<<Si prima o poi>>risponde Jean con un sorriso furbo,per poi aggiungere:<<Ma prima voglio mostrarti una cosa,seguimi>>.

Ci avviamo verso il retro della casa,dove c'è un giardino con una decina di siepi decorate con le rose e una magnifica fontana in mezzo.Jean si avvicina alla fontana e tira fuori dalla tasca un telecomando.Schiaccia il pulsante e la fontana si apre perfettamente a metà facendo intravedere una piccola porta.

<<Qui è dove teniamo il nostro aereo privato,non è molto grande ma ti assicuro che costa tanto e per questo deve stare in un posto sicuro>>

<<Scusa e perché non andate con questo aereo in Svezia?>>domando io stupita.

<<Come ti ho detto non è molto grande e non ci sarebbe spazio per i bagagli>>.

<<Ok...entriamo?>>

<<Certo!>>.Jean apre la porta e ci ritroviamo in una stanza sotterranea davvero stupenda.Assomiglia a una specie di covo segreto con computer ai lati delle pareti e un letto per dormire.

<<Sembra una rifugio...vi dovete nascondere da qualcosa o qualcuno?>>

<<No,mio zio l'ha fatto costruire in caso di necessità>>

<<Che strano>>

<<Già...comunque ti ho portato qui per farti vedere questo magnifico aereo>>Dice mostrandomelo.Si trova al centro della stanza ed è grande due volte il letto matrimoniale.L'esterno è interamente fatto di metallo invece all'interno c'è il lusso:sedili di pelle,televisione,internet e persino un mini bar per bere qualche bevanda se hai sete.DAVVERO STUPENDO!

<<Vuoi fare un giro?>>mi chiede Jean.

<<Certo, ma tu non sai guidare?>>

<<E questo chi te lo dice?>>risponde lui con aria di sfida.

<<E va bene,mi fido>>.Saliamo sull'aereo e Jean lo mette in moto.Anche se ho il casco i cappelli mi iniziano a svolazzare qua e là a causa dell'aria che produce il motore dell'aereo,ma è una sensazione piacevole.Iniziamo a salire sempre più in alto nel cielo e io cerco di non guardare giù per paura che mi vengano le vertigini.Ad un certo punto mi arrendo e quello che vedo sotto di me è spettacolare.La città di Parigi è magnifica vista dall'alto e riesco a vedere la Tour Eiffel in tutta la sua maestosità.Riesco anche a scorgere la casa di Jean che ormai è lontana e seguo attentamente il corso della Senna che non ho ancora potuto guardare da vicino.

<<La vista è fantastica>>urlo a Jean perché a causa del vento non si riesce a sentire molto.

<<Lo so è per quello che amo volare>>mi risponde lui e poi continua:<<Michelle,dovrei dirti una cosa>>

<<Dimmi pure>>rispondo io.In verità spero che mi dica che mi ama,perché è quello che provo io per lui in questo momento.Con Jean mi sento felice,accettata e non mi interessa quello che pensano gli altri di me.Non mi sono mai sentita così,a scuola era sempre difficile per me fare nuove amicizie,anche perché mi serviva qualcuno che mi tenesse testa.Lui è una persona importante per me e non voglio perderlo.

<< Io ti.....o.....>>

<<Cosa?Non riesco a sentirti!>>

<<Non importa te lo dirò un altro giorno>>

<<Ok>>rispondo io delusa per poi dire:<<Possiamo ritornare a casa che mi sta venendo mal di testa a causa di questo vento forte>>

<<Certo>>

Arrivati a destinazione entriamo in casa e decidiamo di andare a bere una cioccolata calda.Non facciamo neanche in tempo ad arrivare in cucina che sentiamo la cameriera urlare:<<Ho trovato i soldi!Ho trovato i soldi>>.Noi due iniziamo a correre verso la direzione delle urla e scopriamo che provengono dalla camera di Jean.Una volta entrati vediamo la cameriera seduta a terra con attorno tantissime banconote.Capisco che i soldi stavano nell'armadio di Jean perché sono rimaste alcune banconote dentro.Finalmente ci raggiungono anche gli altri componenti della famiglia e la loro reazione è ben diversa dalla mia,perché io mi limito a essere solo sorpresa.

<<Jean come hai potuto?Io mi fidavo di te e tu mi hai colpito alle spalle!>>dice lo zio.

<<Io non ho fatto niente,come puoi dubitare di me,quei soldi sarebbero potuti essere messi da chiunque nell'armadio>>

<<Questo è vero,ma chi sarebbe intenzionato a metterti in cattiva luce?>>

<<Non lo so ma ti giuro che non ho fatto niente>>

<<Mi dispiace ma non posso crederci,e questi soldi a terra bastano come prova....inoltre l'anello  con la "J" sopra è un'ulteriore conferma del gesto vergognoso che hai fatto.>>.Tutti se ne vanno eccetto me,che sto ancora cercando di realizzare quello che è successo.Lo zio non può accusare così ingiustamente Jean perché è vero che chiunque avrebbe potuto mettere i soldi nell'armadio,ma è anche vero che l'anello con le sue impronte digitali sopra e la J sono una conferma che il ladro è lui.Comunque non riesco a capire perché l'abbia fatto e soprattutto perché mi abbia mentito mettendo in scena la storiella del ragazzo che vuole aiutare lo zio.Sono davvero confusa e arrabbiata,non so cosa pensare,cosa fare.

<<Michella dimmi che almeno tu  mi credi?>>mi dice Jean con le lacrime agli occhi.

<<Non lo so Jean,proprio non lo so>>Mi allontano velocemente, sentendo il rumore delle sue lacrime, ma non voglio ritornare indietro,sarebbe una scena troppo straziante.In questo momento voglio solo riflettere e restarmene da sola,pensare soprattutto a che cosa ho fatto di male e dove ho sbagliato.

Una spia e mezzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora