Almeno saranno felici

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Ciao a tutti! Stiamo per arrivare alla fine della storia. Questo è uno degli ultimi capitoli; spero vi piaccia
Aggiorno ad almeno 3 voti.

~laragazzainero~

Mi sveglio che è già ora di cena, non ho fatto i compiti né studiato, ma non importa, non importa più di niente. Scendo a tavola con tutta la mia famiglia, mio padre è l'unico tra loro con cui parlo ancora volentieri, quindi la situazione è un po' imbarazzante. Non mangio, però i miei genitori vogliono che stia con loro almeno durante la cena e in questo modo mi fanno anche assaggiare qualcosa, ma io so come andrà a finire dopo. Finita la cena salgo in camera, mi preparo per andare a dormire e mi metto nel letto, anche se so che molto probabilmente non dormirò, perché è la notte il momento peggiore della giornata, quando tutto è così silenzioso, mentre i miei pensieri fanno così tanto rumore da farmi male, quando i miei demoni sono più vivi che mai, mentre la mia lucidità va mano a mano a dissolversi, lasciando solamente un vuoto che fa più male di mille lame.
Alle sei e mezza suona di nuovo la sveglia, come previsto ho dormito più o meno mezz'ora in tutta la notte, mentre il resto del tempo l'ho passato ad osservare il soffitto. Io non posso continuare così, questa situazione mi sta facendo impazzire lentamente, mi sta portando verso l'oblio e questo piano piano mi sta risucchiando, fino a quando non lascerà di me solo un vago ricordo solo in coloro che mi hanno voluto bene veramente. Mi alzo dal letto e vado in bagno per prepararmi, in modo da sembrare almeno accettabile, anche se so che questo sforzo è inutile, visto che mi prenderanno in giro comunque è che io non potrò fare niente per impedirlo; l'unica cosa per cui sono veramente dispiaciuto è che Jessie, essendo mia amica, deve sopportare tutto quello che succede a me, infatti anche lei è stata presa di mira, con l'unica colpa di essere mia amica. Sì, perché essere mia amica è una colpa, ti distrugge, ti fa stare male, perché io risucchio tutte le energie che le persone mi danno di loro spontanea volontà e le uso solo per me stessa, fino a quando queste energie non saranno prosciugare per sempre. Io mi odio, odio tutto di me, non sopporto una singola cosa di quello che sono; niente di niente, probabilmente starebbero tutti meglio se io non fossi qui, forse dovrei andarmene e lasciare tutti, almeno potranno essere felici.
Ormai sono pronta per uscire, anche se l'ultima cosa che voglio fare è andare a scuola; prendo lo zaino ed esco salutando i miei, mi dirigo verso la stazione con la musica che mi accompagna: sto ascoltando "Can you feel my heart" dei Bring me the horizon, una canzone con un testo che rispecchia i miei sentimenti; amo quando questo succede, amo quando riesco a rivedermi all'interno di una canzone, perché capisco di non essere l'unica a provare quei sentimenti, anche se a volte mi sembra di sì.
Arrivo in stazione e trovo Jessie e Adele ad aspettarmi.
-Sei sempre l'ultima- dice Adele ridendo, dio amo quella risata, la potrei ascoltare tutto il giorno e non mi stancherei, sarebbe capace di farmi sorridere anche nei momenti più bui.
-Ovvio, le vere star non arrivano mai in ritardo- dico io stando al gioco; non mi va che loro sappiano quanto sto male, sarebbe un peso troppo grande e io voglio solo la loro felicità, anche se devo sacrificare la mia.
-Certo, è per questo che sei sempre in ritardo- continua Jessie aggregandosi a noi. Amo queste due ragazze, sono le uniche in grado di portare felicità nella mia vita, anche se ormai questa vita non è più mia.
È arrivato il treno, Jessie e Adele salgono prima di me e, mentre io sto mettendo un piede sul vagone, qualcuno mi spinge da dietro facendomi cadere a faccia in giù e provocandomi un male lancinante alle braccia, piene di tagli non ancora risanati; tutto il vagone scoppia a ridere, tranne le mie due amiche che mi aiutano ad alzarmi.
-Stai bene? - mi chiede Adele, io annuisce, anche se so che non è vero, sono sull'orlo di piangere, ma non darò a quei vermi la soddisfazione di vedermi piangere.
-Lasciali in pace, non calcolarli- continua poi. Io sono veramente arrabbiata o intristita, forse entrambi allora mi alzo dal mio posto e mi dirigo verso il gruppetto del ragazzo che mi ha fatto cadere.
-Aspetta cosa stai facendo? - sento Adele chiamarmi, ma non la ascolto, ho bisogno di sapere.
-Spiegatemi solo una cosa. Perché? - chiedo io un po' delusa, ma soprattutto arrabbiata. Nessuno mi sa dare una risposta, allora, dopo alcuni secondi di silenzio, decide di tornare al mio posto; però, appena mi giro, sento una voce dietro di me.
-Perché sei una sfigata che non si merita nient'altro se non quello che ti stiamo facendo- è crudele, ma probabilmente ha ragione. Mi merito solo il dolore che mi stanno causando, forse anche di più.
Ritorno al mio posto, con le lacrime che mi solcano le guance e un dolore al petto lancinante che viene leggermente placato dall'abbraccio delle mie due migliori amiche. Voglio solo tornare a casa e non uscire mai più. Intanto il treno è arrivato a destinazione e anche oggi mi tocca entrare in quell'inferno che comunemente viene chiamato scuola.

Now I'm a warrior || Demi LovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora