6 CAPITOLO

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Il silenzio era interrotto solo dai versi degli uccelli notturni, appollaiati

sui rami degli alberi, con gli occhi fluorescenti e il tubare continuo.

Leandro non riusciva a dormire sapendo che suo fratello era in giro

per la città da solo a quell'ora di notte, così aveva preso uno dei suoi

libri dallo scaffale in biblioteca e se lo era portato in camera sua, per

tenersi sveglio almeno finché Damian non fosse rincasato. L'orologio

nel salone segnava le tre e mezzo quando era sceso e probabilmente

era passata un'altra mezz'ora da quando era rientrato in camera sua.

Col fiato sospeso e gli occhi pesanti continuava a chiedersi che fine

avesse fatto suo fratello e cominciava a preoccuparsi sul serio.

Tra un paio d'ore avrebbero dovuto alzarsi per andare a lavorare e

Damian non si decideva a tornare. Che cosa si era messo in testa?

Aveva dimenticato tutte le sue responsabilità?

Leandro sapeva che il colloquio con Antonio Gonzales lo aveva scosso

parecchio; si era sentito sicuramente sollevato per aver avuto ragione

a sostenere che dietro il duello c'era qualcos'altro, ma il suo animo si

era immediatamente colmato di rabbia e frustrazione per quella

scoperta. Leandro conosceva suo fratello, stava soffrendo.

Sentì dei rumori in lontananza, provenire dalla strada, ma non vi

badò molto, pensando che si trattasse di qualche carrozza di

passaggio. Quando, però, i rumori si fecero più vicini e forti, si rese

conto che si trattava di qualcuno che era entrato nel loro territorio.

Chiuse il libro e lo poggiò sul comò accanto al letto, si alzò ed andò

alla finestra spalancata. Si affacciò e scorse una carrozza arrivare in

quel momento e fermarsi davanti alla veranda di casa.

Degli uomini scesero dal veicolo brandendo delle torce accese e

urlando qualcosa di incomprensibile. Sembravano agitati, spaventati.

Leandro fu scosso da un brivido e un oscuro presentimento si

impossessò di lui. Si sporse dalla finestra ed urlò:

-Chi cercate?

Gli uomini alzarono il capo scorgendolo e uno di loro disse:

-Siete don Hernàndez?

-Si...sono io...

-Vostro fratello è ferito, señor.

-Che cosa!?!

Da basso l'uomo urlò qualcosa, ma Leandro era già fuori dalla stanza,

precipitatosi verso le scale. Scese in tutta fretta col cuore in gola e

corse ad aprire la porta d'ingresso. Lo spettacolo che gli si parò

davanti fu davvero atroce. Damian era svenuto, due uomini lo

portavano sulle proprie spalle, mentre altri due reggevano le torce.

Apparivano tutti gentiluomini, i loro abiti, seppur sporchi di sangue,

DOVE IL CUORE BATTE PIU' FORTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora