James Potter
La mattina dopo James si alza felice, neanche ripensa alla sera prima. Si veste fischiettando e rassetta la stanza con la bacchetta, non che Sirius sia avverso al disordine ma la madre lo ucciderebbe se accogliesse un ospite con la camera conciata in quel modo. Mentre la stanza finisce di sistemarsi da sola corre in cucina infilandosi i pantaloni della tuta.
Fleamont esce per andare a lavoro.
-Ci vediamo stasera, non fare stupidaggini ragazzo, hai capito?
-Sì signore, buon lavoro, signore!
Risponde scattando sull'attenti.
L'uomo ridacchia mentre esce nell'aria frizzante del mattino.
Il ragazzo mugugna tra sé e sé "nel paiolo bollirà" mentre entra in cucina sorridendo.
-Sembra che debba venire a casa la tua fidanzata.
Commenta la madre, scuotendo la testa divertita.
-E invece arriva solo mia moglie!
Ride lui di rimando.
Sta ancora facendo colazione, il cucchiaino che rotea pigramente nella tazza da tè, che il camino di casa sua si colora con uno sbuffo verde smeraldo.
-Salve, è permesso?
Il giovane Black spunta coperto di cenere dal camino evidentemente sporco. Si sgrulla la cenere dai vestiti e si pulisce gli stivali borchiati nel tappetino di benvenuto steso accanto alla canna fumaria.
L'altro salta giù dalla sedia e corre ad abbracciarlo.
-Amico, che bello vederti!
-Ti sono mancato eh Jamie?
Risponde ridendo il ragazzo, mentre James ha il volto affondato nella sua giacca di pelle. Gli dà una vigorosa pacca sulla schiena.
-Da morire. Ho solo un miliardo di cose da raccontarti!
I due si sciolgono dall'abbraccio.
-Sì, anche io.
Improvvisamente il loro sguardo si fa serio, ognuno pensa all'avventura della notte precedente.
Si guardano pensierosi. C'è qualcosa di grave nell'aria. Entrambi silenziosamente si ripromettono di parlarne quanto prima, in un luogo sicuro.
-Sirius caro, benvenuto!
Appare Euphemia dalla stanza adiacente.
-Grazie signora Potter, e buongiorno! Le sono molto grato per avermi permesso di stare qui per le vacanze, non sa quanto.
-Ti ho detto mille volte di non darmi del lei, ragazzo.
Replica ridendo,
-E comunque sei sempre il benvenuto in questa casa, lo sai.
Gli occhi grigi del ragazzo brillano di gratitudine.
Ramoso torna al tavolo a terminare di sorseggiare il suo tè.
-Hai sentito di Alice? Che brutta storia.
Commenta cupo il ragazzino, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Alice? Chi, Prewett? Non ho saputo niente, che è successo?
L'altro scuote la testa stupito.
-Non hai ricevuto il gufo? È scomparsa anche lei.
-Scomparsa? Davvero?
Sirius sgrana gli occhi, prendendo posto accanto a lui.
-E come sarebbe anche lei? Chi altro è scomparso?
L'altro per poco non sputa il tè sul tavolo.
-Cioè, tu vuoi farmi credere che non sai nulla? Non la leggi la Gazzetta del Profeta?
Black alza un sopracciglio.
-Perché, tu sì?
-Andiamo Sirius, tua madre non ti ha detto...
-Secondo te mia madre mi racconta cosa legge sulla Gazzetta del Profeta?
-È arrivato un gufo da Albus Silente a tutte le famiglie...
-Evidentemente non ha ritenuto opportuno dirmelo! Insomma James, si può sapere cosa è successo?
Lui lo guarda serio. Sospira.
-Gli studenti di Hogwarts, Sir. Hanno cominciato a sparire. Cinque casi nelle ultime due settimane.
Sirius scatta in piedi.
-Stai scherzando, vero?
-Aspetta.
Potter si alza e cerca qualcosa furiosamente nel piano della cucina. Gli porge una lettera con il sigillo di Hogwarts.
-Ecco, tieni.
Il ragazzo legge tutta la lettera d'un fiato, pallido. Alza gli occhi e li posa su quelli dell'amico.
-Merda.
-Già.
-E quella stronza non mi ha detto nulla. Dovrò farmi un dannato abbonamento alla Gazzetta.
-Sì, dovresti.
-Chi altro è scomparso?
-Che conosciamo, nessuno. Un Grifondoro del primo anno, e qualche scemo delle altre case.
-James! Sono ragazzi scomparsi, per l'amor del cielo!
Gli rimprovera la madre, con cipiglio severo.
-Scusa, ma'.
Il ragazzo finisce di trangugiare il tè e posa la tazza sul lavandino. Prende l'amico per la manica e lo strattona.
-Vieni in camera, dobbiamo parlare!
I due salgono le scale di corsa.
James chiude la porta della sua stanza.
-James, cosa c'è?
-Colloportus. Salvio hexia. Muffliato. Ok, dovrebbe essere sicuro.
-È successo qualcosa? A parte il fatto di Alice, intendo.
-Sì. Ieri sera è venuto a trovarmi un dissennatore.
-Un cosa?
-Hai capito bene.
-Come... cosa... come è successo? Ti senti bene?
-Sì, credo, ma c'è mancato davvero poco. Stava per darmi il bacio. Se non fosse entrato mio padre io, io...
-Ehi, ehi, è tutto ok.
Non sarà certo uno stupido dissennatore a liberarci del grande James Potter, giusto?
-Giusto.
Replica, sorridendo debolmente.
-Tuo padre l'ha mandato via? Ha evocato un patronus?
-No, è questa la cosa strana. Quando lui ha aperto la porta è... è sparito. Lui non ha visto nulla. Non ho avuto il coraggio di dirglielo.
-Sparito? Ma i dissennatori non...
Gli occhi nocciola di James sono fissi nei suoi.
-Tu mi credi vero?
L'altro gli posa una mano sulla spalla.
-Sempre.
-Ora resta da capire il perché fosse in camera mia, ho una teoria a riguardo.
-Cosa hai pensato?
-Qual è l'altra cosa strana che sta succedendo in questi giorni?
-Le sparizioni?
-Bingo. Sono dell'idea che stiano cercando il colpevole. Ci scommetto dieci galeoni che è fuggito da Azkaban, e il ministero sa già chi è. Solo che non vuole creare allarmismo.
-E perché venire qui? Pensano che si nasconda a Godric's Hollow?
-Non lo so, può darsi!
Risponde James alzando le spalle.
-Dobbiamo fare luce su questa storia.
-Tu sì che mi capisci, amico.
Risponde il ragazzo facendo un occhiolino e un sorriso.
-E se tornasse questa notte? Non so evocare un incanto patronus. Tu sai farlo?
Chiede Sirius in ansia.
-No. Ma conosco qualcuno che lo sa.
L'altro lo guarda con aria interrogativa.
-Remus, naturalmente.
-Remus sa evocare un patronus?
-Ti sorprende? Perché, c'è qualcosa che quel ragazzo non sa fare?
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"Paura Potter?" "Ti piacerebbe" // IT - HP
FanfictionInghilterra, mondo magico, Luglio 1973. È l'inizio delle vacanze estive e i bambini della comunità magica, appena tornati da Hogwarts, iniziano a sparire misteriosamente. Ultima tra gli scomparsi: Alice Prewett, Grifondoro. Frank Longbottom, il suo...