La nuova compagna

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Arrivo a scuola e prima di entrare mi fumo una sigaretta, giusto per rilassarmi e svuotare la mente per qualche minuto, il tempo che la sigaretta si consumi del tutto; cerco di ritardare il più possibile la mia entrata nella prigione.
Finalmente entro e, subito, la mia professoressa di matematica mi chiede:
-Come mai entra a quest'ora signorina Lovato?- con aria di sufficienza
-Ho perso il treno sta mattina
-Va bene, però sul registro vedo che non è la prima volta. Veda di svegliarsi prima la mattina e si ricordi che questo incide molto sul voto di condotta- mi dice con aria stizzita, odio questa donna. Faccio un cenno con la testa per troncare la conversazione e mentre sto andando a sedermi noto che nel posto vicino al mio, lasciato accuratamente vuoto dai miei compagni di classe che mi evitano fino a quando non c'è da prendermi in giro o da farmi stare male, lì in quel posto perennemente vuoto c'era qualcuno, qualcuno che non avevo mai visto.
Era una ragazza dai capelli neri, a caschetto, magra, molto carina e con degli occhi che riuscirebbero ad incantare chiunque, di un azzurro intenso e acceso come non ne avevo visti prima; rimango a fissare la mia nuova compagna di banco come fosse un'aliena, probabilmente lei se ne accorge e quindi cerca di iniziare una conversazione con me.
-Ciao, io sono Jessica, ma puoi chiamarmi Jessie; piacere, tu sei?- chiede con un sorriso caldo e gentile, a trentadue denti che riesce ad infondermi felicità solo a guardarlo
-Io sono Demetria, ma puoi chiamarmi Demi; piacere mio- dopo esserci presentate cala un silenzio abbastanza imbarazzante, ma non voglio perdere l'occasione di farmi una nuova amica quindi cerco di continuare la conversazione, con un argomento completamente a caso.
-In realtà io ho due nomi e non mi piace nessuno dei due, quindi mi faccio chiamare col soprannome che ho sin dalla nascita- dissi facendo un sorrisetto timido e anche un po' imbarazzato.
-Anche io ho due nomi e non mi piacciono! Quali sono i tuoi?- Chiede lei facendo una piccola risata che aveva un suono bellissimo alle mie orecchie.
-Io te li dico ma tu non mi prendere in giro, Ok? Mi chiamo Demetria Devonne Lovato- mi aspetto da parte sua una risata o una minima reazione divertita, invece mi risponde seria che a lei piacciono i miei nomi, la ringrazio e le chiedo quali fossero i suoi, ma proprio mentre lei sta rispondendo entra la professoressa di inglese, quindi mi tocca aspettare fino al prossimo intervallo per sapere come si chiami in realtà la mia nuova compagna di scuola.
La professoressa chiede a Jessie di presentarsi e scopro alcune cose interessanti su di lei: viene dall'Inghilterra, da una cittadina vicina a quella di Adele, magari si conoscono; sarebbe bello, scopro anche che si è trasferita perché suo padre ha ottenuto un nuovo lavoro negli uffici dove lavora mia madre e che anche a lei piace molto la musica e cantare.
Finita la presentazione l'ora di lezione passa velocemente e arriva l'ora dell'intervallo.
-Allora mi vuoi dire come ti chiami?- chiedo a Jessie con un tono scherzoso
-Ok, ma non mi prendere in giro; mi chiamo Jessica Ellen Cornish.
Mi scappa un sorrisetto, ma non perché il suo nome sia brutto, ma perché dal cognome si capisce subito il fatto che venga dall'Inghilterra e mi piace molto come suona. Lei lo nota e il suo sguardo si fa più buio, io cerco di rallegrarla dicendo il perché del mio sorriso e quindi, facendo anche alcune facce buffe, riesco a farla ridere, almeno un po'.
A rovinare il nostro momento arriva la compagna più stronza di tutta la classe, anzi della scuola, Taylor, come al solito per insultarmi, anzi questa volta per insultarci.
-Ecco la nuova coppia di amichette: la grassona, brutta e inutile e l'inglese anoressica, stupida come poche- Quanto la odio, con tutto il mio cuore, proprio; poi non conosce neanche Jessie, come fa a dire queste cose su di lei? Quelle su di me sono vere, lo so, ma fa comunque male sentirsele dire tutti i giorni. Abbasso la testa, anche perché so che se rispondo le parole diventeranno fatti e inizieranno a picchiarmi e non ho voglia di spiegare tutto a mia madre alla fine della giornata. Jessie vorrebbe rispondere, ma io la fermo perché non voglio che venga picchiata davanti a tutti il primo giorno di scuola; quindi ci giriamo e ce ne andiamo il più lontano possibile.
Quando siamo lontane abbastanza dalla vipera Taylor lei mi fa una domanda che mi lascia senza parole:
-Ma questo ti succede tutti i giorni?
Io abbasso la testa e gli occhi, ma non rispondo, non ne ho bisogno: Jessie ha già capito.
-Mi dispiace, tanto.
-Non fa niente, ci sono abituata, anche se fa sempre male. E se vuoi essere mia amica ti ci dovresti abituare anche te, perché prendono in giro chiunque abbia a che fare con me- rispondo io, triste.
-È per questo che entri spesso alla seconda ora? Per vedere queste persone il meno possibile, vero?
-No, l'ho detto: ho perso il treno- mento io.
-Non mi mentire, ti ho visto sta mattina alla stazione, prendo il treno con te, ho visto che eri con una ragazza più grande e che appena arrivate alla stazione avete deciso di andare via insieme.-
Wow, questa ragazza nota tutto; se diventerà mia amica sarà difficile nascondere le cose a lei, come è difficile nasconderle ad Adele.
Suona la campanella ed è ora di tornare ai nostri banchi; credo proprio di aver trovato una potenziale amica e, questa volta, tra i banchi di scuola.

IMPORTANTE!!
Capitolo un po' più lungo del solito, spero vi piaccia.
Aggiorno ad almeno 3 voti. Preferite che il prossimo capitolo sia un po' più riflessivo e introspettivo da parte di Demi (con anche cose riguardo suo padre e i suoi diversi disturbi, tra cui bulimia, autolesionismo e anoressia) oppure un po' più felice dove ci sono Demi e Jessie che si conoscono meglio?
Io ho deciso di pubblicare entrambi, ma volevo il vostro parere su quale pubblicare prima e quale dopo.
Grazie per la lettura e al prossimo aggiornamento.

~laragazzainero~

Now I'm a warrior || Demi LovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora