Ciao a tutti!
Ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia. Buona lettura. Aggiorno ad almeno 3 voti.~laragazzainero~
Mi sveglio e sono le otto e mezza di sera: ho dormito cinque ore. Prendo il telefono e leggo alcuni messaggi da Adele.
Da Adele
Hi, Demi! Come va? Ho visto che oggi improvvisamente sei diventata seria, è successo qualcosa? Tutto bene?Da Adele:
Appena vedi il messaggio rispondimi che mi sto preoccupando seriamenteDi solito questi messaggi mi fanno capire che c'è finalmente qualcuno che si preoccupa per me e mi fanno sorridere, ma adesso non provo niente. Né felicità, né tristezza, niente; solo un vuoto; non so perché, ma è come se adesso non mi importasse più di niente, come se tutte le mie emozioni fossero state annullate dal sonno.
Le rispondo comunque, non voglio che si preoccupi troppo e che inizi a farmi troppe domande.Ad Adele:
Sto bene, ho solo fatto una lunga dormita, ero distruttaDopo aver risposto a lei, vedo che ci sono altri messaggi; molto strano, di solito oltre a lei e alla mia famiglia non mi scrive mai nessuno. È Jessie, chiede come stia, si preoccupa anche lei. Perché tutti si preoccupano per me? Mi dà fastidio, so che dovrebbe farmi piacere questo, ma mi irrita soltanto. Insomma io non ne valgo la pena. Rispondo anche a lei che sto bene e appoggio il cellulare sul comodino, tanto non ci sono altri messaggi.
Scendo al piano terra, e trovo mia madre e suo marito che stanno per uscire, chi sa dove stanno andando; glielo chiedo e loro mi rispondono che stanno andando ad una cena dai vicini e che, visto che stavo dormendo, non volevano svegliarmi. Grazie a dio i miei genitori mi conoscono e sanno che non sarei mai andata con loro; stranamente neanche le mie due sorelle stanno uscendo.
"Dove sono Dallas e Madison?" chiedo incuriosita.
"Madison è a cena da una sua amica, mentre Dallas è in camera sua; sa che stiamo uscendo quindi non ti preoccupare. Ti consiglio di ordinare cibo cinese o una pizza se non vuoi morire per un'intossicazione alimentare causata dalla cucina di tua sorella" dice mia mamma ridendo.
Mi sforzo di sorridere e apro il frigo per cercare del cibo: ho fame, oggi a pranzo non ho mangiato niente. Tiro fuori dal frigo gli ingredienti per prepararmi un panino e inizio a mangiarne uno, poi un altro, un altro e un altro ancora. Ho perso il conto, ma credo di essere arrivata a dieci panini ormai; il mio corpo è stato saziato, ma nonostante questo non riuscivo a fermarmi perché il vuoto che cercavo di colmare con il cibo è ancora lì. Non posso permettermi, però, di mangiare così tanto: sono grassa come un bue già adesso figuriamoci se iniziassi a mangiare dieci panini ogni giorno. Infatti ora, come sempre, ho i sensi di colpa, un forte senso di nausea e un altrettanto forte senso di disgusto nei confronti di me stessa. Corro in bagno su per le scale e mi precipito sulla tazza del gabinetto, mi infilo due dita in gola e vomito; mi sento meglio adesso, almeno so che non ingrasserò anche se mangio tanto, non diventerò un bue più di quanto io non lo sia già. Non credo di essere bulimica, insomma, io sto bene, riesco a smettere quando voglio, invece le ragazze bulimiche no; almeno credo di poter smettere, ma fare questo mi permette di dimagrire.
Finito di vomitare mi alzo da terra, con le lacrime agli occhi, non mi ero neanche accorta di star piangendo e mi guardo allo specchio, rimango a fissare il mio riflesso per alcuni minuti e mi soffermo su tutti i miei difetti: il grasso in più che ho sulla pancia, sulle cosce e sul sedere, poi lo spazio che ho tra i denti, a nessuno piace, non è bello e, infine, mi alzo le maniche lunghe. Rimango a fissare le mie braccia, piene di cicatrici e di tagli non ancora guariti del tutto e delle bende di oggi, con i tagli ancora leggermente sanguinanti. Le lacrime poco a poco mi impediscono di vedere l'immagine nitida e iniziano a rigare le mie guance, facendo diventare i miei occhi rossi e gonfi; piango per un po' fissando la mia immagine allo specchio. Ho bisogno di prendere un po' d'aria: decido di uscire; so che ormai sono le nove e mezza, ma non m'importa ho bisogno di aria fresca e di stare un po' di tempo da sola. Mi trucco un po' giusto per nascondere gli occhi gonfi, il trucco fa miracoli, e vado in camera da mia sorella.
"Dallas io sto uscendo, non ti preoccupare starò via al massimo un'ora".
Lei mi guarda e mi chiede: " Con chi esci? E dove vai?"
"Esco da sola e non so dove vado" rispondo scocciata dalle domande di mia sorella, che palle questa.
"Innanzitutto non usare questo tono con me e poi non puoi uscire da sola" risponde guardandomi male.
"Io faccio quello che voglio, non sei mia madre" urlo. Non so perché io mi stia comportando in questo modo, ma adesso tutto mi irrita.
Scendo le scale, prendo il mio cellulare con le cuffie ed esco di casa sbattendo la porta; faccio partire la musica e inizio a camminare senza una meta. L'unica emozione che riesco a sentire in questo momento è rabbia: rabbia nei confronti del mondo che cerca sempre di buttarmi giù, nei confronti di me stessa perché non sono forte e in poche parole faccio schifo in tutto, nei confronti di mia sorella che mi ha dato fastidio prima, nei confronti di mia madre che mi ha creato così sbagliata, nei confronti di Taylor e di tutti i suoi amichetti che non fanno altro che prendermi in giro e farmi stare ancora peggio di quanto non stia già, e nei confronti di mio padre che mi ha abbandonata quand'ero piccola, ma adesso non voglio pensarci, anzi non ci voglio pensare mai più, lui ha preferito le droghe alle sue figlie quindi per me può anche andare all'inferno; è difficilissimo trattenere tutte queste emozioni dentro di me, infatti non ci riesco e scoppio a piangere in mezzo alla strada, come una cretina. Fortunatamente non c'è nessuno a quest'ora qui e non mi vedono piangere, perché se no la mia vita sarebbe ancora peggiore a scuola, più di quanto non lo sia già; mi siedo in mezzo all'isola pedonale della piazza e continuo a piangere. Sono stanca di tutto ciò, di tutte queste lacrime e delle persone cattive che ho incontrato nella mia vita e sono anche stanca del mio non essere abbastanza forte per sopportare tutto questo, anche con persone al mio fianco che sono consapevole mi vogliano bene.
Odio tutto e tutti e la musica credo sia l'unica cosa che mi tiene ancora ancorata a terra, la mia salvezza, sia quella che ascolto, sia quella che scrivo. Continuo a piangere in mezzo alla piazza per un po' e, dopo aver finito, decido di rimanere seduta ancora qualche minuto in mezzo alla piazza a fissare il vuoto.
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Now I'm a warrior || Demi Lovato
Fanfic"È stato bello dimenticare anche solo per pochi minuti quel dolore fisico e mentale che provo tutte le mattine svegliandomi, ma poi i ricordi mi hanno colpita in pieno stomaco e mi hanno investita come fossi stata creata solo per quello scopo: prova...