Prologo // Incubi

424 25 13
                                    

Lily Evans
Lily è seduta nel giardino degli Evans, la schiena appoggiata al tronco dell'olmo. Una margherita intrecciata ai capelli ramati, disegna in terra con un rametto. Ha quasi finito il ritratto di Severus, quando Petunia esce dalla porta con un sorriso stampato in faccia.
Petunia felice significa pessime notizie all'orizzonte.
-Sai, è sparita un'altra di voi fuori di testa.
La ragazza solleva i grandi occhi verdi da quello che sta facendo e li posa sulla sorella. Ha le sopracciglia inarcate dallo stupore.
-Chi? Chi è sparita?
L'altra alza le spalle.
-Non lo so, e non mi interessa. Ma mamma dice che se sentirà un solo altro caso non ti manderà più in quella scuola.
Ride di gusto, un suono gracchiante e sgradevole. Lily posa la mano per terra e la sporca di fango ma non ci bada, si alza in fretta e corre dentro casa.
-Mamma, mamma!
Nessuno risponde. Sul tavolo, un foglio di pergamena.
La afferra. Salta le prime righe, scritte in calligrafia di ottima fattura da Albus Silente.

...Alice Prewett, anni 15, è scomparsa questa mattina dalla sua casa a Little Winging. Si raccomanda pertanto la massima cautela nell'attesa...

La pergamena le sfugge di mano e cade svolazzando sul pavimento di legno.
"Alice."
Varie scene le attraversano la mente. Alice è sempre stata una ragazza carina con lei, inizialmente la aveva presa sotto la sua ala. Ricorda quando la aveva istruita sulle cioccorane, quando le aveva prestato il suo primo manuale di rune antiche perché si era subito mostrata interessata. Quando le aveva spiegato che quello della Sala Grande non è veramente il cielo, però è veramente fico.
Ricorda la notte nella sala comune mormorare guardando Frank Longbottom e arrossire quando questo ricambiava lo sguardo. Lily Evans non amava i pettegolezzi, ma era felice di consigliare l'amica nelle sue vicende amorose.
-Una stramba in meno.
Mormora Petunia, salendo in camera sua.
-Cosa hai detto?
Si volta verso l'altra, con gli occhi lucidi.
-Io? Niente.
Risponde, sorridendo sorniona.
-Ripetilo se hai il coraggio.
La sorella sorride e alza le spalle guardandola con cattiveria. Lei stringe i pugni. La luce della cucina inizia a lampeggiare, i piatti dentro la credenza tintinnano.
-Ripetilo se hai il coraggio.
-Lily io... niente, davvero, non ho detto niente.
Il sorriso si è spento. La lampadina esplode, e la ragazza scappa urlando nella sua stanza.
-Stupida! Sì, vattene! Scappa! Stammi lontana!
Grida dando un calcio alla sedia. Le lacrime le rigano le guance piene di lentiggini.
"Domani devo vedere Severus, grazie al cielo. Lui mi capirà."
Pensa, asciugandosi le lacrime con la manica della maglia.
Apre la dispensa e afferra una scatola di biscotti. Prende due frollini al burro e lasciando la scatola sul piano della cucina si dirige verso camera sua, sospirando.
Chiude la porta a chiave, nessun alohomora potrebbe aprirla, in quella casa di babbani. Assicurandosi di aver dato due mandate, si siede sulla scrivania e prende il suo libro di astronomia. Studiare qualcosa di complicato quando è arrabbiata, o turbata, le distrae la mente calmandola. Accarezza la copertina usurata, apre il libro e ne odora le pagine. Il profumo di pergamena ha un effetto curativo immediato. Sorride leggermente, e inizia a sfogliare la pagine. Quando si fa troppo buio neanche si alza per accendere la luce.
-Lumos Maxima.
Sussurra, inondando la stanza di raggi chiari.
Sente borbottare fuori dalla finestra Petunia e sua madre.
-Cos'è successo? Non esce da ore.
-Io non ne ho idea. Sai che è strana. Quella scuola le fa male.
-Ha letto la lettera, non è così?
-È possibile.
-Vado a vedere come sta.
-Lasciala stare, ma'. Le passerà. Sai com'è fatta, è tutta nel suo mondo... meglio starle lontani per un po'.
Lily non la vede, ma si figura un'espressione compiaciuta.
"Idiota."
Meglio tornare sul suo testo.
È al capitolo dodici quando inizia a sentire gli occhi stanchi. Sospira. Si sente meglio.
-Nox.
Il fascio di luce della bacchetta si spegne di colpo. La ragazza si alza dalla sedia e va verso il letto. Prende il gatto di peluche e fa per metterlo sulla scrivania, ma ci ripensa.
"No, stanotte no, stanotte va bene qui."
Si spoglia lentamente e si infila una camicetta da notte a fiori. Il lenzuolo è fresco e piacevole. Stringe Muffin, il gatto giocattolo, per la prima volta in quanti, tre anni forse? Non ne è sicura, ma probabilmente non dorme insieme a lui da quando è entrata a Hogwarts.
Chiude gli occhi, ma non riesce a prendere sonno.
-Una stramba in meno.
Qualche ora dopo sente la voce di sua sorella sussurarle la frase all'orecchio. Apre un occhio, assonnata.
-Petunia, và via...
La sorella è a carponi ai piedi del suo letto, la fissa spiritata, ha gli occhi completamente bianchi.
-Tunia! Che stai facendo?
Strilla alzandosi a sedere.
-Non tornerai più in quella scuola. Mai più, mai più, mai più...
La ragazza ride gorgheggiando. Non che sia mai stata argentina la sua risata, ma questa è davvero... davvero... strana.
-Petunia...?
"Sto sognando."
Pensa Lily, alzando le spalle.
L'altra fa un espressione corrucciata.
-Secondo te non sono reale, non è così?
-No, non lo sei. E adesso lasciami in pace, ho bisogno di dormire.
Le pareti si scuotono, dagli infissi inizia a colare un liquido vischioso.
-Non è abbastanza reale per te Lily? È stato abbastanza reale per Alice!
La ragazza si porta le mani alla bocca.
-Anche tu galleggerai, Lily Evans... galleggerai...
La sorella spalanca la bocca e scopre tre file di denti affilati. La mandibola le si allunga e i denti scivolano fuori dalla bocca, la gengiva si moltiplica e il morso si apre sempre più grande.
-No! No! Cosa sei? Che ne hai fatto di Alice? Cosa sei?
La rossa fa scattare la mano verso la bacchetta,
-Stupe...
Un istante prima che le sue fauci le inglobassero il volto e che la ragazza scagliasse l'incantesimo, la porta della sua camera viene scossa dall'esterno, ma è chiusa a chiave.
-Lily! Lily, che succede?
La chiama la madre, e il mostro scompare non appena lei non si sente più sola.
-Scusa mamma!
Urla la ragazza senza andare ad aprire,
È solo un incubo!
Nel punto in cui il mostro è scomparso, galleggia appoggiato al soffitto un palloncino rosso.
"Spero che domani arrivi presto."

"Paura Potter?" "Ti piacerebbe" // IT - HPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora