Prologo // Alice Prewett

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James Potter
Sono le sette di pomeriggio e James Potter spalanca la porta di casa, ancora ridendo. Euphemia dalla cucina lo guarda con disappunto.
-Mezz'ora di ritardo, James. Ti rendi conto? Mezz'ora! Stavo per chiamare gli auror, dannazione! Non azzardarti a...
-Mamma, mamma, mamma!
Risponde, alzando le mani in segno di resa,
Tranquilla, mi sono attardato con Frank! Non è successo nulla!
-Con tutto quello che sta succedendo in questi giorni è importante che tu ti attenga alle regole!
-Devo ancora trovare qualcuno in grado di farmi sparire!
Risponde con un sorriso.
La donna preferisce non rispondere, dopo un attimo strabuzza gli occhi.
-Che hai fatto agli occhiali?
Una delle lenti rotonde è attraversata da crepe a ragnatela.
-È stato quel Frank Longbottom?
-Frank? Oh cielo mamma, non potrebbe far male a una mosca. Sono caduto, ecco tutto.
Lei fa una piccola smorfia e gli punta la bacchetta contro. Il ragazzo impallidisce e il sorriso gli si congela in volto.
-Oculus reparo.
Con uno scricchiolio, le lenti tornano come nuove.
-Oh, grazie ma'.
Il sorriso torna a brillare sul suo volto.
-Oggi sei proprio felice, eh?
Il ragazzo annuisce, alzando le spalle.
Lei sorride di rimando guardando il figlio, coi suoi occhiali messi un po' storti e la sua massa di capelli neri senza capo né coda.
-Ti fa bene quel Sirius Black. Sono contenta che venga, domani. Dovrebbe venire da noi più spesso. Soprattutto dopo quello che mi hai raccontato su sua madre.
-Anche io sono contento. Vorrei invitarlo di più, ma ho paura che i Black si insospettiscano.
L'altra annuisce pensierosa.
-Mh. Va bene. Tu digli che quando vuole in questa casa è il benvenuto.
-Grazie mamma.
In quell'istante si sente baccano dal piano di sopra. Fleamont Potter ha sbattuto la porta dello studio e scende le scale a grandi falcate.
Quando arriva in cucina è scuro in volto.
-Papà? Cosa c'è?
-Ho appena ricevuto un gufo da Albus Silente. Ne è sparita un'altra. Quindici anni, per la barba di Merlino, quindici anni...
-Chi? Chi è scomparsa?
Chiede il ragazzo trattenendo il respiro.
-Alice Prewett.
James è scosso da un brivido.
-La conosci?
Chiede l'uomo.
-No. Cioè, sì... è una grifondoro. La incontro nella sala comune. Non è questo, è solo che... è la ragazza di Frank. Super ragazza, cioè, praticamente stavano insieme da prima di conoscersi. Una vita.
-Frank? Frank Longbottom? Il tuo amico?
-Sì.
Risponde, tirando fuori la bacchetta dalla tasca.
-Vado da lui.
Euphemia spalanca la bocca, ma prima che possa dire qualunque cosa Fleamont la precede, afferrando il braccio del figlio.
-Tu non vai da nessuna parte, siamo intesi? Ma hai ascoltato quello che ho detto? È già buio, e non ho nessuna intenzione di farti uscire!
-Ma papà...
-No, niente "ma papà"! Non tollero repliche! Apri ancora quella bocca o giuro su Albus Silente che vado a casa dei Black a dire a quel tuo amico di non disturbarsi a farsi più vedere in questa casa!
James deglutisce.
Si volta.
-Dove stai andando adesso?
Abbaia l'uomo.
-In camera mia.
-Ma James caro, non hai ancora cenato...
Replica la madre, accomodante.
-Non ho fame.
Il ragazzo lascia la cucina e sale le scale silenzioso.
-Ho esagerato vero?
Chiede l'uomo abbandonandosi sulla sedia.
-Hai paura. E anche io.
Risponde lei, prendendogli la mano.
James arriva nella sua camera e sbatte la porta. Senza neanche accendere la luce, in penombra, si butta sul letto e guarda lo stendardo di Grifondoro appeso alla parete. Sospira, passandosi la mano nei capelli.
Vorrebbe andare dal suo amico, fare qualcosa, ma non può.
"Per Sirius."
Pensa, serrando gli occhi.
L'ultima cosa che vuole è che i suoi gli vietino di venire a casa con lui. Non può lasciare che marcisca in casa Black, e quegli scombinati dei genitori di Lupin non avrebbero potuto fare molto.
Il ragazzo inizia ad avvertire uno strano gelo, e si infila sotto le coperte senza neanche cambiarsi. La flebile luce di un lampione disegna alcune onde sulla parete opposta alla finestra. Per un istante la luce sparisce e poi ricompare come se qualcuno fosse passato dietro di lui, coprendola. Il ragazzo si volta di scatto ma non vede nessuno, e il freddo aumenta.
Sente un respiro pesante dentro la camera, ma la stanza è vuota a parte lui, o così sembra.
Si alza piano dal letto e si guarda intorno.
-Sirius? Se sei venuto in anticipo e questo è uno scherzo giuro che... giuro che...
Dice con voce tremante, quando sente uno scricchiolio venire dalla finestra. Una patina di ghiaccio si espande lungo il vetro, ora a ogni respiro una nuvola di condensa gli esce dalla bocca.
-Ma che ca...
L'ansimare si fa più vicino.
-Lumos.
Dice piano, sollevando la bacchetta.
Il piccolo fascio di luce illumina una figura nera, incappucciata. Il ragazzo apre la bocca per urlare ma non esce alcun suono.
Un dissennatore.
Il suo cuore batte all'impazzata, e sembra che ogni traccia di felicità sia sparita dal mondo.
Il dissennatore si avvicina e lui arretra, sinché non arriva con le spalle al muro.
"Com'è che faceva? Com'è che faceva? Esp- Exp- Exept-..."
La figura incappucciata gli è quasi addosso, quando la porta della sua camera si spalanca, la luce inonda la stanza e il mostro svanisce.
-James, che ci fai là? Perché sei al buio?
-Io... io...
Si volta spaesato verso la finestra, il ghiaccio è sparito.
-Niente.
-Non importa,
Risponde l'uomo,
-Sono venuto a chiederti scusa.

"Paura Potter?" "Ti piacerebbe" // IT - HPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora