Capitolo 8

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«Michelle,non voglio avere niente a che fare con te,dopo quello che hai detto a quella ragazza ho deciso di cancellare la nostra missione.....Me la caverò benissimo da solo»
«Ti prego Jean,ho chiesto scusa tu non sai come vorrei continuare ad aiutarti»rispondo con le lacrime agli occhi.
«Mi dispiace ma mia deluso,adesso esci dalla mia casa»dice con freddezza.
Fuori il tempo è nuvoloso proprio come il mio umore in questo momento.Ad un tratto mi squilla il cellulare.Sullo schermo compare il numero dell'agenzia.
«Pronto?»
«Signorina lei non è stata in grado di completare la missione,siamo costretti a cacciarla dall'agenzia»
«No la prego»
«Le regole sono regole»e riattacca.Ormai ho perso tutto,sono proprio un disastro chissà cosa direbbe mia madre adesso.Sono solo una delusione,penso,e inizio a piangere come non ho mai fatto prima.

Mi sveglio di colpo e quando realizzo che è stato solo un incubo mi calmo.Faccio lo stesso incubo da un pò di giorni,esattamente da quando ho trattato male quella ragazza alla festa.Mi sento così in colpa,non so cosa mi sia preso,in condizioni normali non avrei mai detto cose del genere ma ero stanca dopo la giornata faticosa,e poi vedere Jean con un'altra ragazza mi ha fatto proprio rabbia...penso di essere un pò gelosa.Ma dopotutto non ci sono scuse,ho sbagliato.Alla festa Jean non mi ha più rivolto la parola,si leggeva la sua delusione in faccia,per questo ho deciso di andarmene.È da tre giorni che non ritorno in quella casa per paura di non essere la benvenuta,e mi rendo conto di star mandando a monte la mia missione.Perciò se non voglio che il mio incubo si avveri devo andare a chiedere scusa.Lo farò oggi.

Mi vesto in fretta e prendo il primo autobus per arrivare a casa di Jean.Suono il campanello e mi ritrovo davanti proprio lui.
«A sei tu...»risponde con aria assente.L'ho proprio deluso.
«Sì....senti mi dispiace,mi sono proprio comportata male,per questo voglio scusarmi.Ci tengo a scoprire chi è il ladro...ti prego ricominciamo da capo...ti prometto che mi impegnerò di più.»
«Non lo so...però mi serve una mano perciò va bene...ma la prima mossa sbagliata che fai sei fuori»
«Va bene»rispondo io.
«Non stare lì impalata davanti alla porta...entra dai»mi dice lui e gli ricompare subito il sorriso.Menomale è ritornato quello di sempre ,sono felice di aver chiarito.Ma devo ancora chiedere scusa a qualcuno...
«Jean per caso c'è ancora la ragazza della festa?»
«Quella che hai trattato male?»mi risponde con tono accusatorio.
«Sì quella»rispondo imbarazzata.
«Sì è proprio laggiù».In lontananza scorgo una figura esile avvicinarsi a noi.Decido io di fare il primo passo:
«Ciao,abbiamo iniziato male,scusa per come ti ho trattato ...Non so cosa mi sia preso...Mi dispiace tantissimo!»
«Stai tranquilla è normale essere gelosa, dopotutto é il tuo ragazzo».Magari fosse il mio ragazzo...penso io per poi aggiungere:
«Sono felice di aver chiarito...Io mi chiamo Michelle.»
«Io Angelica»
«Wow che bel nome!»
«Grazie»risponde lei arrossendo.
«Comunque Angelica,io e Michelle dobbiamo proprio andare,magari parliamo dopo»interviene Jean.
«Va bene»risponde e se ne va.Rimasti soli Jean mi fa il resoconto di quello che è successo negli ultimi giorni:
«C'é stato di nuovo un furto e stavolta hanno preso mezzo milione di euro...Come le altre volte niente indizi ma io ho scoperto che stavolta il ladro ha forzato la serratura della cassaforte,cosa molto strana dato che le altre volte non l'aveva fatto è per questo noi pensavamo che conoscesse la password....»
«Già....ma se avesse un complice?»chiedo io.
«Probabile»
«Ok vado un attimo in bagno e poi continuiamo.»rispondo io.In realtà non devo andare in bagno,ma voglio andare nello studio dove c'è la cassaforte per poter analizzare la serratura con gli strumenti forniti dall'agenzia.Appoggio l'orecchio sulla porta per capire se c'è qualcuno dentro,e non sentendo niente decido di aprirla.Tutto è perfettamente in ordine come l'ultima volta che sono stata in questa stanza,si vede che in questa casa si ama la perfezione.Come mi ha detto Jean la cassaforte è aperta perchè è stata forzata.Ci sono dei segni sopra ma non riesco a capire con quale oggetto siano stati fatti.Prendo un gadget che mi può aiutare e capisco che a scassinare la cassaforte è stato un semplice coltello.Alla fine questo ladro non è così tecnologico,pensavo che fosse più sofisticato.Per questo mi fa rabbia non riuscire a scoprire chi è.Comunque neanche questa cassaforte è di qualità se si riesce a scassinare così miseramente,e anche lo zio non è tanto furbo se dopo i vari furti lascia ancora i soldi dentro la cassaforte.Con queste riflessioni esco dalla stanza cercando di non fare rumore.Non faccio in tempo a fare qualche passo che vado a sbattere contro un corpo muscoloso.
«Che fai Michelle?»mi chiede Alberto.
«Niente devo andare in bagno»
«Ma è dall'altra parte»
«Si ma mi sono persa....però ora che ci penso mi ricordo dov'è e quindi se mi vuoi scusare devo andare»
«Va bene ma prima devo farti vedere una cosa»
«Ok ma sbrigati».Ho deciso di accontentarlo perchè devo essere gentile con tutti i membri della famiglia.
«Entra nella mia camera che arrivo».La stanza è davvero grande con un letto enorme.Decido di sedermi sul divano in tanto che aspetto e guardare il telefono.Passano 10 minuti e di Alberto ancora nessuna traccia.Sto iniziando a stufarmi seriamente.Ad un tratto sento la chiave della serratura muoversi.Mi alzo e cerco di aprire la porta.È chiusa.Qualcuno mi ha rinchiuso dentro.E adesso?

Una spia e mezzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora