13 CAPITOLO

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I giorni che seguiron non furono facili da sopportare. Alla

façenda tutti sentirono la mancanza di dona Isabel. Mercedes

pianse per la sua partenza improvvisa e la situazione non la

aiutava a riprendersi.

La semina era cominciata da alcuni giorni e Damian provava a

tornare ad un clima di normalità, sebbene la sua assenza fosse

insopportabile. Provava a tenersi occupato in ogni momento della

giornata. Perfino di notte, quando non riusciva a dormire, si trovava

qualcosa da fare. Puliva la stalla, preparava i semi da sotterrare il

giorno dopo, spaccava legna, qualsiasi cosa era ottima per tenere la

sua mente impegnata a non pensare a Isabel e a ciò che era successo.

Ma se riusciva ad apparire normale agli occhi dei suoi collaboratori,

non era lo stesso in casa, sotto lo sguardo scrutatore di Mercedes. I

rapporti con lei erano diventati ostili, freddi. Lui provava a parlarle, a

tenerle compagnia, ma ogni volta lei fingeva di voler dormire, di non

aver voglia di parlare e lui rimaneva da solo coi suoi pensieri e i suoi

rimpianti. Non rimpiangeva di aver mandato via Isabel. Lei lo aveva

profondamente ferito col suo comportamento. Scoprire che la donna

che si ama è stata già di qualcun altro era un boccone amaro da

digerire, ma ciò che lo faceva stare peggio era che lei glielo avesse

nascosto, sperando che non se ne fosse mai accorto. L'immagine che

aveva avuto di Isabel sin dall'inizio era improvvisamente cambiata. La

figura della ragazza timorata di Dio, casta, illibata, si era capovolta e

davanti a lui tutto ciò che era apparso era stata una donna bugiarda

e tutt'altro che ingenua. Il fatto che l'avesse mandata via, però, non

significava che non l'amasse più. Era così perdutamente innamorato

che il pensiero di lei dalla testa e dal cuore stentava ad allontanarsi.

Era per questo motivo che soffriva, che era tornato ad essere il

Damian scorbutico e rude di sempre. Non parlava con nessuno, non

esternava i suoi sentimenti neppure con padre Fernando, che ogni

tanto provava a farlo confidare, quando andava a far visita alla

façenda. Era un pozzo buio e chiuso, ormai. Niente sarebbe riuscito a

riaprirlo, neppure il ritorno di suo fratello Leandro. Tornò in un

pomeriggio piovoso di ottobre. Lui stava facendo il giro dei campi a

cavallo, per controllare che il lavoro fosse stato svolto nel migliore dei

modi, durante la giornata. Indossava un mantello e un cappello per

ripararsi dalla pioggia e stava facendo rientrare Relampago nella

stalla quando avvertì una presenza alle sue spalle. Si voltò di scatto,

senza avere il tempo di pensare chi potesse essere. Sotto l'uscio

DOVE IL CUORE BATTE PIU' FORTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora