Lavorare per 8 ore di fila è stancante, molto stancante. Sopratutto se hai un capo rompiballe come il mio, che non ti lascia un secondo per paura che potresti rubare qualche soldo dalla cassa o rovesciare qualche biccchiere. Odio questo lavoro. Accogliere i clienti e aspettare che decidano cosa ordinare, servirli e alla fine sparecchiare, pulire i tavoli e rifare tutto di nuovo.
Una noia mortale, l'unica cosa che mi fa andare avanti è la motivazione. Lavoro per mettere da parte qualche soldo per poi iniziare l'università a settembre.
Continuo a mangiare il mio panino nelle scale dell'entrata posteriore mentre penso a ciò che mi aspetta a casa al mio ritorno. Mio padre sarà sicuramente al lavoro e mio fratello sarà sicuramente nella sua stanza con la sua ragazza o a studiare. Andrea frequenta la facoltà di Psicologia nella piccola università della nostra altrettanto piccola città sul mare ed è più grande di me di 2 anni. Lui ha iniziato subito l'università, sinceramente io ho preferito aspettare un anno per capire meglio quale indirizzo di studi scegliere e ancora ci sto pensando, assurdo.
<<GINEVRA!>>
Santo Dio! Ho iniziato la pausa solo dieci minuti fa!
Mi alzo e arrotolo il panino nella carta per poi rimetterlo nella borsa. Entro di corsa dentro e mi scontro con la schiena del mio capo.
<<Mi dica.>> Sono sempre molto gentile con lui ma alcune volte non lo sopporto proprio.
<<Scusami se ti ho interrotto durante la tua pausa ma dovevo presentarti una persona.>>
Annuisco e aspetto. Ma io ho fame!
<<Ethan! Ma che caspita stai facendo??>> Lo odio quando urla.
<<Scusami ma mio nipote è un testone.>> Sorride e continua a guardare la porta del bagno maschile.
Quindi è un ragazzo ed è suo nipote. Interessante! Speriamo solo non sia basso come suo zio!
Passo le mani tra le mie ciocche ramate districando i nodi e sistemando qualche ciocca ribelle. Alzo gli short e sistemo la maglietta nera dentro come vuole il capo.
La porta si apre e non rivela un ragazzo bensì un armadio.
<<Finalmente ci sei riuscito! Ti presento la cameriera più brava del locale, Ginevra. Ginevra lui è mio nipote, Ethan.>>
Ethan mi allunga la mano e io la stringo.
<<Piacere.>>
Sorrido e lo osservo meglio. È molto alto e ha delle spalle enormi, gli occhi blu scuro e i capelli scuri. È stupendo.
<<Jimmy lui è un barista o un cameriere?>> Ti prego di barista.
<<Barista. Un cameriere del genere farebbe paura.>> Ridacchio insieme a Jimmy mentre Ethan fa una smorfia.
<<Vado a finire di mangiare, fra cinque minuti sono da te Jimmy.>> Lui annuisce e manda suo nipote nel retro con me. Ovviamente.
Mi siedo sulle scale, riprendo il mio panino al pomodoro e lo mangio con gusto.
<<Mio zio mi ha detto che sarò in coppia con te. Quindi parliamo un po', ti va?>>
Annuisco e faccio segno di iniziare a parlare.
<<Bhe, sono una persona protettiva e non mi piace usare la violenza. Sono single e ho voglia di restarci finché non trovo quella giusta, intanto mi diverto. Tu?>>
Sorrido sarcastica, il solito tipo.
<<Questo lavoro non mi piace, molti allungano le mani e a me provoca fastidio. Sono qui soltanto perché devo andare all'università e la mia famiglia non naviga nell'oro. Sono single e devo tornare a lavorare. Tu quando inizi?>> Butto la carta in un cestino e scolo metà bottiglia di thè. Prendo la borsa e controllo il telefono.
<<Domani, ma oggi sto qui.>>
Annuisco senza guardarlo e compongo il numero di mio padre.
<<Amore. Perché non mi hai risposto.>> Si preoccupa troppo ma lo capisco.
<<Papi stavo mangiando ora devo tornare dentro. Ci vediamo questa sera va bene?>>
<<Si scusami, non volevo essere così apprensivo. A dopo!>>
Chiudo la telefonata e alzo lo sguardo sentendomi osservata.
<<Che guardi scusa?>> Beccato.
<<Sei bella. Mi piace guardare le cose belle.>> Mi sorride e tiene le mani nelle tasche, sembra imbarazzato.
Alzo gli occhi al cielo e sorridendo entro dentro sentendo il suo sguardo puntato sulla mia schiena o meglio, sul mio fondoschiena.
Appena entro nel locale apro la porta e aspetto l'arrivo di Jimmy.
Una ragazza stupenda entra e con le sue due amiche altrettanto belle si accomoda in un tavolino. Mi avvicino a loro e mi sento una cartaccia al confronto. Sicuramente sarò tutta sudata e spettinata e quel poco trucco che avevo non esisterà più. Poi questi pantaloncini mettono in evidenza i miei fianchi che non sono perfetti e il mio filo di pancia. Che palle.
<<Buon pomeriggio, cosa vi porto?>>
Sorrido e apro il taccuino facendo scattare la penna. Non pensare alla loro bellezza. Non ci pensare perché anche tu sei bella a modo tuo.
<<Tre frullati dietetici grazie.>> Il suo sguardo sprezzante mi innervosisce e mi riporto a ricordi che non mi piacciono.
Vado al bancone e lascio l'ordine a Jimmy per poi portarlo al tavolo. Torno al bancone e aspetto. Ethan mi si avvicina e mi sposta una ciocca di capelli da davanti il viso. Lo guardo e noto meglio il suo viso squadrato, con la mascella pronunciata, gli occhi blu scuro e il naso dritto. Le sue labbra sono carnose al punto giusto e l'accenno di barba lo rende ancora più bello. Dio. Scosto lo sguardo e vado a prendere altre ordinazioni e a servirle. Non mi sono accorta neanche che il mio turno fosse finito da già dieci minuti. Vado a recuperare la mia borsa, il casco e corro fuori.
<<Ginevra!>> La voce di Jimmy mi arriva alle orecchie forte e chiara e mi fa fermare e girare.
<<Da domani avrai sempre il turno dalle sei alle due di notte. Va bene?>>
Annuisco e infilo il casco, scendendo il motorino dal cavalletto. Infilo le chiavi nella toppa e metto in moto.
Faccio un cenno di saluto e parto verso casa mia.
Arrivo in poco tempo grazie alla mancanza di traffico.
<<Sono a casa!>> urlo appena entro e come al solito nessuno mi risponde!
<<Papà! Andre! Ci siete?>> Mi diriggo nella mia stanza e butto la borsa ai piedi dell'armadio, sfilo i vestiti del lavoro e carico la lavatrice. Ancora in intimo vado nella stanza di mio fratello e rubo una sua maglia. Mi basta.
<<Quella maglia no! Me l'ha regalata Debora!>> Andrea me la strappa dalle mani e mi bacia la testa.
Alzo gli occhi al cielo e mi riprendo la maglia.
<<Ma se non te ne importa nulla di Debora!>> Faccio una crocchia disordinata e mentre attraverso il piccolo corridoio sento la voce divertita di mio fratello.
<<Non ti piace propio eh!>> Nego con la testa e nel mentre metto l'acqua per la pasta.
<<Andre ti senti strano ultimamente?>> Gli chiedo con interesse.
<<Un po'. Pensi quello che penso io?>>
<<Forse dovremmo andare a vedere cosa succede... no?>> Gioco nervosamente con i bracciali e mi mangiucchio l'interno del labbro.
<<Dopo mangiato facciamo un giro, ti va?>> Mi accarezza i capelli. Adoro mio fratello perché mi asseconda sempre e placa le mie preoccupazioni.
Papà ci avverte con un post-it, attaccato al frigo, che questa sera tornerà tardissimo a casa e che domani deve parlarci con urgenza. Dopo aver finito di mangiare e aver rimesso in ordine la cucina, decidiamo di andare a fare questo giro. Fortunatamente abitiamo molto vicini a una spiaggetta non molto frequentata.
<<Forza, prima tu!>> mi spinge in acqua e tempo dieci minuti le mie gambe si sono trasformate in una bellissima coda verde acqua ed il seno viene coperto. Mio fratello si butta e in pochissimo tempo diventa un bellissimo Tritone con una stupenda coda blu.
Insieme ci immergiamo nel mare e ci dirigiamo verso il blu più profondo. Nuotare è la sensazione più bella del mondo. L'acqua che muove i capelli e ti accarezza il viso, la freschezza che si posa sulla pelle nuda, i pesci che nuotano con te. Andrea mi sta accanto e in poco tempo raggiungiamo ciò che un tempo è stata la città marina di mia madre. Ci veniamo raramente in questo posto perché le sirene e i tritoni non ci vedono di buon occhio, siamo pur sempre figli della traditrice. Le guardie ci bloccano al cancello del castello, ma non c'è neanche il bisogno di dire chi siamo perché ci accoglie subito mia nonna. Ecco il momento che meno aspettavo.
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Sotto lo stesso mare.
ParanormalGinevra è una ragazza diversa dalle altre. Totalmente diversa. Porta dentro di sé un segreto che in pochi conoscono, un segreto che la porterà a compiere delle scelte, giuste o sbagliate. Segreto che la unisce inevitabilmente al mare perché lei è un...